Quando, parlando della Coppa Italia, si parla di “Coppa degli ultras” va detto che c’è più di un fondo di verità. In questo baraccone del calcio, che ha spesso annullato il piacere della competizione e pensa solo a monetizzare con dirette televisive e situazioni più degne di Novella 2000 che di un torneo agonistico, gli unici a rispettare e bramare seriamente la coppa nazionale sono proprio i tifosi organizzati. Basta guardare gli stadi in occasione di un primo turno: si può puntare sempre tutto sul fatto che l’unico settore davvero popolato sarà la curva e non si perderà mai. E la gara di oggi non fa eccezione.
Di fronte si trovano due club storici del nostro calcio, che in questa competizione hanno scritto pagine paradossalmente inverse. Il Genoa, infatti, vanta una sola coccarda tricolore all’attivo, conquistata nella stagione 1936/1937 nella finale secca di Firenze contro la Roma, quando un gol di Torti permise ai liguri di aggiudicarsi quello che attualmente è l’ultimo trofeo nazionale vinto. Situazione diversa per i biancocelesti invece, che fino al 1998 potevano vantare una sola vittoria, quella conquistata nel 1958 contro la Fiorentina. Vittoria ottenuta, paradossalmente, grazie a un gol di Maurizio Prini, fiorentino doc che in maglia gigliata conquistò il primo scudetto nonché la finale di Coppa dei Campioni poi persa contro il Real Madrid.
Solo dopo quarant’anni la Lazio riuscirà a rialzare al cielo la coppa, battendo all’Olimpico il Milan per 3-1 e aggiudicandosi il successo, rimontando l’1-0 per i rossoneri all’andata. Una vittoria che aprì il ciclo Cragnotti, dando il la al successo nella Supercoppa Europea contro il Manchester United e a quello in Coppa delle Coppe contro il Maiorca. Nonché allo scudetto del 2000, apice sportivo delle gestione dell’imprenditore romano.
Oggi in campo non ci sono squadre a rinverdire i fasti di quelle forti e vittoriose dei primi trofei, ma due formazioni che comunque vogliono giocarsela. Inoltre per la Lazio il passaggio del turno potrebbe coincidere con il terzo derby della stagione, cosa che nella Capitale non è mai banale o inosservata.
La Nord presenta un buon colpo d’occhio e sulle note delle prime canzoni irrorate dagli altoparlanti comincia a scaldare i motori con un paio di sciarpate, mentre all’ingresso delle due squadre gli ultras biancocelesti cominciano a tifare realizzando una performance alquanto convincente, andando ancor più a confermare la tesi di inizio articolo. Sarà perché in queste partita il pubblico si screma e chi viene lo fa davvero col piglio giusto, sarà perché la serata fresca necessita movimento per scaldarsi, ma complessivamente la prova dei padroni di casa è senz’altro convincente.
A partita iniziata entra anche il contingente genoano e considerando il giorno lavorativo, la partita di coppa e la distanza comunque non tra le più agevoli, la loro presenza è più che buona. Come mi è capitato di dire in altre occasioni, i genoani negli ultimi anni hanno notevolmente lavorato sulla fisionomia e sulle prestazioni della propria Gradinata. E anche sui numeri. Passando così da presenze in trasferta forse un po’ troppo risicate a veri e propri esodi massicci, anche parecchio lontano da casa. Il manipolo di oggi, in virtù delle condizioni suddette, è quindi effetto di questo clima che da un paio di anni si è creato attorno al Grifone. Complice del ritrovato entusiasmo, neanche a dirlo, l’allontanamento definitivo di Preziosi. Per quanto riguarda il tifo, i liguri sfoderano una prestazione di tutto rispetto, non smettendo praticamente mai di cantare, sventolando incessantemente i propri bandieroni e concedendosi il “lusso” di accendere una torcia e lanciarla in campo.
Sul manto verde la Lazio vendica la sconfitta patita in campionato per mano del Grifone e grazie a un gol di Guendouzi in avvio di partita liquida i dirimpettai e accede al turno successivo. Applausi comunque per ambo le formazioni, con la Nord che dedica numerosi cori ai romanisti, entrando già nel clima dell’eventuale derby (bisognerà attendere il risultato di Roma-Cremonese, in programma a gennaio). Non mancano le offese neanche tra le due fazioni, a ricordare una rivalità vecchia quasi quanto il movimento ultras. Aspetto che senza dubbio fa sempre piacere constatare in un universo curvaiolo che troppo spesso lascia da parte provocazioni e cori contro ad appannaggio di un clima annacquato e poco “bellicoso”. Del resto questa è la loro coppa, quindi pare ovvio che la vivano con i loro criteri…
Testo Simone Meloni
Foto Agenzia