Partita abbastanza sentita da entrambe le tifoserie, negli ultimi anni la rivalità si è accesa e non poco con qualche episodio sopra le righe, perciò anche le forze dell’ordine hanno il loro daffare per scongiurare situazioni spiacevoli. In questo pomeriggio, magari motivato da qualche scivolone avuto negli ultimi tempi, il servizio d’ordine è praticamente capillare, o almeno è andato ben oltre gli ordinari presidi fissi ad ogni incrocio e ad ogni rotonda nei dintorni dello stadio.

Da Grosseto il contingente ospite arriva con un discreto anticipo rispetto all’inizio dell’incontro, il tempo di esporre pezze e striscioni che si forma un bel gruppo a centro settore. Ad inizio partita catalizzano l’attenzione con qualche sciarpa che si alza ed un paio di bandiere che si fanno notare, spettacolo tutto sommato degno, anche perché le attuali norme sono parecchio restrittive in quanto a colore.

La Curva Nord oggi si presenta con numeri più che discreti, l’appuntamento è di quelli attesi perciò il pubblico risponde bene e per l’occasione viene imbastita una coreografia con rotoli di carta, che sortisce sempre un bell’effetto ottico. Il tutto è molto semplice ma comunque il risultato è pur sempre gradevole. Qualche rotolo come sempre non viene fatto aprire, probabilmente servirebbero le istruzioni ma sull’argomento meglio non infierire.

Maremmani che partono con il piede giusto ma passano pochi minuti ed il gruppo comincia ad assottigliarsi, c’è chi si mette in disparte a godersi la partita, c’è chi partecipa con poca convinzione al tifo. Al sostegno della squadra resta solamente lo zoccolo duro, peccato perché le intenzioni iniziali sembravano di tutto altro tenore e nonostante il doppio vantaggio della squadra, il tifo poggia quasi esclusivamente sulle spalle di una minoranza che per quanto rumorosa, resta pur sempre una minoranza.

I due schieramenti non mancano subito di mettere in chiaro i rapporti, un paio di cori offensivi che si scambiano sono il preludio per un botta e risposta piuttosto pungente, a gettare benzina sul fuoco ci pensano pure gli ultras livornesi presenti in gradinata, che essendo più vicini agli ospiti possono farsi sentire con maggior vigore.

In settimana avevano fatto scalpore i mancati auguri di buon compleanno della società Livorno alla bandiera amaranto Igor Protti, la curva prende parola in merito con un lungo striscione, nel quale viene ribadita l’intoccabilità di un giocatore che nel recente passato ha avuto un ruolo dirigenziale, poi le cose non sono proseguite come sperato ed il matrimonio è stato rotto con qualche strascico polemico. Tanto per aggiungere un po’ di pepe alla vicenda, sulla questione ha voluto o dovuto metter bocca anche l’attuale club manager Luca Mazzoni, livornese ed ex portiere della squadra amaranto che con le sue dichiarazioni si è attirato le antipatie di quella curva che in passato lo ha osannato: il coro personalizzato che gli viene dedicato non è sicuramente benevolo, segno evidente dell’incrinarsi dei rapporti tra l’ala dura della tifoseria e l’attuale dirigente; poi il tempo potrebbe ricucire oppure scavare il classico solco tra le parti.

La Curva Nord in questo pomeriggio è particolarmente in forma, il doppio svantaggio della squadra sul campo non frena il tifo che poggia sempre su un gran bel numero di persone. Gli ultras accompagnano la squadra negli spogliatoi insistendo sul sostegno ad oltranza mentre dagli altri settori si leva qualche fischio di disapprovazione.

Nella seconda frazione l’andamento sul terreno di gioco si ribalta completamente ed anche le due tifoserie vengono coinvolte in questo capovolgimento: il Livorno accorcia le distanze, trova il pareggio ed infine riesce a dilagare; ovviamente la Curva Nord soffia sul fuoco ed il tifo trova ancora maggior linfa, i decibel si alzano in continuazione, il sostegno diventa un rullo compressore. Tra un coro e l’altro c’è il tempo di mettere bocca su una delle questioni più controverse della vita politica attuale, il disegno di legge 1660, una misura che inevitabilmente andrebbe a colpire determinate fasce sociali, aumentando le pene in maniera esponenziale, andando a colpire chi sciopera, chi protesta pacificamente, chi pratica il dissenso. Anni fa, a seguito delle leggi speciali che vennero introdotte in materia stadio, gli ultras scrissero: “Oggi per gli ultrà, domani in tutta la città”. Magari al tempo c’era chi sorrideva con superiorità, chi snobbava tali pensieri provenienti da chi, in fin dei conti, è per visione comune relegato ai margini della società ma oggi, e direi nuovamente, questa semplice frase, questo pensiero tanto elementare quanto profondo, si sta facendo strada anche nella nostra vita comune; un innalzamento del concetto di repressione che dovrebbe far impallidire il cittadino, al netto delle personali idee politiche, perché in questo caso si prova letteralmente ad imbavagliare la persona, ad omologare il pensiero, a troncare ogni forma di dissenso. Vediamo l’iter burocratico come prosegue, la Corte Costituzionale avrà il proprio peso ma solamente pensare certe diavolerie ci dà il termometro del nostro livello di libertà. E di buona parte di una classe politica incapace di trovare soluzioni ai problemi che non siano quelle di dare ulteriori giri di vite.

Visto che siamo in vena di attualità, sempre in Curva Nord, verso fine partita, spunta un altro striscione che chiede verità sulla morte di Denis Bergamini, una vicenda ormai vecchia di trentacinque anni, una verità che fa fatica a venire a galla ma che in quest’ultimo periodo sembra essere vicina. In tal senso la tifoseria cosentina non ha mai smesso di cercare di far luce su una vicenda che sta prendendo le sembianze di un film giallo con testimoni che diventano indagati ed una ipotetica storia di amori tossici e omicidi efferati.

Tornando sugli spalti, anche i maremmani espongono uno striscione su un caso di attualità: l’alluvione che ha colpito la costa tirrenica e che ha causato, oltre alla lunga sfilza di danni, anche un paio di vittime e numerosi feriti; evidentemente le condizioni climatiche stanno cambiando e causano inevitabilmente danni. In questo caso, purtroppo, anche qualche vittima.

Sul finale di gara, con la squadra ormai in balia dell’avversario, i maremmani tolgono pezze e striscioni per riprendere anzitempo la via di casa. Le forze dell’ordine temporeggiano e si organizzano in tal senso, poi c’è il via libera con la tifoseria che fa ritorno verso Grosseto con un risultato sfavorevole, impossibile da pronosticare dopo i primi quarantacinque minuti di gioco.

Valerio Poli