Domenica mattina: la città è da poco sveglia quando parto in direzione Latina, sotto un cielo nuvoloso e un clima fresco, tipicamente autunnale. Il viaggio verso il capoluogo pontino scorre tranquillo, anche grazie all’assenza quasi totale di altre macchine in circolazione, permettendomi di godere appieno del paesaggio, che lentamente si immerge nei tipici contorni offerti dall’Agro Pontino.

Latina e Giugliano arrivano a questa sfida con stati d’animo e situazioni di classifica differenti. I nerazzurri sono reduci da alcune prestazione altalenanti e cercano un successo per uscire dal pantano che potenzialmente li risucchia verso la zona retrocessione. I campani, invece, arrivano da affermazioni importanti come quella a scapito di Foggia e Catania, vittorie che hanno permesso di stabilirsi nelle zone alte della classifica. Prima della gara c’è spazio per Lorenzo Di Livio – figlio di Angelo, ex centrocampista di Juventus e Fiorentina, nonché della Nazionale -, che viene premiato per le sue cento presenze con la maglia nearazzurra.

A pochi minuti dal fischio d’inizio gli ultras latinensi fanno il loro ingresso nel settore, affiggendo il consueto materiale, tra cui spicca lo striscione di protesta contro il nuovo logo. Durante la partita i nerazzurri si mettono in mostra con una bella prova canora, sventolando per tutti i novanta minuti le loro bandiere, accedendo di tanto in tanto torce e fumogeni e sostenendo con intensità i propri colori.

Nel settore ospiti i giuglianesi formano il loro classico quadrato, cominciando sin da subito a sostenere la loro squadra con cori forti e secchi. Sebbene il numero non sia da capogiro (123 i tagliandi staccati), confermano la voglia di mostrare il legame e la fede per i propri colori con una performance davvero brillante, culminata con la sfrenata esultanza al gol che permette ai flegrei di sbancare il Francioni. Una bella rete, giunta su calcio di punizione nella ripresa, che fa esplodere il contingente gialloblù, che dopo la sconfitta in extremis subita al De Cristofaro contro l’Altamura, rivede la luce dei tre punti. Il coro finale “Vi vogliamo così” sa quasi di liberazione per loro.

Termina così con la delusione dei circa 1.500 spettatori pontini, i quali storcono il naso di fronte a una gara non propriamente indimenticabile dei propri beniamini, guardando con preoccupazione al futuro prossimo. Grande gioia invece per Valerio Bertotto, oggi alla guida delle Tigri gialloblù e che tutti ricorderemo come storico capitano dell’Udinese a cavallo tra gli anni novanta e metà dei 2000, quando raggiunse l’apice della propria carriera e soltanto uno sfortunato infortunio al ginocchio gli precluse la possibilità di partecipare ai Mondiali di Corea e Giappone del 2002. Nel turno successivo il Latina sarà impegnato sul campo del Benevento, mentre il Giugliano ospiterà quell’obbrobrio chiamato Juventus Next Generation. Tra le due tifoserie indifferenza totale.

Marco Meloni