Il turno infrasettimanale della settima giornata di D si disputa in un piovoso mercoledì di ottobre. Scelgo per l’occasione la sfida Guidonia-Terracina, una gara del girone G. Le due squadre vivono un buon momento. Il Guidonia, che ha costruito uno squadrone: secondo gli addetti ai lavori è la favorita alla vittoria finale, ma attualmente staziona al secondo posto in classifica; il neopromosso Terracina, invece, finora sta disputando un campionato più che dignitoso, dopo i problemi societari di inizio stagione, e occupa la parte centrale della graduatoria.

Opto per il “Comunale” di Guidonia anche per immergermi in un passato ormai remoto, dato che manco da questo impianto praticamente da oltre vent’anni, e già so che vedrò miriadi di cambiamenti. A partire dalla “nuova” squadra locale: il Guidonia Montecelio è una società relativamente giovane che eredita il titolo dal Monterosi, arrivato fino alla terza serie pur non avendo mai giocato nel proprio comune di appartenenza. Con l’avvento del presidente Mauro Fusano, famoso imprenditore nel ramo commerciale, fondatore del marchio Maury’s, il Monterosi si è trasferito a Guidonia, cambiando anche la denominazione in Guidonia Montecelio FC, nome che racchiude l’intenzione di unire in una sola compagine le due storiche realtà cittadine: il Guidonia e il Montecelio, che militano nelle serie minori. Il Guidonia, sul finire degli anni Novanta e la prima decade dei Duemila, disputò vari campionati di serie D, prima di finire nell’oblio fino all’attuale campionato di Prima Categoria; il Montecelio invece non è andato mai oltre il campionato di Promozione, dove milita attualmente.

Rispetto ai presidenti moderni bisogna riconoscere che Fusano fa di tutto per avvicinare le persone allo stadio: nella partita odierna, ad esempio, l’acquisto del biglietto vale qualche gadget in omaggio; i prezzi di cappelli, gagliardetti, magliette sono davvero irrisori e tutti possono prendere il caffè gratuitamente; insomma, se nel calcio in tanti si riempiono la bocca dicendo di voler portare gente allo stadio, ogni tanto ce n’è qualcuno che non si limita alle parole.

Climaticamente la giornata non è delle migliori, una volta entrato sul rettangolo verde comincia una leggera pioggia che man mano si fa sempre più fitta. Se questo disincentiva, l’Avanguardia, il gruppo che segue le sorti del Guidonia Montecelio, è già pronta ad incitare la squadra dietro il proprio striscione e lo stendardo 1937, anno di istituzione del comune unificato di Guidonia Montecelio.

Il settore ospiti, che si trova dalla parte opposta della tribuna locale, è rappresentato da due tribune in ferro, che però resteranno vuote. A pochi minuti dal fischio d’inizio, infatti, con le squadre già in campo ecco arrivare il contingente ospite, che si accomoda nella stessa tribuna dei locali ed espone una pezza targata Curva Mare, oltre ad una seconda per i diffidati. Può dunque cominciare la sfida degli spalti.

Nel primo tempo i padroni di casa tifano in modo continuo pur sotto la pioggia incessante, con il bandierone che sventola senza soste. Ci penserà la squadra a dar loro la spinta giusta, quasi a ripagarli del sacrificio che stanno affrontando, siglando tre gol nei primi quindici minuti di gioco con Icardi, El Bakhtaoui e Tounkara. Sulle ali dell’entusiasmo gli ultras del Guidonia, anche se non numerosissimi, tifano con poche pause, effettuando diversi battimani.

Nel secondo tempo la musica non cambia e la loro prestazione resta sulla falsariga di quella offerta nel primo tempo, con il bandierone sventolato incessantemente e tanti battimani ad accompagnare i cori. A voler essere pignoli, impreziosirebbe il tifo qualche coro in più nel repertorio, perché alcuni vengono ripetuti più volte a distanza di un lasso di tempo relativamente breve.

Nel finale di partita, al novantesimo, arriva la ciliegina sulla torta con il quarto gol siglato dal neoentrato Giordani, che fissa il punteggio sul 4-0 e porta il Guidonia in prima posizione, nel lotto delle favorite alla vittoria finale del campionato.

Passando ai tifosi ospiti, si nota una divisione almeno dal punto di vista visivo con una parte dei presenti che tifa dietro lo stendardo Curva Mare, sigla unitaria che aggrega Ultras 1994, Centro Storico, Mods e Blue White Korps, mentre un secondo blocco con materiale targato Terracinesi, si colloca più defilato e meno attivo nel partecipare ai cori.

Nei primi minuti i tirrenici colorano la loro zona sventolando diverse bandiere, poi cominciano ad incitare la squadra, ma il compito è chiaramente reso difficile dagli eventi del campo, che però non li abbattono, con cori e battimani in risposta al pesante passivo. Nel secondo tempo, paradossalmente i tigrotti sembrano migliorare la loro prestazione canora, proponendo inoltre qualche bella sbandierata con un paio di stendardi a colorare ulteriormente il settore. Certo, il sostegno non è sempre continuo, ma sfido qualunque tifoseria a reggere per novanta minuti quando il tabellino segna un pesante 4-0 per gli avversari. Nonostante ciò, al triplice fischio la squadra viene applaudita ugualmente, anche perché non sono queste le partite in cui cercare punti salvezza. Dalla parte opposta, gli atleti locali cantano insieme ai propri tifosi, con la consapevolezza di essere un gruppo tecnicamente forte e pronto a giocarsela fino alla fine.

Finalmente, alla fine anche Giove Pluvio chiude i rubinetti. Mi concedo un’esplorazione intorno al perimetro dello stadio, per tastare i cambiamenti avvenuti in tutti questi anni. La mia passeggiata è rilassante e mi offre la possibilità di viaggiare tra i ricordi, quando non ancora maggiorenne usavo l’abbonamento di mia madre per raggiungere gratuitamente in treno le varie località in cui si disputavano le partite che decidevo di seguire. Mi viene nitidamente in mente la mia prima volta a Guidonia nel lontano 96-97, per vedere gli jesini, e tutte le altre occasioni in cui mi arrampicavo sul muro di cinta per cercare di fotografare le tifoserie ospiti. Allora c’era una lunga tribuna formata da quattro o cinque gradoni, bassa e senza copertura, e priva di settore ospiti, cosa sempre più rara per gli standard attuali. La mia full immersion nel passato prosegue con l’aiuto di un dirigente locale che resta sorpreso dai miei ricordi e mi rinfresca la memoria sui cambiamenti accorsi dalla mia ultima volta a Guidonia: a partire da parcheggi, strade e case nella collina sovrastante l’impianto. Finisco la piacevole chiacchierata e prendo la via di casa constatando che anche un nostalgico come è riuscito a trovare dei risvolti positivi a distanza di anni, a dimostrazione di come le innovazioni non siano sempre negative.

Testo e foto di Marco Gasparri