Ultrà Lecce: Uno dei pochi gruppi che ha avuto il coraggio e la coerenza di continuarsi a chiamare “Ultrà”, senza aggiungere la “s”. E se 10-15 anni fa poteva sembrar brutto chiamarsi ancora “Ultrà” quando tutti ci tenevano ad essere “Ultras”, oggi non è più così e in un mondo di Ultras è molto cool essere Ultrà… la finezza è sottilissima, ma la differenza è fondamentale.
Una curva straordinaria la Nord di Lecce: calorosa, passionale, colorata e massiccia. L’Unione Sportiva Lecce è una vera e propria istituzione per tutto il Salento e questo antico club (nato nel 1908) può vantare la partecipazione a 15 campionati di Serie A e a 25 di B e gioca in uno stadio, il Via del Mare, molto grande, uno dei più capienti in Italia dopo i grandi stadi (40.000 posti) e che può sembrare addirittura eccessivo per una città di circa 100.000 abitanti, ma la passione e l’entusiasmo con cui i leccesi e i salentini seguono le sorti del Lecce fanno sì che gli spalti siano sempre ben affollati.
E il cuore pulsante del tifo giallorosso è la Curva Nord (sebbene in passato anche la Sud abbia conosciuto corpose ed importanti forme di tifo) che ha nella sciarpata mista a tanti due aste il suo punto di forza… davvero un tappeto giallorosso, imponente e suggestivo.
Una curva capace di esprimere un tifo spettacolare e trascinante (fatto di possenti cori e sincronizzati battimani a tutto settore) e ch’è sempre stata in grado di portare in trasferta centinaia di persone, addirittura migliaia quando il Lecce bazzicava i campi della massima serie, che mischiate ai residenti salentini sparsi in giro per lo Stivale, facevano e fanno di quella giallorossa una delle migliori tifoserie.
Pirotecnici e caldissimi i derby contro il Bari, la squadra (e la tifoseria) nemica per antonomasia, spesso corredati da furibondi incidenti per una rivalità (tra le più interessanti in Italia) su cui si gioca la supremazia calcistica della Puglia.
Nel mio disegno ho cercato di rendere la “spartanità” del materiale leccese (ben fatto ma che mantiene un forte sapore di artigianalità, che non ha mai ceduto troppo a tentazioni modaiole) e soprattutto i colori – carichi e caldi il giallo e il rosso, mischiati ad un nero che li enfatizza ed esalta – che rimandano a quella bellissima terra che è il Salento, al sole, al mare, ai suoi odori e sapori. La testa di un lupo (simbolo di squadra e città), cartoonesca e ghignante, dona al tutto un senso di gioiosa e contagiosa forza. Una finezza: gli occhi gialli del lupo fanno pendant col giallo oro delle scritte.
Curva Nord Bari: Disegno che riprende uno dei più famosi slogan della curva biancorossa. Il Bari (o la Bari, com’è chiamato il club dai suoi tifosi) è una delle squadre più importanti del Mezzogiorno, la più importante di Puglia e può vantare ben 30 partecipazioni al campionato di Serie A, una Mitropa Cup (vinta nel ’90) e oltre 40 partecipazioni al torneo cadetto.
La tifoseria barese è sempre stata un qualcosa di incredibile; un attaccamento ed una passione davvero impareggiabili. Già nel vecchio stadio Della Vittoria ed ancor più nell’avveniristico San Nicola, i tifosi biancorossi hanno sempre fatto la differenza.
Dopo anni di altalene tra Serie A e B, il Bari ha conosciuto un periodo di appannamento che l’ha portato negli Anni 2000 a disputare tanti campionati di Serie B senza velleità di vittoria, con stagioni anonime e di mezza classifica, culminate addirittura con una retrocessione in Seri C nel 2003-04, sventata grazie a un ripescaggio. E la tifoseria dei galletti ha sempre ritenuto la famiglia Matarrese (per anni alla guida della società) responsabile delle umiliazioni costanti che il club biancorosso andava raccogliendo nei suoi anni più grigi. Una vera e propria guerra (fatta di striscioni, manifestazioni, cori, diserzioni, scioperi del tifo) quella mossa dagli UCN (Ultras Curva Nord, nati nel ’76) alla famiglia Matarrese che portò il tifo per il Bari ai minimi storici, con un San Nicola spesso deserto ed in cui la proverbiale passione e l’enorme potenzialità del pubblico barese furono mortificati per anni.
