Esordio casalingo della Libertas dopo l’agognata promozione della scorsa stagione e visto che si gioca al palazzetto vecchio e non al nuovo Palamodì, sono tante quelle persone che rimangono sprovviste del prezioso ticket: la febbre della palla a spicchi ha contagiato Livorno e dopo la promozione, attorno alla squadra c’è un entusiasmo che non può altro che fare bene.

A tirare le fila del tifo amaranto sono gli Sbandati, ormai una realtà dal 1987, mentre in questa stagione le Nuove Leve si sono spostate dalla parte alta a quella bassa, andando di fatto ad affiancare il gruppo principale per cercare di coinvolgere nel tifo anche quella fetta di curva che non sempre risulta partecipe. Obiettivo quanto mai nobile, resta da trovare l’equilibrio giusto e arrivare a dei compromessi per non entrare in rotta di collisione con quelle persone che mirano a gustarsi l’incontro senza dover seguire le indicazioni degli ultras. Del resto all’interno di qualsiasi curva esistono diverse tipologie di persone, dall’ultras, al tifoso al semplice sportivo e per il bene comune è doveroso che i rapporti non si incrinino. Dico questo perché nella serata qualche battibecco c’è stato, i bandieroni delle Nuove Leve infastidivano una certa fetta di pubblico, magari l’andamento della partita ha inciso ma gli animi si sono surriscaldati. Auspicabile tornare ad una convivenza pacifica, il rischio è quello di isolarsi e chiudersi in un recinto.

Si gioca di mercoledì sera, giorno non proprio ideale ma tant’è, ormai rischiamo di non dover fare più caso agli stravolgimenti del calendario e nonostante il giorno infausto, da Torino si presentano una decina di persone, opportunamente divise in due gruppi: uno si sistema in balaustra bassa, l’altro si posiziona più in alto. Tra i 1989 e i 011tsn non un punto in comune, non un coro fato assieme, anche se sono quest’ultimi a cercare con più insistenza di farsi sentire in un palazzetto che ribolle di passione. Per loro un tamburo, un bandierone e malgrado il numero esiguo, provano lo stesso ad intonare qualche coro; poi il risultato favorevole incide e comunque riescono a non far passare la propria presenza inosservata. Obiettivo raggiunto.

Curva Nord che festeggia la serie A2 appena conquistata con una bella coreografia, sicuramente particolare in quanto viene chiamato in causa Dante Alighieri con una frase della Divina Commedia, l’ultimo verso dell’Inferno: “e quindi riuscimmo a riveder le stelle”. Ottima pensata, direi originale in un momento storico dove le idee non abbondano, peccato che dopo qualche decina di secondi l’intelaiatura non regga il peso del bandierone e venga giù il sommo poeta ma poco male, il messaggio è inviato e la serata parte così nel migliore dei modi.

Con un palazzetto pieno come un uovo il tifo parte con il piede giusto, la curva è organizzata al meglio e qualche nuovo bandierone aggiunge quel tocco di colore sempre ben accetto. Mentre sugli spalti il meccanismo sembra perfettamente oliato, sul parquet Torino fa invece la voce grossa; la Libertas regge il primo quarto ma poi gli ospiti prendono il largo e la partita sembra non aver più storia. Anche il tifo ne risente, la curva poggia sul solito zoccolo duro anche se di tanto in tanto c’è l’orgoglio che vien fuori e che coinvolge al di là di quel che succede sul campo di gioco.

Torino vince l’incontro per la gioia dei suoi tifosi, che possono festeggiare con la squadra sotto il settore ma anche i padroni di casa, nonostante la sconfitta, ricevono applausi ed attestati di stima dalla curva che si lascia andare agli ultimi cori della serata, mentre il resto del palazzetto si svuota rapidamente. La prima giornata conferma la buona verve coreografica dei padroni di casa ed una predisposizione al tifo che può e deve risultare decisiva per il raggiungimento dell’obiettivo salvezza da parte della squadra.

Testo e foto di Valerio Poli