Dopo un inizio di stagione particolarmente restrittivo e limitativo per quanto concerne i derby campani, si pensi a Benevento – Cavese e Giugliano – Cavese, finalmente oggi c’è la possibilità di vedere a confronto due tifoserie corregionali. Tifoserie, quelle della Cavese e dell’Avellino, che non sono di certo le ultime arrivate ma anzi si stagliano tra le più passionali oltre che storiche dell’intero girone C di serie C. Come detto, dunque, per una volta la partita non prevede restrizioni e non è un caso che la prevendita proceda a gonfie vele; il giovedì precedente, infatti, vengono polverizzati i biglietti della curva sud e degli ospiti e in qualche giorno terminano anche i restanti negli altri settori, lasciando preannunciare il primo sold out stagionale del “Simonetta Lamberti”.

Nonostante le premesse sembrino positive, in realtà anche in questa occasione non sono poche le polemiche e le perplessità che si creano in merito alla gestione dei biglietti. Questo perché lo stadio di via Mazzini, sebbene in passato abbia ospitato anche decine di migliaia di spettatori, negli ultimi anni tra lavori vari, creazione di molteplici settori cuscinetto, innalzamento di nuove torri faro e l’aggiunta dei seggiolini, ha visto drasticamente ridotta la sua capienza effettiva, tant’è che l’omologazione ufficiale risulta di soli 5.200 spettatori. Una diminuzione questa estremamente esagerata, che ha finito così per penalizzare non poco i settori popolari determinando una vera e propria caccia al tagliando, per quanto poi nella realtà vi siano numerosi spazi vuoti disponibili. Tale situazione, purtroppo, non risulta un caso isolato ma anzi coinvolge un po’ tutti gli stadi del sud Italia, laddove le varie amministrazioni assenti o poco interessate alla gestione della sicurezza del proprio impianto, preferiscono nascondere le rispettive falle e risolvere tutto semplicemente abbassandone la capienza.

Detto questo, qualcuno mi perdonerà se mi sono dilungato fin troppo, veniamo alla gara in questione. Il fischio di inizio è previsto per le 20 e 45 e, come sempre, già mezz’ora prima sono sul terreno di gioco per vivere l’attesa e la trepidazione che coinvolge un po’ tutti. Gli avellinesi si presentano davvero in buon numero, riempiendo totalmente il settore ospiti e risultando ben più dei 500 preventivati. Il tifo caldo si posiziona sulla destra, anche se quasi tutti i presenti seguiranno i cori, ed è racchiuso dietro il lungo striscione “1912“, anno di fondazione della compagine irpina e simbolo di unione delle varie anime della curva biancoverde. I padroni di casa, invece, presentano l’ormai storico striscione “Dal 1919 da padre in figlio” e colorano la sud con drappi, due aste e bandieroni come di consueto. All’ingresso in campo delle squadre lo stadio arde letteralmente di passione: in tribuna e nei distinti vengono accesi molteplici fotoflash mentre in curva sud viene realizzata prima una enorme sciarpata e poi una torciata old style che fa tornare indietro di qualche decennio.

Al clima emozionante che contraddistingue gli spalti non fa, però, da controparte il terreno di gioco in quanto il match si rivela abbastanza noioso. Le due formazioni, infatti, finiscono per annullarsi a vicenda creando pochissime occasioni e chiudendo così la prima frazione su uno scialbo zero a zero. La ripresa, al contrario, si dimostra molto più combattuta mentre sul lato spalti sono da segnalare i maestosi battimani degli avellinesi e i forti cori secchi dei cavesi. Viene esposto, inoltre, uno striscione per parte: gli irpini ricordano il compianto Marco Piga, storico calciatore che sul finire degli anni ’70 diede il suo contributo alla promozione in A dei lupi, mentre i metelliani fanno sentire la loro disapprovazione per i fatti extracalcistici accaduti a Milano, contestando chi usa la parola “ultras” per questioni che vanno ben oltre l’amore per la propria squadra.

Ritornando alla gara, invece, sono proprio gli ultimi istanti a risultare i più entusiasmanti. La Cavese, un po’ a sorpresa, riesce a siglare la rete dell’uno a zero con il neo-entrato Marranzino che fa esplodere lo stadio, anche se la gioia dura poco. Al quinto minuto di recupero dei setti concessi, ci pensa Gori a ristabilire la parità con un bel colpo di testa su cui nulla può l’estremo difensore avversario. Il match si conclude così con un punto per parte ma se da un lato la matricola Cavese può sorridere per aver mosso la classifica, dall’altro la curva avellinese continua la sua contestazione verso la squadra e la dirigenza per gli scarsi risultati di questo inizio di stagione. Emblematico, a tal proposito, è il lancio di una torcia non appena la squadra si reca sotto la curva nord a scusarsi per l’ennesima prestazione sottotono.

Si chiude in questo modo questa quarta giornata la quale, come detto ad inizio articolo, ha permesso a noi malati di tifo di godere di quello che un tempo era l’ordinarietà ma oggi sempre più una rarità: la presenza di due curve senza alcuna triste e ridicola restrizione!

Testo di Vincenzo Amore
Foto di Pier Paolo Sacco