Con la cessione della società – agognata troppo a lungo – nel capoluogo pugliese è tornato l’entusiasmo, anzi s’è visto quello che non s’era visto per tanti anni. Uno stadio traboccante di gente, un tifo travolgente ed incredibile, numeri pazzeschi per la categoria che spesso è stata (e continua ad essere) la Serie B. Mi ricordo che due anni fa, in occasione dei play-off contro il Latina, al San Nicola c’erano 60.000 spettatori! …sessantamila! …numeri sbalorditivi. Non so se sia il record per la cadetteria, ma comunque per dire che ci troviamo difronte ad una delle più grandi tifoserie italiane che veramente può vantare numeri e performance straordinarie che la inseriscono di diritto tra le grandissime del nostro Calcio, senza essere seconda a nessuno.
Vere e proprie invasioni abbiamo visto negli anni per quanto riguarda le trasferte: Olimpico di Roma, San Siro, oltre 10.000 al seguito, un muro biancorosso, con quella sciarpata ch’è il vero ed inconfondibile marchio di fabbrica di quest’immenso popolo sportivo. Dopo lo scioglimento degli UCN ed un fisiologico momento di smarrimento (con un tifo diviso tra Curva Nord superiore ed inferiore), la coesione – da sempre caratteristica saliente di questa tifoseria – è tornata ed oggi la Nord (quasi totalmente) si riconosce dietro il grande striscione “Seguaci della Nord” che un po’ riprende il sempiterno slogan di cui all’inizio di questa presentazione.
Nel disegno in questione, molto semplice e giocato sul solo biancorosso, ho ripreso quel vecchio slogan mai passato di moda e l’ho inserito in un contesto molto minimale, con pochi fronzoli, ov’è un galletto pronto a dar battaglia e che tiene al sicuro dagli avversari il suo pallone retrò sotto la zampa. Per esperienza posso garantirvi che non è mai facile approcciarsi ad un disegno in cui è presente quest’animale, per sua natura un po’ buffo, col rischio di realizzare qualcosa non all’altezza del blasone di questa insuperabile piazza sportiva. Ma c’è talmente tanta “nobiltà” in questo galletto-calciatore che spero, anzi son sicuro, di essere riuscito ad assemblare qualcosa di godibile.
La cornice con gli angoli arrotondati, conferisce al tutto una sensazione molto Anni ’80, quando la domenica sera la Rai mandava sempre in onda la sintesi d’una partita di Serie A o B ed all’inizio, durante la sigla “Stelle azzurre” (chi la ricorda?) sfilavano i loghi delle squadre di quegli anni. Bambino, guardavo sempre quelle sintesi con papà… quanti ricordi. Che Calcio, che giocatori e che tempi, quelli!
Ultras Cavese: Due disegni ispirati alla tifoseria metelliana di cui abbiamo ampiamente visto nelle puntate precedenti (One Step Beyond #5, #6 e #9). Nel primo – immaginato come una sorta di murales – ho ripreso parte di una frase di una loro vecchia coreografia, a voler rimarcare la voglia che ha questo popolo sportivo di tornare a “vedere la luce” dopo tante delusioni e amarezze, fallimenti e campionati dilettantistici per una piazza che vanta trascorsi assai illustri in Serie C e addirittura la partecipazione a 3 tornei di Serie B negli Anni ’80, quando l’undici aquilotto guidato dal leggendario Pietro Santin, nella seconda stagione in cadetteria, sfiorò la promozione in Serie A, chiudendo al quarto posto (di quell’anno rimase storica la vittoria a San Siro contro il blasonato Milan, finito in Serie B per via del calcio scommesse).
Sotto la frase, il logo sociale della Cavese, l’aquilotto stilizzato (uno dei più belli in senso assoluto), posto su una doppia riga bianca al cui interno e sotto, con lo stesso font (in maiuscolo) della frase di cui sopra, le tre semplici parole CAVESE 1919 ULTRAS. A destra di tali scritte, un personaggio “brutto e cattivo” quanto basta, occhialetto da sole e sigaretta perenne, giocando un po’ con lo stereotipo del tifoso da stadio spesso visto, dall’opinione pubblica più malevola e benpensante, esclusivamente come un ragazzo di strada, prepotente, rissoso e con l’unico pensiero del Calcio. Mi piaceva molto quest’immagine, estrapolata da una vignetta del grande fumettista e illustratore “Tauro” (da non confondersi col più famoso, quasi omonimo ed altrettanto bravo, Vauro).
