La Viterbese, dopo un lungo inseguimento, ha conquistato il primato in classifica nel match interno contro il Grosseto.
Pensavo che il successo contro i maremmanni avrebbe riacceso l’entusiasmo di una piazza che da troppo aspetta di tornare dove meriterebbe di giocare. Invece oggi a Roma si contano circa 50 gialloblù. Ho provato a capire perché così pochi. Il match odierno di certo non è per palati fini, sia per lo scarso blasone degli avversari, sia per lo stadio, non adeguato ad ospitare tifoserie ospiti numerose ma era certo lecito attendersi qualcosa in più.
Prima del match, ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con alcuni supporter viterbesi che mi avevano fatto notare come l’entusiasmo della piazza gialloblù fosse stato smorzato sin dai primi giorni della settimana. Il settore ospiti dello stadio dove il Trastevere disputa i propri match infatti, ha una capienza limitata, proprio questo dunque il motivo che ha limitato il seguito viterbese. Dunque l’entusiasmo non è certo venuto meno, ma è stato smorzato per cause di forza maggiore dal limitato numero di tagliandi disponibili.
Arrivato nell’impianto noto la presenza del solo gruppo Antichi Valori, che inizia a tifare solo all’arrivo del gruppo guida del tifo viterbese, i N.S.L.M. Il loro tifo è costante per tutto il match, molti dei loro cori sono secchi e non mancano quelli dedicati ai diffidati. La vittoria finale premierà l’impegno degli ultras gialloblù.
Capitolo Trastevere. Rispetto ad altre occasioni i volenterosi ragazzi romani hanno tifato solo a sprazzi, senza offrire il solito supporto. Gli va comunque riconosciuto il merito di sostenere un club meno importante rispetto alle blasonate AS Roma e SS Lazio. La loro sola esistenza, in una città come Roma, è giù un motivo di orgoglio: per un tifo di maggior livello, verranno momenti migliori.
Michele D’Urso.