Il primo turno della Coppa Italia di serie C si gioca il 10 agosto alle ore 21:00, una data sicuramente poco congeniale per chiunque ma non per chi, come gli ultras, attende con trepidazione l’inizio della stagione agonistica. Coppa o campionato conta poco, l’importante è ritornare sugli spalti.

Al De Cristofaro di Giugliano, comune di oltre centomila abitanti alle porte di Napoli, si affrontano la squadra locale e il Campobasso, quest’ultimo neopromosso in serie C. Per i molisani il ritorno tra i professionisti è stato quasi immediato: dopo il fallimento (l’ennesimo) dell’estate del 2022, infatti, la “pena” scontata nei campionati dilettantistici è durata appena due stagioni. I campani, dal canto loro, dopo i fasti degli anni Novanta hanno dovuto faticare non poco per tornare nel calcio che conta e oggi sono alla loro seconda stagione consecutiva in terza serie.

Il match riporta con la mente al tramonto dello scorso millennio, precisamente alla stagione 1997-1998, quando le due compagini, che militavano nel girone G dell’allora Campionato Nazionale Dilettanti, si giocarono l’accesso alla vecchia serie C2. Fu un testa a testa avvincente, che vide i campani spuntarla per appena un punto. Lo scontro diretto del 19 marzo 1998 ebbe come teatro il vecchio stadio del Giugliano, collocato nel centro della città. Almeno tremila spettatori fecero da cornice al match, che si disputò su un polveroso manto in terra battuta; molti erano assiepati sui tetti delle case intorno, pur di assistere a una delle partite più importanti della storia del club campano. Contemporaneamente più di tremila tifosi rossoblù, che non erano riusciti a unirsi al contingente degli ultras molisani presenti a Giugliano, si riversarono nelle strade del capoluogo del Molise per vedere la diretta Rai trasmessa su un maxischermo. In quel Campobasso giocava un certo Maiellaro, che allora disputava le sue ultime partite con il “Lupo” dopo un’importante carriera passata tra i campi di serie A e di serie B. Oggi, rispetto ad allora, non sono cambiati solo gli attori, ma anche la scena: a partire dalla stagione 2000/2001, i gialloblù disputano le proprie partite casalinghe in uno stadio più accogliente, che può contenere fino a seimila spettatori; come il vecchio, è intitolato ad Alberto De Cristofaro, già giocatore del Giugliano negli anni Quaranta e Cinquanta dello scorso secolo.

Le gare tra molisani e campani furono infuocate dentro e fuori, ma di quella rivalità oggi non sembra esservi traccia. I molisani, arrivati in Campania in oltre 100 unità, tifano per tutti i 120 minuti senza mai dedicare cori offensivi ai propri dirimpettai e altrettanto fanno gli ultras del Giugliano. Le due tifoserie, non essendosi incontrate per diverse stagioni, preferiscono, insomma, non tramandare antiche “antipatie”, nate probabilmente non tanto per ragioni di campanile quanto per questioni calcistiche, che nell’ambito delle dinamiche ultras possono anche essere poste in secondo piano o “morire” se non alimentate negli anni.

Lo stadio non presenta un colpo d’occhio importante: la tribuna di casa, divisa in due zone, presenta vuoti nella parte destinata ai tifosi “meno accesi”, mentre in quella occupata dagli ultras del Giugliano si presenta abbastanza piena, con tutti i gruppi gialloblù, Kumani 97-Briganti-Teste Matte-Brigate Boys, al solito posto di comando. Appena le squadre scendono in campo, nel settore di casa viene esposto lo striscione “rispetto per noi che ci siamo”, accompagnato dallo sventolio di bandieroni molto curati. Il tifo dei padroni di casa è costante per tutto l’arco della gara, aiutato dal suono del tamburo. Molti cori sono dedicati ai diffidati e ai valori ultras. La vittoria finale, che arriva solo nei tempi supplementari, ripaga gli sforzi dei giuglianesi, che nonostante caldo e orario non hanno mai smesso di incitare gli undici in campo.

Come detto, da Campobasso giungono oltre 100 supporter che offrono un’ottima prestazione canora, alternando cori in inglese, come il C’mon wolves, ad altri in tipico dialetto campobassano. Le due sigle principali del tifo molisano, Bad Brainz e N.F.O., sventolano per tutta la durata della gara, supplementari compresi, bandieroni e soprattutto bandierine con i propri simboli; quelle dei B.B. completamente fatte a mano, mentre quelle degli NFO stampate. La sconfitta non affievolisce minimamente il loro sostegno, anzi, quando ormai la sconfitta è certa, i campobassani si esibiscono in una riuscitissima sciarpata.

Sul fronte dell’ordine pubblico nulla segnalare.

Michele D’Urso