Per la quarta giornata di Europa League la Lazio ospita il Porto in uno stadio Olimpico gremito da circa 35.000 spettatori. La “particolarità” di questa serata è data dalla chiusura parziale della Curva Nord, una sanzione comminata dalla Uefa al club biancoceleste per presunti cori razzisti in occasione del match disputato contro il Nizza. Utilizzo la parola “presunti” non a caso, ma con sarcasmo. Essendo stato presente a suddetta partita, infatti, posso dire che nell’arco dei novanta minuti nessun coro o “brusio” di stampo discriminatorio è partito dalle tribune – tanto meno dalla curva di casa – nei confronti dei giocatori transalpini. La cosa ancor più “comica” risiede, inoltre, nell’aver chiuso soltanto due parti della Nord, non si sa con quale logica. Se è vero che la Lazio paga da anni il rapporto tormentato con la massima istituzione calcistica continentale, appare altrettanto veritiero come quest’ultima – spesso in preda a manie di onnipotenza – sovente tiri fuori dal cilindro scelte a dir poco folli e scriteriate. Celate dietro a un certo modo di voler apparire e “vendere” il prodotto calcio. Sta di fatto che, per l’occasione, il club capitolino è comunque riuscito a tutelare i propri sostenitori, come riportato dal seguente comunicato pubblicato in fase di vendita dei tagliandi:
“In relazione alla sanzione comminata dagli organi disciplinari della UEFA con effetti sulla gara tra Lazio e Porto, MD4 UEL 24/25, la S.S. Lazio S.p.A., preso atto del dispositivo sanzionatorio, del Regolamento dello Stadio Olimpico e della normativa di settore, comunica:
I tifosi in possesso di abbonamento nei settori 48 e 49 della Curva Nord, valido per le gare di UEFA Europa League 2024/2025, potranno accedere alla gara tra Lazio e Porto scegliendo tra le due seguenti opzioni:
Ricevere al costo tecnico di emissione pari ad euro 1,00 un biglietto di ingresso valido per i settori: Curva Nord e Distinti Nord, fino ad esaurimento posti; o, in alternativa, acquistare ai prezzi di seguito indicati un biglietto in altro settore dello stadio (a un prezzo agevolato, per favorire l’afflusso, n.d.r.)”.
Un escamotage (in realtà del tutto lecito) che ovviamente non ha fatto piacere alla UEFA, ma che di giustezza è andato a “proteggere” una porzione di pubblico estromessa dalle gradinate senza una valida ragione. Dal canto suo, la Nord, in un comunicato, ha annunciato nelle ore precedenti al match di presenziare regolarmente, invitando tutto il popolo laziale a unirsi al tifo con rabbia e partecipazione. Intenti che, in particolar modo, si sono goliardicamente manifestati a inizio gara con una sorta di coreografia composta da centinaia di cartoncini su cui apparivano “inviti” a tenere atteggiamenti morigerati e composti durante il match. Del tipo “Esultanza moderata”, “Cartoncino autorizzato” o “Mani in tasca”. Il tutto seguito da continui e ostili cori nei confronti degli “uomini di Nyon”. La stragrande maggioranza del contingente ultras biancoceleste, dunque, si piazza nei Distinti lato Tevere, cogliendo così l’occasione per stringere ancor più la sinergia con questo settore. Mentre nel Distinto lato Monte Mario prende posto il CML, che per l’occasione ritira fuori uno storico striscione. Il posizionamento di questa sera, chiaramente, non facilità l’organizzazione del tifo, sebbene i laziali mantengano una buona intensità per tutti i novanta minuti, mettendosi in evidenza con un paio di sciarpate ben riuscite e alcuni cori a rispondere seguiti da buona parte dello stadio. L’esultanza al gol della vittoria (2-1), siglato da Pedro al 92′, è ovviamente di quelle potenti e liberatorie, che suggellano il primo posto in classifica dei ragazzi di Baroni e fanno sognare tutta la tifoseria.
Capitolo ospiti: i portoghesi giungono a Roma in un migliaio di persone, piazzandosi dietro agli striscioni dei Super Dragões e del Colectivo Ultras, le due storiche sigle che ormai da tanti anni portano avanti il discorso ultras al seguito degli Azuis e Brancos, seppur distanti nel modo di concepire la vita da stadio e la militanza. La loro prova è complessivamente buona: magari non bellissimi da vedere esteticamente e forse anche un po’ confusionari nello schierarsi all’interno del settore, ma efficaci e continui nel cantare per tutta la partita. Malgrado la sconfitta subita in extremis, applaudono comunque la loro squadra dopo il triplice fischio. Nulla da segnalare, invece, tra le due tifoserie, che si ignorano per tutta la serata. Nella gioia finale dei padroni di casa, ci sono anche cori per Gabriele Sandri: quattro giorni più tardi, infatti, cadrà il diciassettesimo anniversario dalla sua uccisione. Un triste ricordo che gli ultras capitolini onoreranno in occasione della trasferta di Monza.
Simone Meloni