Dopo una lunga e inevitabile assenza dagli stadi, complice la pausa estiva, si ritorna finalmente a respirare l’aria degli spalti e a rivivere quell’adrenalina che solo il mondo delle curve può regalare. La sfida di quest’oggi non è una partita come le altre; al “Vigorito” di Benevento, infatti, si fronteggiano i padroni di casa giallorossi, intenzionati a recitare un ruolo da protagonisti nel campionato che sta per iniziare, e la matricola Cavese, la quale, dopo diversi anni di assenza dalla Serie C, fa nuovamente capolino tra i professionisti con la speranza e il compito di rimanerci il più a lungo possibile. Le due compagini, dunque, presentano ai nastri di partenza obiettivi totalmente differenti, ma si sa che ogni match ha la sua storia, ancor più se si tratta di un “derby” così sentito da entrambe le tifoserie e che manca da parecchi anni.

I presupposti, pertanto, sono ottimi, tant’è che già al momento dei sorteggi questo Benevento-Cavese si presentava come la partita più intrigante della prima giornata. Come spesso accade, però, è bastato davvero poco a far sfumare quella magia e quella trepidante attesa che si era creata. Con largo anticipo, infatti, gli organi preposti all’ordine pubblico hanno ben pensato di inaugurare la neo-stagione calcistica adottando l’ormai consueto modus operandi, ovvero vietando agli ospiti la vicina trasferta. In realtà, per essere precisi, la Curva Nord del Vigorito quest’oggi è aperta ai soli non residenti nella provincia di Salerno, ragion per cui sono presenti all’incirca una ventina di sostenitori metelliani che si limitano ad assistere alla gara. Tale numero così esiguo è dettato anche dalla scelta del gruppo Aquile del nord di disertare il derby in segno di protesta, così come annunciato da un comunicato diramato in settimana.

Venendo alla sponda giallorossa, invece, è forte il sentimento di rivalsa per gli stregoni, i quali, nella scorsa stagione, hanno visto sfumare il sogno serie B ai play-off per mano della meno quotata Carrarese. La società quindi, mettendo a disposizione un budget non indifferente, ha confermato la volontà di aspirare al salto di categoria, per regalare alla piazza quei palcoscenici importanti che il Benevento ha calcato fino a pochi anni fa. Il tifo, organizzato e non, sembra aver risposto discretamente tant’è che gli spettatori sono circa cinquemila e cinquecento, numero comunque di tutto rispetto considerando che si tratta di una partita giocata il lunedì sera, per di più a fine agosto.

Messo piede sul terreno di gioco con largo anticipo, la mia attenzione è catturata dalle ottime condizioni del manto erboso (nonostante un improvviso temporale verificatosi nel pomeriggio) e dalla bella quanto “antica” struttura dello stadio. Il Vigorito, un tempo denominato Santa Colomba, trasuda di storia, ma nonostante ciò, grazie ai recenti restyling che hanno visto il collocamento di sediolini in tutti i settori e il miglioramento di alcune aree, è sicuramente tra gli stadi più funzionali della Campania e garantisce, inoltre, un’ottima visuale per l’assenza della pista di atletica.

Circa mezz’ora prima del fischio di inizio in Curva Sud spuntano i primi ultras che, meticolosamente, introducono il proprio materiale e posizionano le numerose pezze in balconata. A tal proposito spicca lo striscione Ritorneremo, che rimanda chiaramente al numero massiccio di diffidati che nell’ultimo periodo ha colpito il tifo organizzato beneventano. Altrettanto rappresentativo è anche il vessillo Teste Matte, gruppo storico affiancato da altri stendardi come Zona d’ombra e Dagli anni ’90 ad oggi. Il settore si presenta abbastanza pieno, sebbene sarà prevalentemente la parte centrale a cantare ininterrottamente, garantendo una prestazione discreta accompagnata da un tamburo, a mio parere suonato non proprio in modo impeccabile, e dall’accensione di diverse torce.

Al monologo che contraddistingue il tifo si contrappone però un match a dir poco combattuto e ricco di sorprese: è la Cavese, infatti, a passare in vantaggio e a mantenere il risultato almeno fino al 60esimo, quando poi, anche e soprattutto per una rosa più competitiva, il Benevento riesce prima a pareggiare e poi a portarsi in vantaggio. A nulla valgono i timidi tentativi di marca aquilotta cosicché, al triplice fischio, sono i padroni di casa a sorridere per aver iniziato il loro cammino con tre punti.

Tornate le squadre negli spogliatoi e lasciando gli spalti gli spettatori, non mi rimane che uscire dallo stadio e incamminarmi verso l’auto, anche se un filo di amarezza misto a rassegnazione mi perseguita. Sì, perché la mente non può non andare a come avrebbe potuto essere questa sfida con entrambe le tifoserie e a questo punto la domanda appare scontata: davvero è così impensabile far disputare una gara accessibile a tutti, di lunedì sera e in uno stadio che recentemente ha ospitato partite della massima serie? Forse è più comodo vietare, lavarsene le mani e nascondersi dietro il pretesto dell’ordine pubblico, ma almeno non si vengano a proporre, come ormai di consuetudine, spot in cui si grida al calcio della gente e si invita le famose famiglie a frequentare gli stadi.

Vincenzo Amore