Domenica 11 agosto 2024, alle ore 20:00 il Latina e il Perugia sono scesi in campo al “Francioni” per la prima partita ufficiale della stagione, coincidente con il turno preliminare della Coppa Italia Serie C. L’ultimo incrocio tra i nerazzurri e i biancorossi risaliva alla primavera del 2017, quando la compagine laziale e quella umbra militavano in B.

Sono arrivato nel capoluogo pontino intorno alle 19:00, impaziente di rimettere piede in uno stadio dopo un mese e mezzo senza calcio. Nel tragitto verso l’impianto pontino, precisamente all’altezza dell’incrocio tra Viale XXI Aprile e Viale dello Statuto, ho notato uno striscione che invitava tutta la città a prendere posto in curva per il debutto stagionale mentre all’esterno della Curva Nord campeggiava uno striscione per l’indimenticato Sandrone. Arrivato a destinazione, ho effettuato un breve giro all’esterno del “Francioni”, per respirare l’atmosfera del prepartita e osservare i tifosi nerazzurri in fila ai botteghini. Ho scattato la solita foto alla facciata monumentale dello stadio, che fu realizzata negli anni Trenta del secolo scorso secondo i canoni dello stile architettonico razionalista. Quando mancava mezz’ora all’inizio delle ostilità sono quindi entrato in campo.

Messo piede sul prato ho subito rivolto uno sguardo al settore ospiti. Il gruppo perugino della Brigata era già sistemato nella tribunetta laterale ed effettuava i primi cori e battimani. Successivamente sono entrate le altre compagini del tifo organizzato biancorosso (Ingrifati, Armata Rossa e Nucleo XX giugno), che hanno invece preso posto nella zona centrale. Altri tifosi, non riconducibili ai gruppi ultras, erano in posizione più defilata; tra loro ho notato un ragazzo con lo stendardo Città di Castello c’è e diversi sostenitori del club Quelli del Santa Giuliana, che prende il nome dall’impianto che ha ospitato per un quarantennio le gare casalinghe del Perugia. Contestualmente i settori di casa accoglievano i tifosi locali, che effettuavano il loro primo ingresso stagionale nello stadio inaugurato nel 1935 e intitolato, dal 1996, a Domenico Francioni, già presidente del sodalizio laziale.

Nella Nord prendevano posto, come sempre, i ragazzi del Leone Alato, che esponevano sulla recinzione uno striscione in cui esprimevano il loro disappunto verso il nuovo logo del Latina. Nel corso dell’estate lo stemma della società pontina è stato infatti modificato, ma la tifoseria nerazzurra non ha gradito tale operazione. Come ho avuto modo di leggere nella fanzine della Curva Nord distribuita all’esterno, gli ultras nerazzurri non hanno condiviso la scelta di estromettere dal disegno la Torre comunale di Piazza del Popolo, che per loro è il simbolo del capoluogo dell’Agro pontino. I sostenitori latinensi, inoltre, hanno scritto di non riconoscersi neanche nella nuova maglietta, che è ispirata alla mitologia greca (nello specifico, alla leggenda dell’incontro tra Odisseo/Ulisse e la dea Circe, raccontato nel decimo libro dell’Odissea e localizzato nel promontorio del Circeo).

All’ingresso in campo delle squadre ho osservato, nei distinti, la solita sbandierata dei Veterani, mentre nel settore ospiti veniva aperto uno striscione per salutare la nascita di un piccolo grifone. Ho deciso di seguire il primo tempo sotto la Nord, per poi posizionarmi, nella ripresa, sul lato corto vicino al settore ospiti. I primi quarantacinque minuti di gara sono stati caratterizzati da un tifo intenso sia da parte dei latinensi che dei perugini, nonostante l’afa di questa serata di metà agosto. I pontini hanno fatto ricorso a una mescolanza di cori a ripetere e lunghi. Oltre a quelli classici per i colori nerazzurri, se ne sono registrati altri di contestazione verso la società e il presidente Terracciano. Non sono mancati cori per i diffidati e contro i dirimpettai umbri.

A livello visivo hanno sventolato continuamente tre bandieroni e aperto vari stendardi; di questi, uno contro il calcio moderno, l’altro con l’effigie del leone alato marciano. Il re degli animali è il simbolo dell’evangelista Marco, che compose il proprio Vangelo, in greco antico, tra il 40 e il 60 d.C. Emblema della Repubblica di Venezia (detta anche Serenissima), ancora oggi è disegnato nei gonfaloni della città di Venezia e della regione Veneto ed è sempre raffigurato accanto a un libro aperto, in cui si leggono le parole Pax tibi, Marce, evangelista meus. San Marco morì ad Alessandria d’Egitto, ma le sue spoglie furono traslate, nell’Alto Medioevo, a Venezia, di cui divenne protettore. Insieme alla martire Maria Goretti, è anche il patrono della città di Latina e, con altri santi, della diocesi ecclesiastica di Latina-Terracina-Sezze-Priverno. La cattedrale di San Marco, sede vescovile, è il principale luogo di culto del centro laziale. Quando, nel 1932, fu fondata Littoria (l’attuale Latina), San Marco fu proclamato patrono della nuova città per la presenza di numerose famiglie venete nel territorio pontino, che era stato da poco strappato alla palude e alla malaria dalla bonifica integrale voluta dal regime fascista. Tornando alla partita, i pontini hanno effettuato anche tanti battimani e accesso alcune luminarie.

Nel corso della prima frazione pure il tifo umbro è stato continuo e intenso. I ragazzi della Brigata hanno effettuato soprattutto manate e cori secchi, sventolando anche una bandierina. Nella zona Ingrifati-Armata Rossa-Nucleo XX giugno il sostegno era caratterizzato, invece, principalmente da cori tenuti lunghi, con l’accompagnamento di manate, stendardi aperti e bandieroni sempre in movimento, che hanno assicurato la presenza del colore. La prima frazione si è conclusa con il Perugia in vantaggio, grazie al gol realizzato da Montevago al 24’.

Nella seconda parte di gara il tifo delle due tifoserie ha seguito i binari della prima frazione. I latinensi hanno srotolato uno striscione di protesta in merito alle questioni stemma e maglia; per il resto hanno tifato fino al novantesimo nonostante l’andamento sfavorevole della gara, che ha visto il Perugia realizzare altre quattro reti tra il 9’ e il 37’. Tifo senza soste anche per gli ospiti: ancora cori secchi e manate per la Brigata, cori lunghi e ritmati dai battimani per Ingrifati, Armata Rossa e Nucleo XX, alcuni dei quali hanno raggiunto buoni picchi di potenza. Come già scritto, i sostenitori perugini sono stati premiati dalla vittoria netta della loro squadra con tre gol di scarto (1-4 il risultato finale; inutile la marcatura di Mastroianni, per il Latina, al 38’), che ha consentito agli umbri di avanzare nel tabellone.

Testo di Andrea Calabrese
Foto di Andrea Calabrese e di Marco Gasparri