Solo 24 mesi orsono, i tifosi del Campobasso conoscevano l’onta dell’ennesima esclusione dal calcio professionistico, dopo una tranquilla stagione di terza serie condita anche da qualche soddisfazione sul campo (la vittoria al San Nicola di Bari su tutte) ma anche prestazioni di tutto rispetto anche sugli spalti.

L’ennesima doccia fredda per i sostenitori del Lupo, l’ennesima esclusione dal campionato di competenza, addirittura il quinto fallimento in poco più di 30 anni; se per qualsiasi tifoso certi eventi possono considerarsi un’autentica “mazzata morale”, a tanti supporter molisani oltre al danno toccò anche la beffa, rimanendo col cerino in mano, dopo aver sottoscritto a scatola chiusa un abbonamento per la stagione successiva che ovviamente nessuno poteva rimborsare.

A settembre di quello stesso 2022 il Campobasso riesce a ripartire dall’Eccellenza regionale, grazie al titolo della seconda squadra cittadina che da anni vi partecipava con alterne fortune. Non prima di emigrare per un mese in quel di Riccia, piccolo centro della provincia, l’ingresso al cui campo sportivo viene contingentato a soli 100 spettatori, extrema ratio per rimettere in sesto il terreno di gioco del Romagnoli lasciato – alla pari del sodalizio – in pessime condizioni dalla dirigenza uscente.

Queste stesse ragioni sono alla base dell’approccio interlocutorio di inizio stagione del tifo organizzato. Alla prima uscita stagionale ad Agnone, i circa 200 tifosi giunti dal capoluogo assistono alla partita in assoluto silenzio, mentre all’esordio al Poce di Riccia le immagini più “romantiche” di questo mese lontano dalle mura amiche, con oltre al centinaio di tifosi presenti sulla tribuna e altrettanti oltre la rete che delimita il campo di gioco, a vegliare da lontano sulle maglie rossoblù nell’attesa di poterle riabbracciare e vederle da vicino nel loro ambiente naturale in Contrada Selvapiana.

Ben 1.500 sono i tifosi che prendono posto sulle gradinate del Romagnoli, in occasione del ritorno tra le mura amiche della loro squadra nella sfida contro l’Isernia. Qualche settimana più tardi arriva lo scioglimento del gruppo Curva Nord Campobasso, che nel frattempo aveva mutuato il nome in un meno onnicomprensivo Già Noti, mentre sugli spalti riappare il gruppo N.F.O. affiancato da vari elementi del tifo campobassano, raccolti dietro la pezze Odio eterno al calcio moderno e Mastice.

Il pubblico presente non è inizialmente numeroso ma il sostegno viene mai meno, nemmeno nella particolare trasferta nei primi di dicembre, che in realtà li vede protagonisti nel loro stesso stadio, ospiti del Campodipietra, Cenerentola del girone, che per far cassa chiede ed ottiene di giocare nel più capiente stadio del capoluogo. Tralasciando la valanga di gol tra andata (15) e ritorno (19) rifilati dalla capolista al malcapitato fanalino di coda, bellissima l’iniziativa degli ultras rossoblù che, dopo aver chiamato ed omaggiato il Campodipietra sotto al settore con lunghi applausi, alla fine della seconda gara, lo hanno anche aspettato all’esterno dello stadio, offrendo birra a calciatori e staff in un sincero quanto inatteso terzo tempo. Uno di quelli fatti d’istinto non perché te lo impone il protocollo o il presidente di Lega mosso solo da opportunità politica.

Nel girone di ritorno c’è un timido ritorno di tanti tifosi “normali” del Lupo, motivati non solo dal primo in classifica, ma anche dal successo nella coppa regionale in quel di Venafro, dove circa 500 sostenitori del Campobasso hanno potuto festeggiare questo primo trionfo del nuovo corso molisano.

Significative la trasferta di Isernia (con circa 300 tifosi al seguito), ma soprattutto quella di Pietramontecorvino, col centinaio di Campobassani i quali, al minuto 94, fanno letteralmente crollare la rete che delimita il campo per festeggiare la rete del 2-1, vittoria che, risultati e classifica alla mano, risulterà poi decisiva per la vittoria del campionato.

