La settima giornata d’andata del girone B di Serie C, in programma domenica 29 settembre 2024, segna il ritorno di una sfida molto accesa, che non si disputava da quindici anni. L’ultimo Arezzo-Ternana risaliva alla stagione 2008-2009, quando toscani e umbri giocavano in C, anche se all’epoca era chiamata Prima Divisione. Un simile intervallo di tempo non ha certamente cancellato una rivalità profondamente sentita su entrambi i fronti. Nonostante Arezzo e Terni siano in due regioni diverse, le città distano poco meno di due ore di viaggio. L’acredine calcistica tra le due piazze non è di certo attenuata da quella parallela tra l’Arezzo e il Perugia, un’altra partita appassionante dell’Italia centrale.
Anche in passato, Arezzo e Terni appartenevano a contesti amministrativi distinti. In epoca antica, Arezzo era una delle principali città dell’Etruria e faceva parte della Dodecapoli, la famosa unione di dodici città etrusche. Terni, invece, era un centro del popolo degli Umbri, il cui territorio si estendeva dalle rive del Tevere all’Adriatico. Anche dopo la caduta dell’Impero romano, le due città seguirono destini diversi: Arezzo fu annessa al Granducato di Toscana, mentre Terni rimase nello Stato Pontificio fino all’annessione dell’Umbria al Regno d’Italia. Insomma, quella tra Arezzo e Terni è una classica rivalità di campanile, tra centri vicini ma sempre appartenuti ad ambiti territoriali differenti.
La somma di tali fattori storico-geografici, unita alla lunga assenza di questa partita, contribuisce a creare una grande attesa. Non sorprende, quindi, che i tifosi della Ternana abbiano esaurito rapidamente gli 800 biglietti a loro disposizione, anche grazie alla vendita libera. Allo stesso modo, gli aretini rispondono in massa, riempiendo la loro curva. La gara si gioca alle 14:00, un orario non proprio favorevole ai tifosi, soprattutto quelli di casa, costretti a rinunciare al tradizionale pranzo domenicale, ma i toscani non vogliono certo sfigurare davanti agli avversari, accorrendo in gran numero allo stadio.
Se, a livello numerico, entrambe le tifoserie rispettano le aspettative di un derby così sentito, è opportuno fare un bilancio anche sul tifo che esprimono. Per quanto riguarda i padroni di casa, non li vedevo dal 2018, in una sfida casalinga contro il Pisa dei playoff di Serie C, quando mi colpirono per colore e originalità. Rispetto a quella giornata, oggi li trovo sottotono, non tanto nell’aspetto visivo, quanto nella componente vocale: solo una piccola parte della curva, quella in basso, sembra cantare attivamente. Non posso certo criticare chi dà il massimo per vivacizzare il settore, ma manca il supporto del resto del pubblico, che appare troppo concentrato sul gioco per sostenere attivamente i gruppi organizzati. Ovviamente, non si può certo giudicare una tifoseria da una singola partita: nel derby contro il Pisa che ho sopra richiamato, gli aretini mi fecero un’ottima impressione. Immagino, di conseguenza, che oggi sia solo una giornata storta sul piano canoro.
Per quanto riguarda gli ospiti, i tifosi ternani onorano questa rivalità presentandosi in massa. Gli ultras rossoverdi sistemano al centro i drappi della Nord e della Est, con i club ai lati, e tifano con buona intensità per tutta la partita, sventolando continuamente le bandiere. Certo, il loro compito è facilitato dal doppio vantaggio ottenuto rapidamente dalla squadra, che riesce a mantenere le distanze fino al triplice fischio. Tuttavia, i sostenitori delle Fere sembrano attraversare un momento molto positivo, come ho già notato nella sfida contro il Pescara al “Liberati”. Giova certamente all’ambiente il grande lavoro compiuto dalla Nord negli ultimi anni, che mi sembra aver favorito un’aggregazione incentrata prevalentemente sul tifo, senza risvolti politici.
Come anticipato, anche grazie al sostegno della propria tifoseria, la Ternana porta a casa tre punti preziosi, che la proiettano ai vertici della classifica, dietro la capolista Pescara.
Testo di Andrea Calabrese
Foto di Andrea Calabrese e Simone Meloni