Domenica pomeriggio allo Stadio Simonetta Lamberti. Cavese-Latina è la mia occasione per vedere finalmente i pontini anche fuori casa. Un’occasione che colgo volentieri perché a causa dei divieti e delle restrizioni sulle trasferte, le partite con due tifoserie stanno diventando purtroppo rarità.

La rivalità in questione risale agli anni ’80 e le due tifoserie si rincontrano per la prima volta da quel campionato 2004/05 che le vide protagoniste di striscioni provocatori, mantenendo viva l’aria antagonista. È una partita che ha il sapore dei vecchi tempi, dove l’inimicizia non era solo diceria ma percepibile anche nella tensione permanente durante e a fine partita.

Ritrovo i metelliani in gran forma, schierati in gran numero come sempre dietro lo striscione “Di padre in figlio ultras”. Ad inizio partita una fumogenata colorata si espande dalla Curva Sud Catello Mari e abbraccia tutto il campo: chi conosce questa tifoseria sa che quella Cavese si contraddistingue in fatto di scenografie, pur nel solco della tradizione, senza troppi effetti speciali roccocò ma sempre molto belle.

I pontini invece si presentano in numero congruo ed efficace (127 stando ai dati) per un’ottima prestazione di tifo e supporto alla squadra in campo. Entrano a primo tempo iniziato, si aggregano dietro lo striscione Latina e mostrano la bandiera del Leone Marciano al centro dello schieramento. Questo simbolo, rappresentativo della tifoseria e della città tutta, assume un senso alto e sacro per loro tale che, la scelta della società di stilizzarlo in un nuovo logo non è stato affatto accettata dai tifosi, che proprio per questo, da inizio campionato, portano avanti la protesta sia in casa che in trasferta al fine di recuperare il vecchio logo. Tra i cori contro la dirigenza, ci sono anche quelli contro Cava e Nocera sempre accompagnati da tanti battimani.

La Curva Sud è un’unica voce che infiamma lo stadio, complice anche il gol del primo tempo che fa sperare in una vittoria significativa. Non manca l’attenzione da parte dei metelliani alle tematiche attuali, ricordando i “morti dello stato” e le scomode verità mai dimenticate dal mondo ultras, e a proposito delle trasferte libere: un tema sentito in particolar modo da questa tifoseria dopo le limitazioni di Benevento e Altamura ai residenti nella provincia di Salerno, e a Giugliano aperta solo per i tesserati, stessa limitazione prevista anche per il prossimo incontro a Picerno.

In entrambe le curve, cori, applausi e tamburi scandiscono il tempo di gioco, una partita agguerrita sia in campo che sugli spalti, che vede il Latina lottare per raggiungere almeno il pareggio ma la vittoria finale arride ai padroni di casa, che festeggiano in un boato di gioia e tifo.

Assistere a partite e tifoserie di questo livello è sempre un piacere per gli occhi e per la mia macchina fotografica, spero solo che questo spettacolo non venga interrotto dai futuri divieti.

Imma Borrelli