“Atalanta portaci in Europa” è il ruggito con cui la Curva Nord carica gli uomini di Gasperini, un coro che porterà bene in questo posticipo serale, caratterizzato da pioggia battente e temperature fresche. La Dea consolida la posizione in classifica e si porta a ridosso della zona Champions: a farne le spese un Bologna mai in partita e che, dopo appena 15 minuti, accusava già un passivo di quattro reti. Difficile dire dove finiscano i meriti degli orobici e dove comincino i limiti dei felsinei, di certo si è visto del gran fùbal al Brumana.
Le vertigini dell’alta classifica non cambiano gli obbiettivi degli ultras bergamaschi, il cui campionato si è caratterizzato, sin dagli esordi, dalla parola d’ordine “Siamo tutti con Claudio”. Così, oggi, le pagine del loro “Sostieni la Curva”, sono interamente dedicate a ricostruire la vicenda giudiziaria che ha visto protagonista “il Bocia”: i commenti per l’entusiasmante cavalcata di Gomez e compagni, insomma, possono anche attendere rispetto a certe priorità. Il tutto in preparazione della manifestazione programmata il 13 aprile per le vie cittadine, nuovamente per dire che, dopo le pene scontate ma soprattutto dopo le assoluzioni ottenute, è tempo che a Claudio sia permesso di tornare allo stadio.
Il meteo condiziona l’aspetto coreografico e sugli spalti non si va oltre a qualche bandierone e ai due aste sparsi, cui si aggiungono alcune torce accese a terra. I sostenitori ospiti prendono posto a ridosso del fischio d’inizio e si compattano dietro i drappi “Vecchia Guardia” e “Sorvegliati Speciali”. Numericamente si stima un centinaio di unità: tanti o pochi che siano, il mio pensiero è che chi presenzia ha sempre ragione. Dopo una manciata di minuti dal via arrivano anche Forever Ultras e Freak, giusto in tempo per vedere la rete del vantaggio orobico siglata da Ilicic.
I neroazzurri sono spietati ed affondano il colpo: non si sono ancora dissolti i fumi della prima esultanza che il funambolico sloveno trafigge nuovamente il povero Skorupski. Il divario di forza è sotto gli occhi di tutti e il Comunale si cimenta in un “Despacito” che ha il sapore di vittoria certa, benché al triplice fischio manchino ancora 85 minuti.
Non sarà un azzardo, visto che a stretto giro arriveranno le marcature di Hateboer e Zapata: dai ritmi argentini la Nord si sposta al vicino Brasile, proponendo il coro “Maracanà” a suggellare una serata da record. Il Bologna, punito forse al di là di ogni demerito, non rinuncia a proporre qualche azione offensiva, al pari dei propri sostenitori , che di alzare bandiera bianca non sembrano avere alcuna intenzione: al netto del divario numerico, e dunque di decibel, il manipolo rossoblù propone un buon tifo, continuo e compatto.
Venuta meno ogni preoccupazione per il risultato, il sostegno degli orobici prosegue in scioltezza: da segnalare le “dediche” ai prossimi avversari dell’Inter e ai cugini bresciani, nonché degli autentici boati rivolti al Mister, a Ilicic e al Papu.
C’è ancora tempo per un quasi gol da metà campo, con Ilicic che raccoglie una respinta corta del portiere ospite, e poi tutti negli spogliatoi.
La ripresa, giocata a ritmi più tranquilli, fa registrare il gol dell’onore dei felsinei e, soprattutto, l’ingenuo fallo di mano che costa a Zapata un’ammonizione: il colombiano, già diffidato, salterà così il match contro la Beneamata. Gasperini mette in campo Barrow ma il giovane attaccante, a questo punto possibile titolare sul prato di San Siro, si conferma poco efficace e, a modesto parere di chi scrive, animato da un furore agonistico al di sotto delle aspettative.
Il match scorre fluido verso il novantesimo, con le due fazioni che onorano i rispettivi diffidati e si rivolgono qualche “vaffa” reciproco. Mentre la pioggia dà un po’ di tregua, dalla Nord si alzano anche cori contro Roma e Genoa, giusto per completare l’arco delle rivalità più sentite.
Guadagno l’uscita con qualche minuto di anticipo, accompagnato dall’eco lontana del “Don’t worry be happy” con cui il pubblico bergamasco chiude la serata.
Lele Viganò