Ultras Spezia 1906: una tifoseria sugli scudi quella spezzina, che qualche settimana fa ha dato prova di sé nella trasferta all’Olimpico contro la Roma, eliminata dagli Aquilotti in barba al calcio moderno e ad una formula di Coppa Italia pensata unicamente per favorire i grossi club e i soliti noti. Tifoseria rude, diretta, senza fronzoli, tutta cuore e muscoli, espressione d’una città che può addirittura vantare uno scudetto vinto nel 1944 – in piena Seconda Guerra Mondiale – allorquando i Vigili del Fuoco di La Spezia s’aggiudicarono il torneo sostitutivo del classico campionato (fermo per causa bellica). Una curva, la Ferrovia, che nel suo piccolo ricorda quella più famosa del Velodrome di Marsiglia, con quei gradoni che formano un semicerchio; una curva sempre piena, talvolta traboccante di gente, con quel colore bianco a predominare la scena. Passato il tempo del mitico striscione Ultras Spezia con l’aquilotto al centro, adesso l’intera parte più calda dello stadio Picco si riconosce dietro la grande insegna Curva Ferrovia, a perpetuare il mito d’una tifoseria passionale e turbolenta, temuta e rispettata. Personalmente credo che in curve come la Ferrovia di La Spezia, dove da quarant’anni si respira e si parla Ultras, stia – a livello di tifo – il “cuore antico” dell’Italia. Nel disegno ho cercato di restituire l’anima più sanguigna del tifo spezzino e di questa città di mare: un teschio con cappello da marinaio ed una scritta (volutamente un po’ naïf) nera su un doppio nastro bianco che ricordi situazioni marinare e picaresche. Vedrei bene questo disegno come insegna d’una trasandata taverna da porto vecchio, che sa di fritto, mare e fumo, frequentata da gente tutt’altro che raccomandabile, in una notte di tregenda.

02. O.F.C. Arezzo

O.F.C. Arezzo: Acronimo di Old Fans Club, gli O.F.C. di Arezzo sono stati – per lo meno a livello estetico – uno dei gruppi italiani più importanti ed influenti. Nati come costola del vecchio Commando Ultrà Arezzo, nei primi Anni ’90 iniziarono a differenziarsi dal resto della tifoseria e, fedeli ad uno stile mods snob ed elitario, portarono una vera e propria rivoluzione nel materiale da stadio, che si fece sempre più “stiloso” e ricercato, nonché nell’attitudine (molto scanzonata e disincantata) di seguire la squadra. Senza ombra di dubbio da lì in avanti il materiale degli aretini (drappi, due aste, sciarpe) ha fatto scuola, imitato praticamente da tutti, ed è stato sicuramente – insieme a quello di udinesi e teatini – tra i più belli d’Italia. Quello degli O.F.C. è tutto un modo di vivere che trascende lo stadio ed anche l’essere Ultras. Una filosofia fatta di feste, serate, raduni, musica, alcool, stile ed estetica, che ha portato una reale ventata di freschezza e novità all’interno d’un mondo Ultras che ha avuto (ed ha) nell’eccessiva omologazione e ripetizione passiva di modelli uno dei suoi talloni d’Achille. Anche l’introduzione nel materiale da stadio di elementi in precedenza estranei alla cultura Ultras – palloni, scarpette da gioco, giocatori di subbuteo – lo si deve principalmente a loro e nel disegno in oggetto ho cercato di riproporre questa fascinazione calciofila tanto semplice (almeno in una fase iniziale) quanto geniale. Un vecchio pallone da Calcio Anni ’70 su un drappo nero, bianco e amaranto che ricorda un frammento di Union Jack, e la scritta di gruppo e città a caratteri cubitali… semplicità e stile!

03. Brigate Virtus Roma

Brigate Virtus Roma: Gruppo che segue le sorti della principale squadra di pallacanestro della Capitale. Eredi dei mitici Warriors ‘84, ho imparato ad amare i ragazzi delle Brigate anche attraverso le “pagine” del nostro Sport People. Ed ora che la Virtus Roma non è più nella massima serie nazionale di basket (s’è auto-retrocessa, causa solite questioni economiche, in quella ch’è in pratica l’A2), questi ragazzi meritano ancor più il plauso e l’attenzione d’ogni appassionato di tifo. Ed è bello vederli schierati dietro allo striscione, loro che rappresentano la tifoseria cestistica della principale città italiana, che sono poco più d’un manipolo ma che vanno avanti imperterriti e senza curarsi della freddezza che accompagna le vicissitudini della squadra di basket di Roma (fondata nel 1960), ora che i fasti del passato (uno scudetto, una Coppa dei Campioni, una Intercontinentale e due Korać) sono lontani e con un Calcio sempre incombente e che lascia solo le briciole agli altri sport. Nel mio disegno ho voluto omaggiarli seguendo un leitmotiv a loro caro (di calcistica e capitolina reminiscenza), cioè utilizzare colori differenti da quelli del club. Su uno sfondo blu notte una scritta arancio su due livelli; al centro un vecchio pallone da basket (sicuramente più affascinante di quelli odierni) che fa pendant col colore delle scritte; le righe orizzontali, anch’esse in arancio, che ornano il disegno, danno quel tocco estetico in più di rifinitura e completezza.

