Nel 1974 un manipolo di ragazzi diede vita al primo gruppo organizzato al seguito del Chieti, gli Ultras 1974; nessuno di loro, probabilmente, avrebbe mai potuto immaginare che quella avventura, iniziata quasi per caso, sarebbe assurta a tale importanza da divenire parte integrante del movimento calcistico teatino tutto.
In questi 50 anni, metà della storia del Chieti Calcio 1922, la tifoseria abruzzese ha vissuto poche gioie e tanti dolori, ma a fronte delle rare soddisfazioni sportive si è invece registrata una certa vivacità ultras, riconosciuta anche a livello nazionale. Dagli Achaens generation fino ad arrivare agli Irriducibili per poi giungere agli 89 mai domi, i nero-verdi si sono sempre contraddistinti per la cura, quasi maniacale, dell’estetica: dalle sciarpe fino ad arrivare ai due aste, tutto il materiale esposto dalla Curva Volpi è sempre stato di ottima fattura. La storia ultras teatina però è stata scritta anche da altre sigle altrettanto importanti, 330 SLM o Muretto laterale, solo per citare alcuni casi, che oltre ad offrire un contributo importante alla causa, sono stati capaci di ritagliarsi un ruolo centrale all’interno del panorama ultras cittadino.
La tifoseria teatina quest’estate si era trovata ad un passo dal fallimento, l’ennesimo nella loro storia. Ma quando tutto faceva presagire il peggio è arrivata prima l’iscrizione e poi una nuova società, ambiziosa: un fondo svizzero ha rilevato il glorioso club abruzzese ma a calciomercato ormai chiuso. La squadra, costruita in poco tempo e nonostante non fosse tra le pretendenti al salto di categoria, è riuscita con il sudore e l’impegno a stabilirsi nei piani alti della classifica con la speranza di rafforzare l’organico proprio nel mercato di riparazione.
La sintesi di questa storia trova forma nella partita di oggi: il Chieti affronta la Sambenedettese in uno scontro al vertice che nessuno avrebbe mai potuto immaginare, almeno fino a luglio: mezzo secolo di vita da onorare contro un’altra nobile decaduta.
La sfida è attesa da tutto l’ambiente nero-verde, il martedì precedente alla partita i biglietti di curva erano già stati tutti polverizzati, mentre quelli della tribuna sono terminati il venerdì: a due giorni dal match lo stadio era già tutto sold-out. Qualcuno aveva persino auspicato l’apertura della gradinata scoperta, chiusa ormai da tempo per inagibilità: a causa della lentezza della burocrazia il nulla osta però non è arrivato in tempo e quindi i tanti tifosi sprovvisti del prezioso ticket si sono dovuti accontentare della diretta tv, trasmessa dalla App, di proprietà della società teatina, Virgo Tv con cronaca di Amedeo Goria.
Quando manca poco più di un’ora all’inizio del match lo stadio Angelini è già quasi tutto pieno. Per l’occasione la società abruzzese ha organizzato uno spettacolo di intrattenimento, sulla falsariga di quanto ormai avviene nel resto degli stadi di serie A, incentrato su un dj set con Valeria Marini ospite d’onore. Le proprietà straniere, a volte persino con ignorante buona fede, credono di poter stravolgere usi e costumi locali, ma spesso questo si traduce nell’ambizione, quasi sempre velleitaria, di trasformare lo spettacolo calcistico in una sorta di Super Bowl in salsa tricolore: starlette affiancate da presentatori ormai attempati, che “allietano” l’attesa dell’evento con spettacoli non di rado al limite del trash. Mentre il pubblico in tribuna assiste, anche divertito, a quanto la Valeriona nazionale racconta, la Volpi in uno slancio d’orgoglio tributa prima all’ex capitano neroverde Battisti il giusto saluto, e poi mentre la Marini decide di “concedersi” alla curva, con le sue curve ormai logorate dal tempo, quest’ultima dedica le sue attenzioni ai diffidati: resistere alla spettacolarizzazione del calcio, rimarcando con forza il proprio senso di appartenenza, perché poi l’evento principale è pur sempre la partita di calcio.
Quando le squadre entrano in campo inizia lo spettacolo: i cartoncini nero verdi si alzano, al lato vengono srotolati due striscioni, 1974-2024, mentre al centro scende lentamente il logo celebrativo dei 50 anni del movimento ultras cittadino. Il tifo teatino è continuo e costante per tutti i novanta minuti; repertorio ricco, fatto di cori secchi ad altri più ritmati, alcuni dei quali riescono a coinvolgere tutto lo stadio: il coro “se tu salti il Chieti va in vantaggio” viene cantato da tutti gli spettatori presenti e per un attimo ho persino pensato per davvero che il Chieti potesse andare in vantaggio grazie al sostegno dell’Angelini.
Sventolano al cielo bandieroni ben fatti, oltre a molte due aste estremamente curate; tra queste, due mi hanno maggiormente colpito: “area fanatica” in stile ska e “Chieti… Sunday morning call” con il font degli “Oasis” che denotano una certa sensibilità anche per il mondo musicale. Nel corso del secondo tempo viene, infine, issato uno striscione per ricordare Gabriele Sandri, giovane ultras laziale morto nell’ormai lontano 2007. La squadra locale prova a conquistare l’intera posta in palio ma la vittoria non arriva. Quando l’arbitro fischia la fine delle ostilità, la Volpi comunque tributa agli undici in campo scroscianti applausi, soprattutto per l’impegno profuso. La speranza, adesso, è di restare agganciati al treno promozione almeno fino a dicembre, quando con la riapertura del mercato di riparazione si potrà rafforzare un organico che sta comunque già dicendo la sua.
Capitolo tifosi della Sambenedettese. Gli ospiti arrivano in buon numero; i circa 500 biglietti messi a disposizione vengono acquistati tutti in poco tempo: quella rossoblù è una tifoseria che da sempre si è contraddistinta per il suo calore e amore per la causa, anche quando i risultati tardavano ad arrivare, pertanto la loro presenza numerosa non stupisce. Stranamente, rispetto alla “formazione” abituale che contraddistingue i sambenedettesi fuori casa, quest’oggi i marchigiani a Chiesti si presentano con lo striscione “Curva Nord Massimo Cioffi” e sopra le pezze dei vari gruppi, mentre gli eredi dell’Onda d’urto, Vecchia Onda, si mettono al lato del resto tifoseria. Il settore ospiti della città abruzzese non aiuta il sostegno canoro: i cori si infrangono sulla vetrata che divide la curva dalla pista atletica, riducendo di fatto l’impatto. Nel corso della gara espongono due striscioni, uno per ricordare la vicenda di Luca Fanesi, ultras sambenedettese vittima di un pestaggio da parte della polizia durante una trasferta al seguito della sua squadra a Vicenza e l’altro per ricordare a loro volta la morte di Gabriele Sandri. Il pareggio finale permette ai rossoblù di restare ancora in vetta alla classifica e di respingere l’assalto proprio del Chieti, avversario che, per quanto fatto vedere oggi, sicuramente darà filo da torcere fino all’ultima giornata.
Testo e foto di Michele D’Urso