L’ottimo percorso in Coppa Italia Dilettanti, naturale prosecuzione in chiave nazionale della Coppa Italia di categoria, permette di tornare a respirare profumo di trasferte fuori regione tra Sambuceto, Formia e semifinale col San Marzano dove si interrompe il cammino a un passo dal secondo trofeo.

Prima pietra angolare di questa rinascita, è quella posta allo stadio Colalillo di Bojano, campo neutro scelto dalla Turris Santa Croce di Magliano per ospitare più tifosi del Campobasso possibile, non a caso sopraggiunti in un migliaio ai piedi del Matese per celebrare la vittoria che vale la promozione in D dei lupi.

L’estate che segue è foriera della nascita del gruppo Bad Brainz, le cui pezze vengono appese per le prime volte sugli spalti del ritiro in quel di Vinchiaturo, a pochi km dal capoluogo di regione. La campagna abbonamenti per la stagione 2023/24, nel frattempo, raccoglie 1.200 adesioni, un buon dato in vista del campionato a venire.

La squadra, inserita nel girone F della Serie D, all’inizio non è tra le grandi favorite per la vittoria finale, compressa fra numerose compagini (e tifoserie) di grandissima tradizione, che meriterebbero tutte la Serie C. Alcune si sono anche sfacciatamente dichiarate e sono state costruite per tale obiettivo ma alla fine, purtroppo, ne salirà solo una, nonostante l’inutile appendice dei playoff che non garantisce nessun posto ulteriore fra i professionisti se non qualche labile speranza di ripescaggio, poi puntualmente mortificata dalle solite squadre B.

I pronostici però, si sa, sono fatti per essere smentiti e i Lupi, piano piano risalgono la classifica. Parallelamente la Curva Nord Michele Scorrano si colora di bandiere e striscioni: oltre ai gruppi principali N.F.O., Bad Brainz, Ultras e Balconata Sfarfuglio, si vedono drappi anche in rappresentanza di vari gruppi di tifosi “normali”, ma anche striscioni di numerosi paesi di tutta la regione, presenti persino in numerose trasferte.

Nella prima domenica di Dicembre sono 5.000 i tifosi presenti al Romagnoli per la super sfida con la Samb: la susseguente vittoria non serve solo a far schizzare alle stelle il morale dei tifosi, ma anche a portare la squadra di lì a breve in testa alla classifica, postazione che non lascerà mai più fino a fine stagione.

Polverizzati i 500 biglietti messi a disposizione per la trasferta di L’Aquila, con una bellissima coreografia della curva locale, arriva l’ultima battuta d’arresto in campo per il Campobasso. Circa 300 tifosi invece i presenti a Senigallia, galvanizzati da un roboante 5-2 per la loro squadra, altri 500 nella trasferta di Tivoli, coi festeggiamenti che si protraggono a lungo, in virtù delle notizie favorevoli provenienti dagli altri campi.

Il mese di Febbraio è contraddistinto dall’iniziativa della società intitolata: “Campobasso: una squadra, una regione”; iniziativa che vede protagonisti dirigenti e calciatori in vari paesi della regione, a riattizzare l’entusiasmo sopito tra i tifosi rossoblu sparsi per il Molise.

A Marzo il pubblico di Campobasso inizia a crederci davvero, lo si evince dalla prima delle due splendide coreografie stagionali realizzate dalla Curva Nord Michele Scorrano, quella nella sfida contro l’Avezzano, con l’intero settore popolare di casa che si colora con cartoncini rossi e blu, con al centro lo stemma cittadino; sul campo i Lupi, dopo la vittoria su l’Avezzano, pareggiano per tre partite di fila, con l’Aquila che si porta pericolosamente a pochi punti di distanza dal primo posto, preambolo alle ultime giornate per cuori forti.