Nel secondo disegno ho voluto riprendere un due aste visto proprio sugli spalti del Lamberti. Per la verità quello visto a Cava era molto grezzo, appena abbozzato, ma ne ho apprezzato subito l’idea e le potenzialità, seppur non originale (infatti di gruppi Ultras che hanno utilizzato l’espediente del pacchetto di sigarette Marlboro per il proprio materiale ce ne sono molti). Pur nella sua (apparente) semplicità non è stato affatto facile realizzarlo per via delle proporzioni (è fatto in scala rispetto ad un pacchetto vero) e d’una visione d’insieme per cui c’è voluto molto “occhio” (oltre a tante ore di lavoro). E m’è piaciuto altresì giocare un po’ coi colori, inserendo quell’azzurro in parte estraneo alla tradizione cavese ma che rende il disegno più fresco e fruibile. L’avvertimento per cui “La Cavese provoca infarti ed ictus”, indispensabile oltre che assai ironico, rende l’insieme molto verosimile.
Gradinata Nord Genoa: Disegno dedicato alla Gradinata Nord, da sempre cuore pulsante del tifo per il Grifone. Una curva che ricorda molto le side inglesi, non solo per via dei gradini molto bassi (per l’appunto è una “gradinata”) che fanno sembrare il muro di folla ancor più compatto, ma anche per via delle quattro torrette che spezzano la continuità tra i vari settori, rendendo le curve per davvero simili agli spalti degli stadi d’Oltremanica, anche per l’assenza di reti o vetrate.
Sul pubblico di fede rossoblu – che si contende coi cugini blucerchiati la supremazia cittadina – si potrebbero scrivere libri e libri. Una passione travolgente, una tradizione che il popolo genoano ha sottopelle, un tifo spettacolare e colorato per un club che affonda le proprie radici nella notte dei tempi e che può fregiarsi dell’invidiabile titolo, a livello cronologico, di prima squadra di Calcio in Italia: il Genoa (così chiamato proprio perché fu fondato da appassionati di football inglesi) nasce infatti nel lontanissimo 1893. E va detto che, nonostante la sua antichità, il club ligure ha sì conquistato 9 scudetti, ma tutti in epoca lontanissima (l’ultimo tricolore genoano è datato 1924); dunque un plauso in più per la tifoseria di una squadra che nell’epoca moderna non ha regalato grandissime gioie, conquistando nessun trofeo e facendosi pure tanta Serie B.
Per questo disegno ho scelto un’immagine ancora da una vignetta del talentuoso Antonio “Tauro” Silvestri (vedi presentazione ai disegni precedenti): è un uomo poggiato al bancone d’un bar con tanto di boccale di birra in mano. Sulla sua faccia, barba incolta e profonde occhiaie, i segni della fatica d’una giornata passata a lavorare spaccandosi la schiena (lo vedrei bene come scaricatore di porto) ed anche l’espressione d’un malcontento e d’un’insoddisfazione derivanti da una vita tanto dura. Ma il suo riscatto – oltre a ribaltarsi di birra e alcool proprio in una cantina in zona portuale – è lo stadio, meglio ancora la Gradinata Nord! Ed i tre elementi centrali della sua vita, il nome del club, il suo logo e la side d’appartenenza, sembrano quasi circondarlo facendogli da corollario, per un disegno che punta tutto sulla simpatia e l’ironia. Anche i colori s’amalgamano alla perfezione, per una resa finale che vedrei bene come un bandierone sventolato incessantemente sullo sfondo delle azioni dei calciatori con le intramontabili maglie a quarti rossoblu.
Luca “Baffo” Gigli.
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LE PUNTATE PRECEDENTI
Prima puntata: Terni, Caserta, Samb, Lamezia, Milan, Parma, Lazio, Udine;
Seconda puntata: Palermo, Udine, Catania, Fiorentina, Pescara;
Terza puntata: Verona, Roma, Milan, Inter;
Quarta puntata: Brescia, Napoli, Lazio, Palermo;
Quinta puntata: Livorno, Lazio, Nocera, Cavese;
Sesta puntata: Lazio, Savona, Cavese, Manfredonia;
Settima puntata: Crotone, Pescara, Catania, Napoli.
Ottava puntata: Roma, Lazio, Palermo, Milan;
Nona puntata: Spezia, Arezzo, Virtus Roma, Nocera, Cavese;
Decima puntata: Lazio, Genoa, Napoli, Roma, Palermo.
Undicesima puntata: Viterbo, Torino, Savona, Napoli;
Dodicesima puntata: Torino, Castel di Sangro, Livorno, Lazio;
Tredicesima puntata: Hertha BSC, Ancona, Napoli, Roma, Samp;
Quattordicesima puntata: Inter, Alessandria, Samb, Roma.