Entrando sul terreno di gioco del “Gran Sasso d’Italia”, dall’altoparlante riecheggia uno degli slogan di squadra più belli fra quelli di tutte le società italiane, vale a dire: “L’Aquila, la squadra della gente”; la stessa gente che ha combattuto (e non poco) circa 15 anni fa con quel terribile terremoto che ha raso al suolo buona parte del capoluogo abruzzese.

Oltre al sisma, nel 2018 la squadra di calcio locale conobbe l’onta del fallimento e di un’umiliante ripartenza dal campionato di prima categoria abruzzese, ma grazie al supporto attivo e all’ingresso dei tifosi in società, pian piano hanno saputo scalare le gerarchie del calcio regionale, riconquistando la quarta serie persa nell’anno della debacle economica.

Con queste premesse, assisto al big match odierno del girone F di Serie D, tra i rossoblu locali e quelli molisani del Campobasso che, dopo la bellissima sfida dell’andata, andava seguita anche al ritorno in terra abruzzese per avere un quadro quanto più esaustivo dello stato dell’arte delle due tifoserie.

Quattromila spettatori quest’oggi. Sì, avete letto bene, questi sono i presenti in questa domenica nella bella cornice del “Gran Sasso D’Italia-Italo Acconcia”, bell’impianto di recente costruzione (tutto senza barriere), che ancora necessita di qualche ritocco extra, ma che comunque fa già la sua bella figura.

Se il settore distinti lo trovo chiuso per manutenzione, la tribuna e la curva sud locale sono gremite in ogni ordine di posto. Ovviamente massima attenzione al settore popolare aquilano, capitanato dallo storico gruppo dei Red Blue Eagles 1978 che, come biglietto da visita, offre una bellissima coreografia: tante maglie rossoblu su due aste (con impressa proprio la sigla R.B.E) alle quali si aggiunge un tappeto di cartoncini verdi ed un mega striscione in vetrata che recita: “DELLA MAGLIA INNAMORATI AL DI LÀ DEI RISULTATI”; e che rimarrà poi esposto per tutta la partita.

Veramente degno di nota lo spettacolo allestito dagli ultras aquilani, alla fine del quale parte il sostegno verso la squadra: come nella partita di andata, spiccano per l’originalità dei cori effettuati con continuità nei novanta minuti.

Bel mix di cori secchi e continui, sia per la squadra che per gli amici diffidati che sono costretti nel mentre a firmare; verso la fine del primo tempo si rivede lo sventolio delle bandierine degli R.B.E che crea un bell’effetto ottico, irrobustito dai due bandieroni tenuti in alto nella parte bassa del settore.

Nel secondo tempo in cui staziono sotto la loro curva, è anche apprezzabile l’utilizzo del tamburo nell’accompagnare i cori. Il tifo s’impenna dopo la rete della loro squadra, con tutto il settore ed anche vari tifosi in tribuna che si uniscono ai cori provenienti dal centro curva.

Picchi di decibel al momento della rete del 2-0 nei minuti finali, allorquando si vede anche una bella fumogena, mentre tutto il pubblico festeggia questo successo che proietta la loro squadra nelle zone alte di classifica.

Capitolo ospiti: da Campobasso arrivano circa 650/700 tifosi, suddivisi tra curva (500 biglietti venduti in 30 minuti in prevendita) ed altri 150/200 che trovano spazio nella tribuna laterale.

Anche loro offrono una coreografia, messa in scena dopo il minuto di raccoglimento per Gigi Riva: delle bandierine rosse e blu vengono sventolate all’unisono, in baggiunta ai bandieroni dei gruppi nella parte alta del settore; più “semplice” rispetto a quella dei locali, ma ugualmente ben riuscita.

Nel primo tempo sono sotto al loro settore, a livello vocale trovo apprezzabile il mix di cori secchi e più continui, col classico “Campobasso spezzato” autentico cavallo di battaglia della tifoseria molisana, quello che raccoglie più consensi e raggiunge i decibel più alti; purtroppo ai lati non tutti sostengono la squadra ed un distacco non solo vocale ma anche fisico, che si ripercuote in una perdita di compattezza fra la parte centrale e il resto del settore.

I gruppi principali della Curva Nord Michele Scorrano presenziano tutti coi drappi in mano, in primis il gruppo N.F.O che si fa notare per varie bandierine oltre al bandierone tenuto in alto tutta la partita. Spetta invece al gruppo Bad Brainz l’onore e l’onere di spronare il pubblico nel sostegno alla loro compagine. Molto bella la sciarpata effettuata prima del fischio che manda le squadre a bere il canonico the caldo, mentre ad inizio secondo tempo viene effettuata una coriandolata con cartoncini bianchi a cui partecipano un po’ tutti i presenti.

Il sostegno nel cuore del settore ospiti non manca, ma per parecchi dei presenti la rete subita è un’autentica “mazzata morale”, tanto che molti si sfileranno dal sostegno attivo, lasciando ai soli gruppi organizzati il compito di tenere viva la fiammella fino al triplice fischio finale.

Da “pollice in su” il loro ultimo scorcio di partita in cui, nonostante il passivo salga a due reti a zero, rincarano la dose offrendo il massimo sostegno ai propri atleti in campo. La giornata sugli spalti degli ultras campobassani finirà ben oltre il fischio finale, con cori dedicati al movimento ultras in generale.

Assoluto rispetto tra le due tifoserie, anzi c’è da menzionare una delegazione di ultras ospiti che prima della partita si reca al Parco Ultras d’Italia, area ricostruita dopo il sisma grazie proprio al contributo economico dei gruppi organizzati di tutto lo Stivale.

Due belle tifoserie che hanno dimostrato nei fatti di meritare altre categorie, mentre ci tengo infine a ringraziare Luca, storico fotografo aquilano per l’accoglienza e tutte le spiegazioni in merito a questa tifoseria e questa squadra.

Francesco Passarelli