Dal 12 dicembre 1969, quando esplose la filiale della Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano, fino all’assassinio il 16 aprile 1988 di Roberto Ruffilli per mano delle Brigate Rosse, l’Italia ha vissuto i cosiddetti anni di piombo.
Nel cuore di quella generazione la passione politica ardeva come non mai. In quello stesso frangente storico prendeva parallelamente piede il movimento ultras che inizialmente trovava la sua dimensione genetica nelle grandi metropoli per poi radicarsi in ogni angolo della penisola.
Mentre il terrorismo lentamente veniva prima combattuto e poi eliminato, il mondo delle curve cresceva a macchia d’olio, diventando ad oggi uno dei movimenti giovanili più longevi del panorama delle sottoculture giovanili. In quel contesto, infatti, man mano che i ragazzi che popolavano le sezioni dei partiti, illusi dalla politica, diminuivano, di pari passo quelli che frequentavano le curve, diventato nuovo laboratorio di aggregazione, crescevano.
A Bologna, il 6 ottobre del 1974, durante gli anni dello stragismo, sulla scorta di precedenti esperienze aggregative di curva, nascono i Forever Ultras, sigla che ben presto entrerà nella storia non solo della Curva A. Costa-Bulgarelli, ma dell’intero panorama ultras.
Tutta “colpa” di Roberto Melotti, il fondatore dei Forever, meglio conosciuto come il Bimbo, iconico personaggio dell’epoca che oltre a diventare il punto cardine della tifoseria, sarà capace di ritagliarsi un ruolo di primo piano all’interno del panorama ultras nazionale, come tra l’altro ben pochi sono stati capaci di fare negli anni a venire. Proprio al fondatore, il gruppo ha voluto dedicare nel corso dei festeggiamenti una targa in curva.
Per celebrare lo storico traguardo, i Forever non hanno lesinato spese e impegno. L’evento cade proprio alla vigilia del derby contro il Parma, match conclusosi poi con uno scialbo 0-0, pareggio che però non ha smorzato gli entusiasmi della piazza felsinea.
Durante quella successiva gara, quando i giocatori sono scesi in campo, dalla curva si sono alzati tanti cartoncini a formare la scritta Forever ultras, il tutto preceduto dall’esposizione dello striscione “Fiero di quello che ero, lotto per quello che credo morirò per quello che amo”.
Prima ancora di quei novanta minuti, la festa ha visto tanti altri momenti di aggregazione sempre lì al Dall’Ara, sempre in questo stesso teatro che li ha visti protagonisti, di generazione in generazione, per mezzo secolo. Solo leggermente spostata la prospettiva, rispetto al solito, con i presenti raccoltisi lungo la pista atletica, dove sono stati proiettati video, esposto tutto il materiale prodotto dal ’74 ad oggi (sciarpe, maglie, adesivi, cappellini, fanzine, ecc. compreso un pallone della gara contro il Liverpool, la prima storica in Champions League), allestito un dj-set e infine presentato il libro celebrativo dei 50 anni, altra chicca notevole di questo anniversario.
Per l’evento presenti gli amici di Ravenna, i ragazzi della F.d.L. Fortitudo Bologna, la Curva Sud Crotone, oltre a tutte le sigle della galassia del tifo organizzato bolognese.
La festa si è protratta fino a notte inoltrata con l’accensione di torce per poi concludersi con lo spettacolo dei fuochi pirotecnici. È un grande traguardo, ma come dicono gli stessi protagonisti nella quarta di copertina dell’anzidetto libro, ogni anno festeggiato è stato un traguardo e non possiamo che augurarci e augurar loro di festeggiarne ancora cento di questi giorni.
Auguri Forever!
Testo di Michele D’Urso
Foto di Luigi Bisio