Allo stadio intitolato ad Aldo Drosina di Pola, calciatore nato nella città istriana quando la stessa era ancora capoluogo di provincia della Venezia Giulia, si affrontano l’Istra 1961 e la Dinamo, rappresentativa della capitale Zagabria, squadra più titolata di tutta la Croazia. Le terre di confine come l’Istria, naturalmente ed inevitabilmente assorbono tutte le influenze dei territori circostanti e delle dominazioni che nel tempo si sono succedute, stratificando in loco tutte le diversità culturali e storiche che poi hanno reso quello che oggi lo stesso è diventato.
Sarebbe impossibile fare un approfondimento storico, culturale e politico di Pola e dell’Istria parlando oltretutto all’interno di un racconto del tifo, ma è altrettanto lampante che oltre a quella italiana e nello specifico veneziana, notevole è stata anche l’influenza jugoslava prima e croata poi. Lo si evince specialmente in una gara particolare come quella contro la Dinamo Zagabria, che cade proprio nei giorni dell’anniversario della scomparsa di Blago Zadro, comandante delle forze croate durante l’assedio di Vukovar, morto proprio durante un attacco dell’esercito jugoslavo e per questo considerato fra gli eroi nazionali croati. A lui sono dedicati uno striscione dei “Demoni” di Pola e una pezza con il suo volto esposta dai “Bad Blue Boys” della Dinamo, mentre nel secondo tempo entrambe le tifoserie canteranno insieme cori univoci per Vukovar e alcuni inni nazionalisti.
Diverse altre le note di cronaca offerte dalle due fazioni, distintesi inoltre per il ricorso all’immancabile pirotecnica, una piccola ma gradevole coreografia dei padroni di casa con un bandierone copricurva e alcune bandierine. Molto più asciutta ma non per questo meno impattante la presenza degli ultras di Zagabria, accorsi a questo incontro in numeri davvero importanti. In ultimo, si segnala la presenza dei “Šajete Boys” dello Jadran Poreč a rinforzare le file dei gialloverdi locali, mentre la gara in campo si conclude con un inatteso pareggio per 2-2, raggiunto solo a dieci minuti dalla fine e per giunta su rigore dai ben più blasonati ospiti, tra l’altro in superiorità numerica per gran parte del secondo tempo: evidentemente su testa e gambe dei campioni in carica ha anche pesato l’imminente e più importante trasferta di Champions in casa dell’RB Salisburgo.
Foto di Anej Ujčič