Campo sintetico, zero tracce della tifoseria neroverde (se non un anonimo striscione Boys realizzato in pvc), inatteso caldo quasi estivo, impianto sportivo di minute dimensioni, posto nella periferia Sud Est di Roma. Questo lo scenario riguardante la squadra di casa, il Certosa, storico sodalizio capitolino fondato nel 1965 e da anni presente nel calcio dilettantistico laziale (lo scorso anno a un passo dalla Serie D, avendo perso la finale degli spareggi nazionali contro il Fossombrone); si può dire benissimo quindi, che solo la presenza ospite ha reso interessante e vivace la mattinata.
Sempre belli da vedere i roccaseccani: coriacei, arcigni e colorati, presenti in circa 30 unità, sistemati dietro ai loro drappi in tribuna coperta. Belle manate, poderosi cori a rispondere, tifo continuo, sbandierate ininterrotte e una fumogenata sul finale di gara, a suggellare una prestazione di grande livello. Impegno corale che non è mai venuto meno, nonostante la sconfitta di misura registrata sul rettangolo verde e una salvezza che rimane così obiettivo fondamentale da raggiungere in queste ultime battute del torneo. Quella ciociara si conferma, comunque, un realtà ormai consolidata e di ottimo spessore, presente al fianco dei propri colori malgrado il recente saliscendi di categoria dei biancazzurri.
Marco Meloni