C’è ancora, anche se non si vede. Nascosto dietro al moderno chioschetto delle bevande si vede ancora un murales con la vernice scrostata con uno dei vecchi stemmi, quello legato anche all’ultima esperienza del Como in Serie A. Un’epoca in cui il lago di Como ancora non era il paradiso turistico di lusso odierno e in cui la squadra sembrava quasi un peso per una cittadina sonnacchiosa e poco propensa a un po’ di casino.

Ora c’è una mano di vernice nuova sullo stadio Sinigaglia: non solo quella dei seggiolini dei distinti, resi agibili dopo anni di inutilizzo per ottenere l’idoneità alla massima categoria. C’è una proprietà straniera che sta puntando forte sull’idea di lusso associata al lago di Como, ed è normale chiedersi come cambieranno alcuni equilibri.

Se sulle tribune molti sono galvanizzati dall’idea che Hugh Grant o un’altra star hollywoodiana possa sedersi vicino a loro ed esultare per un gol di Nico Paz, la Curva è preoccupata che questo non avvenga a discapito del legame con la sua anima più popolare. «Abbiamo la consapevolezza di essere stati il punto di partenza che ha spinto questa società a investire: entusiasmo, coreografie, colori, bandiere. Purtroppo vediamo che, sebbene la società sia ambiziosa nella crescita, sembra poco interessata alle radici e al cuore pulsante di queste gradinate», scrivono i tifosi sulla fanzine della curva.

La Curva non ha digerito l’iniziativa di marketing della società di offrire una birra ai tifosi del Napoli che saranno in trasferta al Sinigaglia in febbraio, «mancando di consapevolezza riguardo alla storia e alle tensioni precedenti con la tifoseria partenopea». Motivo da cui è nata la scelta di non esporre gli striscioni. Una scelta il cui impatto visivo è stato esaltato per contrasto dalla spettacolare sciarpata durante l’inno “Comasco dal cuore ubriaco” nel finale di partita.

È stato uno dei momenti più belli del pomeriggio. L’altro è l’applauso dedicato da tutto lo stadio allo striscione dei tifosi del Parma a Gaetano, Michele e Samuel, i tre tifosi del Foggia morti in un incidente stradale al rientro dalla trasferta a Potenza (dedicata a loro anche una pezza esposta sotto al simbolo dei Distinti Saluti, un gruppo del settore distinti del Como: “Ai figli dello Zaccheria”). Il settore ospiti era ben nutrito e galvanizzato dal divieto di trasferta sollevato in extremis dal TAR di Milano, giudicato incongruo e punitivo in quanto riferito ai tafferugli avvenuti tra le tifoserie di Parma e Bologna e non riferibile quindi a profili di rischio nella gara del Sinigaglia.

Quello a Gaetano, Michele e Samuel non è stato il solo tributo che i tifosi emiliani hanno dedicato a un lutto nel mondo ultras: un altro striscione è stato dedicato a Francesco Palmi del gruppo Bulldog del Bari. Due lutti a cui, proprio nella giornata della partita, si è aggiunto quello di Gaetano “Ghezzo” Malinverno, grande tifoso lariano.

Sotto la vernice nuova, la patina scintillante di star hollywoodiane e narrazione destinata a un pubblico straniero, ci sono ancora nuvole di fumogeni che si levano di fronte alle ricche ville lariane e c’è ancora un cuore ultras che batte e che pretende di non essere ignorato.

Damiano Benzoni