Il crocevia Aprile è uno di quei mesi che i tifosi ricorderanno a lungo: si apre con una facile vittoria casalinga contro lo United Riccione, al cospetto di circa 4.000 tifosi, prima di mettersi in viaggio alla volta di San Benedetto del Tronto, dove si assiste ad un autentico assalto alle biglietterie con i circa 1.500 biglietti venduti nel giro di pochissime ore, tanto da portare alla concessione di altri 300 tagliandi ovviamente tutti venduti. Colpo d’occhio notevole per questa partita d’altre categorie: 8.228 presenti nel bellissimo scenario del Riviera delle Palme; due curve piene zeppe di tifosi ma soprattutto un tifo costante e possente per tutti i novanta minuti; averla seguita dal terreno di gioco è stato un enorme privilegio e grande è stata la festa dopo il triplice fischio, con l’importante vittoria ospite per 0-1, in uno degli ultimi scontri diretti tra le prime in classifica.

Doccia gelata la domenica successiva al ribattezzato stadio Molinari di Campobasso, intitolato alla memoria dello storico presidente che portò il sodalizio locale in Serie B: quello che si preannunciava un facile successo contro il Notaresco, termina con un deludente 1-1 mentre l’Aquila vince e si porta a due sole lunghezze quando mancano due giornate al termine.

Domenica 28 aprile 2024 è finalmente il giorno che i supporter rossoblù poi ricorderanno per sempre: dopo soli ventuno mesi dall’esclusione dalla C, il Campobasso riconquista la categoria negata nel luglio 2022 dai tribunali e da una gestione societaria ancor più colpevole. Grazie al successo esterno all’Angelini di Chieti per 2-0 ed il contemporaneo mezzo passo falso dell’Aquila a Termoli, può partire la festa che, a dire il vero, sugli spalti dello stadio abruzzese p si vede solo per pochi minuti: il torpedone di auto fa subito rotta verso casa, per festeggiare quanto prima e quanto più possibile nella propria città, con la propria gente. /o la festa è incontenibile, con circa 10.000 presenti all’esterno del Molinari che fanno le ore piccole per celebrare questo incredibile risultato: il Campobasso ha vinto il campionato da neopromosso!

E se una notte intera non basta, la festa si protrae anche per l’ultima di campionato in casa contro il Termoli, quando un’altra bellissima e riuscita coreografia a tutto settore riprende il celebre coro della Nord, “Campobasso torna ad essere campione”, più che pertinente per omaggiare i freschi campioni del girone.

Nella serata a margine della gara, bel corteo per le vie cittadine che si rincorre fino a tardissima ora, prendendo le mosse e concludendosi sugli spalti del vecchio Romagnoli, teatro delle storiche partite in Serie B negli anni ’80.

Non finisce però qui per il Lupo! L’appendice Poule Scudetto vista più come un fastidio dalle vincitrici dei singoli gironi di D, è invece affrontata col coltello fra i denti dal Campobasso, che alla fine esce vincitore anche di questo torneo, appuntandosi il tricolore di categoria dopo la vittoria per 5-1 nella finale contro il Trapani giocata in quel di Grosseto. Sono 300 i tifosi a cui è concesso anche fisicamente di alzare la coppa al cielo, una soddisfazione ampiamente meritata anche per loro, per come hanno dovuto soffrire in questi due anni lunghi e intensi anni seguiti all’ennesimo amaro fallimento.

Campobasso ritrova dunque la terza serie nel migliore dei modi. Sarà girone B nella stagione prossima ventura, in cui sicuramente la piazza molisana potrà approcciarsi con tutto il suo carico di entusiasmo e fame di calcio, un futuro diametralmente opposto al morale a pezzi con cui questa avventura era cominciata due anni fa.

Concludo con la frase di un tifoso dei lupi con cui mi sento spesso, che, a margine di questi incredibili 2 anni, cita la frase di una canzone del gruppo punk Derozer “….in fondo in fondo almeno un pò lo meritiamo…”, mai frase più azzeccata!

Bentornato Campobasso nei professionisti, la storia della tua rinascita è uno spot positivo per questo calcio italiano malato. Citando la frase di una canzone del gruppo punk Derozer: “in fondo in fondo almeno un po’ lo meritiamo…”

Francesco Passarelli