Le amichevoli d’agosto, sulla carta, sono poco più di sgambate in famiglia, partite nelle quali il risultato è solo di contorno, utili agli allenatori e agli addetti ai lavori per valutare questo o quel giocatore e capire, almeno in parte, il reale valore della squadra. In questo caso si affrontano due squadre di serie D. I campionati dilettantistici hanno inizio verso metà settembre, perciò siamo in pieno calciomercato; le squadre non sono ancora allestite in maniera definitiva ma entrambe le formazioni vorrebbero puntare alla promozione. Incontro del tutto amichevole anche se tra le due tifoserie scorre una rivalità regionale neanche troppo marcata ma che nel passato, anche piuttosto recente, è sfociata in episodi sopra le righe. Mantenendo ormai una tradizione consolidata, anche in questo pomeriggio, all’arrivo dei tifosi ospiti, succede il fatidico faccia a faccia: le due tifoserie si cercano e si trovano, il momento è propizio e tutto si svolge nella rapidità del momento. Una volta terminato lo scontro ognuno per la propria strada, chi verso il settore ospite, chi verso la tribuna.

Che qualcosa sia andato storto lo si capisce nel momento dell’ingresso nel settore del contingente ospite: un fumogeno viene lanciato sulla pista d’atletica e i primi cori intonati non sono certamente pacifici. I padroni di casa si sistemano in tribuna, l’unico settore destinato al pubblico amaranto; gli ultras della curva si sistemano nel lato nord, mentre chi comunemente occupa la gradinata, la Livorno Ultras, va a sistemarsi nel lato verso la Curva Sud. Ai primi cori degli ospiti, i livornesi rispondono per le rime rimarcando il fatto che fuori l’impianto qualcosa è successo.

Episodio in questione a parte, mi pare che in genere le forze dell’ordine abbiano allentato la morsa dell’ordine nei dintorni degli stadi; ancora non sono iniziati i campionati e si segnalano già degli episodi degni di nota, nonostante i numeri in questione non siano elevati e quindi, in teoria, il lavoro da svolgere dovrebbe essere facilitato. Nonostante la tecnologia a propria disposizione e tutte le norme che regolano gli stadi e le zone limitrofe, le forze dell’ordine sembrano impreparate. Non riesco sinceramente a capire se per una sottovalutazione degli eventi, per disorganizzazione, per incapacità di gestire la situazione o infine, volendo credere a teorie del complotto, per alimentare e giustificare una strategia della repressione. Sicuramente negli anni ’80-’90, un’epoca fa in fatto di stadio, le nostre forze dell’ordine erano abituate alle manifestazioni di piazza: studenti, operai, movimenti extraparlamentari animavano i cortei di protesta con la conseguenza di avere un reale e abituale confronto, se non proprio fisico, sicuramente simbolico. Oggi, probabilmente, le possibilità delle forze dell’ordine di partecipare a confronti con un numero considerevole di persone si sono ridotte notevolmente; aggiungiamo pure una certa ritrosia ad affrontare certi eventi, ed ecco che perdere la bussola può diventare prassi comune. Tutt’altra situazione è gestire le conseguenze, perché la diffida è pur sempre un provvedimento che viene gestito in maniera arbitraria e in dosi massicce, con il rischio che certe tifoserie sono costrette a chiudere bottega o pagare certe decisioni. L’incapacità di studiare l’universo ultras porta a scivoloni palesi.

Dentro lo stadio le due tifoserie non si limitano alla semplice presenza ma si fanno sentire per tutta la partita: gli ospiti non mancano di sostenere la squadra, qualche coro offensivo vola verso gli avversari odierni ma non vengono dimenticati i rivali storici di Prato, per un derby che ha sapore antico. Pistoiesi che restano una tifoseria scorbutica e sufficientemente “old style”; cori e battimani si alternano con buona lena e riascolto, dopo tanto tempo, il “free joint bambulè…” che avevo quasi rimosso dalla mente. Nonostante i numeri, riescono a farsi sentire e apprezzare fino al triplice fischio del direttore di gara. Difficile, quasi impossibile, chiedere di più.

Anche i padroni di casa si fanno vedere e sentire: cori per la squadra, qualcuno rivolto agli ospiti, poi un paio di bandieroni sventolati con insistenza. Nella ripresa vengono accese anche torce e fumogeni, un altro bel tocco di colore per una partita quasi insignificante.

Tra le altre cose, se poco amichevole è stato il confronto tra le due tifoserie, altrettanto può dirsi della contesa sul terreno di gioco, dove i protagonisti non hanno mancato di onorare l’incontro con qualche intervento ben al di là dello spirito, appunto, amichevole che sarebbe dovuto aleggiare sul terreno verde, tanto che il direttore di gara ha avuto le classiche difficoltà a tenere in pugno la partita, tra qualche simulazione piuttosto grossolana e almeno un paio d’interventi più a mirare le gambe che a cercare il pallone.

Da menzionare, infine, la presenza degli ultras di Pesaro a fianco dei pistoiesi con tanto di pezza e bandierina; per onorare il gemellaggio non sono mancati i cori al riguardo. Per essere calcio d’agosto mi sarei aspettato qualcosa di ben più tranquillo. Bene così!

Valerio Poli