Ancora faccio fatica, limite mio, a comprendere per quale arcano motivo in serie D si debba giocare di mercoledì o, comunque, in qualsiasi altro giorno lavorativo. Se proprio (a quanto pare) dei tifosi se ne può fare a meno, così non è per i calciatori, che sarebbero i protagonisti principali della partita. Eppure, in queste categorie dove non girano stipendi da nababbi, ci sono atleti che svolgono un lavoro e devono rispettare degli orari, degli obblighi, ma anche nel loro caso, la cosa non sembra interessare a chi dispone e decide. Le due società hanno provato a giocare in un orario più consono; si era pensato alle 20:30, poi all’opzione delle 17:30, ma non c’è stato accordo e, alla fine, l’incontro si è disputato di mercoledì alle 15, scelta quanto mai sgradita per chi ha l’intenzione (o l’obbligo, appunto) di recarsi allo stadio.

Dura aspettarsi il pubblico delle grandi occasioni; nonostante il Livorno veleggi in testa al campionato, l’orario e il giorno infausto tengono lontani i più. Infatti, per l’occasione, la società decide di lasciare chiusa la gradinata, trasferendo chi occupa l’abituale settore verso la tribuna. La Curva Nord, comunque, si presenta con i soliti striscioni dei gruppi e con un buon numero di persone che si sistemano al centro con l’obiettivo di sostenere la squadra.

Una manciata di minuti dopo il fischio d’inizio del direttore di gara, fanno il loro ingresso nel settore anche i tifosi provenienti da Montevarchi. Appena sistemano le pezze in balaustra e montano le bandiere, ecco che il gruppo si compatta e parte deciso con l’incitamento alla squadra. Numericamente molto buoni e spalleggiati dai gemellati empolesi, i presenti non si limitano alla semplice presenza, ma si fanno sentire per tutta la partita, confermando quanto la piazza sia tradizionalmente attiva. Il tifo rossoblù non è certo una novità, ma ha radici antiche e, pur tra alti e bassi, a Montevarchi la squadra non è mai stata lasciata sola. Proprio sull’argomento dell’orario della partita, espongono uno striscione polemico nei confronti della società.

La Curva Nord livornese, oltre ai classici cori di incitamento, non può dimenticare la trasferta di Siena, conclusa con qualche incidente e gli immancabili strascichi giudiziari. Lo striscione esposto nella seconda frazione si riferisce agli avvenimenti della domenica precedente e anche alcuni cori che si alzano, mirano decisamente ad alimentare una rivalità regionale che, anche nel passato, si è segnalata per qualche episodio piuttosto controverso.

Sul terreno di gioco, il Livorno ha la meglio sull’avversario e riesce a metterlo sotto in maniera piuttosto netta. Se la curva di casa può beneficiare del risultato sul campo, gli ospiti presenti non si abbattono né si disuniscono e tirano la carretta fino al fatidico novantesimo minuto. Per essere un mercoledì di ottobre, con una giornata segnata dalle abbondanti piogge cadute fino a poche decine di minuti prima del fischio d’inizio, c’è solo da elogiare chi ha messo piede sui gradoni, con una nota di merito per chi si è dovuto sobbarcare anche qualche centinaio di chilometri.

Testo e foto di Valerio Poli