Fasano e Gravina si sfidano nella della terza giornata del girone H di serie D, una gara che vede opposte due compagini che in questa stagione vogliono tenersi lontane, a differenza dello scorso campionato, dalla bagarre per la salvezza, obbiettivo raggiunto da entrambe solo nell’ultima gara di campionato.

I murgiani sono guidati dall’ex di turno Luca Tiozzo, il quale seppur esonerato nella terz’ultima gara di campionato di un anno fa, viene accolto dagli applausi da buona parte degli spettatori presenti in tribuna.

La gara ha inizio con le squadre radunate a centrocampo per un minuto di raccoglimento in onore di Totò Schillaci, capocannoniere dei mondiali ad Italia ’90, icona delle “notti magiche”; l’omaggio al grande bomber palermitano, viene accompagnato, così come al “Santiago Bernabeu” di Madrid, con le note di Ennio Morricone e del brano omonimo del film “C’era una volta il west”: il pubblico in religioso silenzio attende la fine dei sessanta secondi per poi tributare un lungo applauso.

La curva di casa si presenta in buon numero e con cori secchi verso la squadra, alla ricerca della prima vittoria. Numerosi sono gli omaggi canori verso i diffidati e contestualmente viene issato uno striscione a favore dei gemellati empolesi, colpiti da numerosi daspo in settimana, a margine dello scontro salvezza nella penultima giornata del campionato scorso.

La gara vede il Gravina, dopo una fase di studio inziale, guadagnare metri e passare in vantaggio con il suo uomo più pericoloso, Domenico Santoro, il quale va raccogliere i meritati applausi dei tifosi ospiti assiepati nel settore a loro dedicato.

La tifoseria di casa, incurante del risultato, continua a sostenere la squadra che prova a raggiungere quel pareggio che le permetterebbe di andare al riposo con più tranquillità.

Poco prima del quarantacinquesimo, il ricordo da parte della curva di un tifoso storico fasanese, scomparso in settimana, viene accolto dall’applauso di tutto lo stadio, ospiti compresi.

Pronti via ed il Gravina riprende sullo stesso canovaccio della prima frazione con il Fasano totalmente alle corde, tanto che dopo un paio di occasioni trova il raddoppio con capitan Chiaradia, mandando in visibilio la tifoseria gialloblu, presente in una trentina di unità, che si sente con sporadici cori solo ed esclusivamente in occasione delle due marcature.

Pochi minuti dopo, un calcio di rigore fallito dall’uomo più pericoloso del Gravina, ossia Domenico Santoro, permette al Fasano di restare in gara, grazie soprattutto alle parate miracolose del portiere di casa Raoul Lombardo, di gran lunga il migliore in campo degli undici biancoazzurri.

Si leva anche uno striscione in ricordo di Denis Bergamini, ex calciatore cosentino, per il quale viene chiesta verità e giustizia dopo trentacinque anni dalla sua morte misteriosa.

Il calcio di rigore guadagnato e fallito all’ultimo minuto dal fasanese doc Francesco Losavio, pone fine alle ostilità, ma se da parte murgiana c’è fiducia ed ottimismo per il futuro, tra i padroni di casa questa battuta d’arresto pone la compagine davanti alla tifoseria organizzata la quale urla a gran voce: “Meritiamo di più!”

Testo di C.O.
Foto di Riccardo Dibiase