04. Bothers Nocera

Bothers Nocera: Non mi stancherei mai di parlare dei nocerini. Tifoseria tra le migliori del Centro-Sud, personalmente soltanto l’udir pronunciare il nome Nocerina, mi schiude tutto un mondo, mi evoca qualcosa di profondamente Ultras. Quella rossonera è una tifoseria straordinaria che ha costruito il proprio mito negli Anni ’70 attraverso un tifo senza mezze misure e partite infuocate in cui i malcapitati che hanno avuto la sventura di mettersi contro Nocera, hanno capito cosa significhi realmente una squadra e una città che sono un tutt’uno, tra le mura amiche come in trasferta. La vera essenza calcistica di Nocera è quella d’una squadra patrimonio della città, che può vantare un séguito incredibile (se paragonato a quello d’altre città della stessa grandezza o più grandi) e straordinariamente passionale. Ma l’elemento saliente – e che meraviglia di più – è quello d’una squadra che pur non potendo vantare trascorsi da vertici del Calcio (a conti fatti la Nocerina non ha mai partecipato ad un torneo di Serie A e, a parte alcuni anni di B, ha praticamente vissuto in Serie C), è lo stesso riuscita a sedimentarsi fatalmente nel tessuto sociale cittadino e dei suoi abitanti. Una città, Nocera, dove si respira Calcio, da sempre, dove la Nocerina fa parte della vita delle persone e delle loro abitudini come qualcosa di antico ed atavico, e non è solo un discorso Ultras, di tifo e di gruppi. È qualcosa di più profondo, di ancestrale, vissuto con naturalezza e che fa parte del loro immaginario e della loro cultura, per cui anche la vecchietta di 90 anni che sta a casa e che non ha mai visto una sola partita di Calcio neppure in TV, comunque conosce ed ama la Nocerina che per lei è qualcosa che c’è sempre stata e sempre ci sarà. Tutto ciò è meraviglioso, lasciatemelo dire. Una squadra che assurge ad icona metafisica e che travalica ingenui e caduchi concetti quali campionati, categorie, iscrizioni, fallimenti e gravi torti subìti. Nel disegno in questione, ancora una volta ho voluto omaggiare i Bothers, uno dei gruppi storici e che più di tutti riassume in sé i concetti di cui poc’anzi. Immagino questo disegno, col classico mastino a guardia del suo striscione, come una sorta di murales, dipinto fuori la Sud, con la gente che fa la coda ai botteghini ansiosa d’entrare in curva. “Rispetto per Nocera!”.

05. Ultras Cavese

Ultras Cavese: Altra tifoseria campana – terra vera fucina per il mondo Ultras – che non ha bisogno di presentazioni. Passionale, rumorosa, turbolenta, anche i cavesi hanno costruito il loro mito negli Anni ’70 e ’80, quando, al séguito delle proprie casacche, scorrazzando per gli stadi d’Italia, riuscirono addirittura ad acciuffare la Serie B che li portò a calcare palcoscenici fino ad allora soltanto sognati o visti in TV, tipo San Siro e Marassi (stratosferica fu l’invasione dei metelliani proprio nella città della Lanterna, vedere foto dell’epoca per rendersene conto… davvero impressionanti!). Oggi quella cavese – tra campionati di Serie D e tanta Serie C – è universalmente considerata (almeno a livello di provinciali) come una delle migliori tifoserie italiane, capace di esprimere un tifo travolgente, anche tenendo presente la modesta grandezza di Cava de’ Tirreni che, se non è certo un piccolo borgo, neppure è una grandissima città. Da quelle parti tutti sono Ultras e tutti partecipano al tifo e il Lamberti è uno spauracchio un po’ per tutti, anche per città più grandi e tifoserie più numerose. Ed il discorso fatto per la Nocerina, sul profondo e metafisico legame tra squadra e città, vale allo stesso modo per la Cavese; ed anche se queste due straordinarie realtà Ultras sono tra loro nemiche, per me abitano al medesimo piano, sono coinquiline di uno stesso mito. Nel disegno in oggetto, spartano e semplice, per cui ho scelto una forma circolare, immaginandolo come un adesivo, non ho potuto “resistere” alla consueta rappresentazione del logo sociale cavese (davvero troppo bello!) a cui ho aggiunto una frase ch’è stata uno dei motti della Curva Sud degli ultimi anni, che la dice lunga sullo spirito guerriero di questo popolo calcistico e sull’intramontabilità di questi simboli e colori.

Luca “Baffo” Gigli.

 

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Prima puntata: Terni, Caserta, Samb, Lamezia, Milan, Parma, Lazio, Udine;
Seconda puntata: Palermo, Udine, Catania, Fiorentina, Pescara;
Terza puntata: Verona, Roma, Milan, Inter;
Quarta puntata: Brescia, Napoli, Lazio, Palermo;
Quinta puntata: Livorno, Lazio, Nocera, Cavese;
Sesta puntata: Lazio, Savona, Cavese, Manfredonia;
Settima puntata: Crotone, Pescara, Catania, Napoli.
Ottava puntata: Roma, Lazio, Palermo, Milan.