La sfida dello Stadio “Città di Arezzo” vede contrapposte due squadre con obiettivi molto diversi: da una parte l’Arezzo, che occupa le posizioni di vertice puntando ovviamente a stabilizzarsi, dall’altra una SPAL la cui situazione è per tanti versi critica. Relegati al penultimo posto, i ferraresi non riescono a vedere un qualsiasi punto di svolta da quella caduta verticale che in pochi anni li ha visti precipitare dalla Serie A a sgomitare per non tornare in Serie D.

All’ingresso delle squadre in campo, questa volta è stato dedicato un momento di ricordo ai ragazzi foggiani deceduti nel terribile incidente di Potenza. Meglio tardi che mai verrebbe da dire, se si considera che la settimana successiva a quei tragici eventi, nella stessa Foggia come altrove si ritrovarono a commemorare quelle giovani vite in via informale, mentre la Lega Calcio non concesse nell’immediato alcun minuto di cordoglio. Non per niente, in questi stessi momenti, se entrambe le tifoserie alzano al cielo messaggi incentrati su questa triste storia, più specifici e salaci sono gli aretini che puntano il dito proprio contro la massima istituzione calcistica di categoria.

Dopo pochi minuti, dalla Curva Minghelli si dà letteralmente fuoco alle polveri, con alcuni fumogeni che creano un’atmosfera decisamente suggestiva grazie alla densa coltre di fumo amaranto che si alza al cielo. Il tifo è non meno coinvolgente, con circa 200 sostenitori della SPAL che incitano la propria squadra con cori, battimani e lo sventolio di bandiere, mentre i tifosi locali colpiscono soprattutto per i loro bandieroni e gli originali quanto curatissimi due aste, esibiti con orgoglio.

In campo, gli ospiti riescono a portarsi in vantaggio. Nella ripresa, però, mister Troise rivoluziona la propria squadra, riuscendo a ribaltare il risultato inizialmente sfavorevole, tra l’esultanza e i cori di giubilo del pubblico di casa, in particolare quello di Curva che non ha mai smesso di crederci, incitando sempre i giocatori a dare il massimo.

Al triplice fischio, la squadra amaranto festeggia sotto la Curva Minghelli, mentre ai tifosi ospiti non resta che lasciare mestamente lo stadio, lasciando che a parlare per loro sia uno striscione inequivocabile: “Basta!”

Testo e foto di Sauro Subbiani