Nel weekend della cosiddetta “pausa nazionali”, la società Juventus ha avuto la brillante idea di far disputare il big match della propria formazione femminile contro le campionesse in carica della Roma, nel prestigioso scenario dello Stadium.

La risposta di pubblico è stata importante: circa trentamila spettatori, agevolati da biglietto d’ingresso e parcheggio totalmente gratuiti. Personalmente, invece, questo evento rappresenta l’occasione più unica che rara di ritrovarsi a bordo campo in uno degli stadi italiani più importanti e moderni del paese.

E il tifo? Beh il tifo c’è, anche se non agli stessi livelli della serie A maschile ovviamente. Sono però due realtà diverse che vanno contestualizzate ognuna nel suo mondo di riferimenti e valori anziché metterli stupidamente a confronto. In Curva Sud campeggia addirittura lo striscione di un gruppo, DOMINIO BIANCONERO, posizionato nella parte centrale con tanto di tamburo alle sue spalle e capace, nella sua componente attiva, di coinvolgere il resto del settore e in alcuni frangenti anche buona parte dello stadio.

Nello spicchio riservato solitamente agli ospiti ci sono circa un centinaio (o forse qualcosa in più) di tifosi giallorossi, dietro allo striscione ROMA WOMEN FAN CLUB. Di questi, solo una ventina restano in piedi per tutti i novanta minuti ad incitare la propria squadra. Scorgo inoltre anche altri tifosi romanisti presenti sia nei settori limitrofi che in altre zone dello stadio.

Molti dei cori proposti da una parte e dall’altra sono gli stessi che si sentono nelle rispettive curve “maschili” con la differenza che non ci sono cori ostili e nemmeno parolacce. Per certi versi ricorda molto l’atmosfera di tanti palazzetti di pallavolo, specie femminile, fomentati dall’agonismo in campo e partecipi dello stesso ma senza mai trascendere. Se come dicevano Valerio Marchi, Alessandro Dal Lago e fior fiori di sociologi il tifo è una battaglia rituale e simbolica, qua la battaglia si limita alla tenzone in campo. Anche nel calcio femminile esiste, insomma, una forma tutt’altro che larvata di tifo organizzato, ma direi tranquillamente che parliamo di supporter e non già di un tifo improntato sullo stile ultras.

Ad essere sincero, questo modello di tifo mi pare perfettamente adatto e centrato con il contesto, anche se c’è da dire che ci sono tante altre realtà, specie in paesi dalla fortissima cultura polisportiva come la Grecia e tutti gli altri dell’area balcanica, dove gli ultras sostengono indifferentemente sia la squadra maschile che quella femminile, sia di calcio che di qualunque altro sport rappresenti il proprio sodalizio e con esso la propria città. A tal proposito mi vengono in mente le immagini degli ultras del PAS Giannina al seguito della loro squadra femminile di basket in trasferta a Sassari qualche settimana fa, che hanno sostenuto fin’oltre la sirena, nonostante un passivo molto pesante ed una trasferta lunga e difficoltosa.

Sul campo, per concludere, la gara termina col punteggio di 2-1 in favore delle padrone di casa e con le ragazze in giallorosso che vanno sotto al settore ospiti per salutare i propri tifosi, mentre le bianconere salutano un po’ tutto lo stadio, con particolar riguardo verso la sud, settore con i sostenitori abituali dal quale hanno ricevuto il sostegno più caldo.

Testo e foto di Alan Cacciatore