Domenica pomeriggio, guido lentamente sull’autostrada verso la costiera amalfitana, ma non è il mare la mia meta finale, bensì la finale nazionale dei playoff di Eccellenza Costa D’Amalfi – Bisceglie.

Da Vietri sul mare mi dirigo verso Maiori, e tra una curva e l’altra mi godo dal finestrino lo spettacolare panorama della costiera, riconosciuta come Patrimonio dell’umanità dell’Unesco nel 1997, e rinomata in tutto il mondo per la sua bellezza naturalistica.

Qua e là compare qualche striscione in riferimento all’evento calcistico tanto atteso dai tifosi locali e mi chiedo se i turisti se ne accorgano, perché c’è frenesia palpabile nell’aria.

Raggiungo lo stadio “San Martino” di Maiori in anticipo e ho la conferma che c’è attesa e fame di vittoria nell’aria. I ritmi che precedono una partita sono scanditi dai posizionamenti della stampa, dai palleggi dei giocatori in campo che si scaldano, i saluti del pubblico che arriva e si ritrova, e gli ultras che iniziano a posizionare il proprio materiale.

Questo incontro tanto atteso ha purtroppo un inizio amaro, poiché alla tifoseria del Bisceglie la trasferta è vietata. Un vero peccato considerata l’importanza della posta in palio, ma effettivamente, guardandolo con i miei occhi, lo stadio per quanto caratteristico e particolare, considerata la sua posizione sotto la roccia naturale, ha un a capienza limitata e una logistica complicata. Fatto sta che in settimana la società pugliese aveva chiesto di cambiare stadio per permettere ai propri tifosi di partecipare: la partita inizialmente era aperta agli ospiti con un numero limitato di biglietti. Purtroppo però la richiesta non viene accettata e la trasferta viene vietata a breve. Un plauso alla cinquantina di ultras che nonostante tutto arrivano allo stadio al fischio d’inizio, anche se non vengono fatti entrare. È invece e comunque presente un buon numero di tifosi nel settore a sostenere la propria squadra in assenza degli ultras. Lode alla buona volontà ma senza gli ultras non è la stessa cosa.

Uomini, donne e bambini, si riempie la curva, e a prendere posto arrivano anche alcune famiglie di turisti, formate da papà con figli che chissà se inconsapevoli o meno, vivranno in diretta un sogno che si avvera.

“Che bella vita è… Voglio viverla insieme a te”. La tifoseria del Costa D’Amalfi è bella carica, iniziano i battimani già durante l’allenamento della squadra in campo. Al fischio d’inizio la Curva è completamente riempita di tifosi e lo spettacolo si fa serio: una coreografia di vessilli che li rappresentano, avvolgono tutto, i colori di casa sono i protagonisti con bandiere e fumogeni azzurri, mentre il campo si satura dei fumi dei fumogeni colorati innescati dal lato opposto.

La partita è agguerrita e anche la tifoseria è instancabile. Cori e battimani senza sosta accompagnano la sofferenza iniziale dei giocatori della squadra di casa in campo, che termina il primo tempo sotto di un punto. Non è ancora il momento di vacanze e mare, qui si combatte per il titolo e la tifoseria è presente, in maniera eccelsa.

I tempi regolamentari si concludono con i padroni di casa che nel frattempo sopraggiungono al pareggio. Stesso risultato della gara di andata. Si rendono necessari i supplementari, appendice in cui su calcio di punizione il Costa d’Amalfi trova la rete che spezza l’equilibrio: è Serie D, per la prima volta nella storia, ed è un sogno che diventa realtà. Lacrime dei giocatori avversari consolati sportivamente anche dai vincitori. Una marea di cuori si riversa nelle strade del centro a festeggiare questa giornata storica. La Costa d’Amalfi non è più solo un paradiso turistico per conto terzi, ma anche una gioia tangibile e reale vissuta da protagonista dalla propria comunità.

Imma Borrelli