Siamo ancora piena estate ma la Coppa Italia offre già le prime occasioni di fare sul serio, di misurare il livello della propria preparazione e delle proprie ambizioni. Nel primo turno della Coppa di serie C, il tabellone oppone Legnago e Vicenza, una sorta di derby veneto sicuramente minore ed impari, data la diametrale distanza storica fra le due compagini. Sono solo circa sessanta i km che separano le due città e la scelta di giocare alle 18 non è servita ad addolcire le temperatura, ben oltre i 35 gradi con conseguente maggior dispendio sia per i giocatori che per il pubblico convenuto.

Nel piccolo impianto intitolato a Mario Sandrini, ex centrocampista del Legnago, sono quasi 900 gli spettatori a fronte di una capienza di poco superiore ai duemila posti. Nella grande tribuna riservata al pubblico locale, praticamente assente è il tifo organizzato: il tutto è circoscritto a semplici tifosi che seguono la partita senza troppi sussulti.

A Vicenza, invece, sono stati 421 i biglietti venduti. Ad accogliere i tifosi al seguito del Lane è la lunga tribunetta ristrutturata qualche anno fa, quando il Legnago militava in serie C prima di retrocedere in D per poi, fortunatamente e nuovamente, ritornare fra i professionisti dove, nello scorso campionato, è arrivato addirittura a giocarsi la Serie B, pur venendo immediatamente eliminato già nei preliminari.

Presenti circa una decina di pezze in rappresentanza dei Berici, qualche due aste e tifo che si limita a qualche sporadico coro, seguendo per il resto la contesa in campo. Pronostici della vigilia rispettati con il Vicenza che si impone per 2-1 e passa il turno. Una vittoria di una torneo minore che lascia il tempo che trova, a meno che non sia foriera del ritorno di questa piazza un gradino più vicino a quel suo recente ed illustre passato, che l’aveva vista vincere la Coppa Italia maggiore e sfidare il Chelsea in semifinale di Coppa delle Coppe.

Luigi Bisio