Ultimo giorno d’agosto che se per gli amanti dell’estate tinge tutto con le note della malinconia, personalmente mi permette di gustarmi fin dal mattino questo sabato, godendomi e conciliando paesaggi e cibo prima della partita. Una signora partita che sugli spalti, che d’altronde sono l’unico ambito che interessa noi malati di tifo, mette a confronto due tra le realtà più interessanti della Serie A quali Lecce e Cagliari. Impossibile mancare. L’orario del calcio d’inizio, previsto per le 18:30, è oltretutto di quelli che mi permettono di spostarmi con calma e comodità, anche se in quanto espressione del calcio moderno, non sono ugualmente a dimensione del tifoso in trasferta o di chi sottoscrive un abbonamento memore di antichi riti e tempistiche, salvo poi vedersi continuamente spostare orari e giorni in ossequio alle trasmissioni televisive e con buona pace di chi magari lavora o arriva da lontano, come i tifosi in trasferta.

Via del Mare come sempre bello colorato e pieno, tanta la partecipazione già nel prepartita e Curva Nord in particolare, tutta piena nel suo versante superiore, colorata dai soliti suggestivi striscioni che da sempre la caratterizzano. D’altro canto alla piazza salentina va anche il merito per aver nuovamente riscritto verso l’alto il record di 21.247 abbonamenti della passata stagione, migliorato con le 21.677 tessere sottoscritte in quest’occasione. Compresi gli spettatori paganti, sono ipoteticamente 26.836 le presenze odierne, anche se verosimilmente la forte attrattiva che le spiagge ancora esercitano (senza dimenticare chi vi si reca non per divertimento ma per lavoro), qualche defezione c’è stata.

Dal punto di vista del tifo canoro, i primi minuti sono segnati da un netto silenzio conseguentemente rotto da cori forti e di una certa “cattiveria agonistica” volti a chiedere la libertà per gli ultras ed esprimere solidarietà ai diffidati. Da lì in poi segue la classica prova a cui i leccesi ci hanno abituato, passionale, concentrata sull’incitamento e mirata a tenere i giocatori sulla corda al fine di ottenere il goal, poi arrivato a regalare una vittoria e i conseguenti importantissimi punti in ottica salvezza. Tante bandiere al vento, le manate sono fitte e belle, i cori a ripetere possenti, talvolta capaci di trascinare quel resto dello stadio che spesso e volentieri resta incantato ad ammirare la curva, l’unico spettacolo che con il suo carico di passione non riuscirà mai ad essere venduto e trasmesso nelle televisioni. Ci sono cose che non si possono spiegare, diceva lo scrittore Michael Ende, bisogna viverle!

L’altra faccia della medaglia sono i cagliaritani, che si posizionano nella parte inferiore, compattando a quadrato un blocco molto bello a vedersi, con le solite pezze SC87 e ASSENTI PRESENTI tenute rigorosamente a mano e che per questo esaltano ancora di più il loro impatto visivo, tanto quanto fa la scelta di seguire la gara tutti a torso nudo, scelta inevitabile visto il caldo. Nei minuti iniziali, mentre lo stadio leccese opta per un breve silenzio, si fanno sentire molto forte con alcuni cori secchi, supportati da belle manate. Può sembrare una stanca litania quella delle difficoltà logistiche e pure economiche che si devono sobbarcare le tifoserie sarde, ma di fronte ad una prova ottima come la loro, tanto dal punto di vista visivo quanto canoro, non si può che rifletterci e riconoscer loro ancora più merito per quanto espresso sugli spalti.

C.O.