Massafra è una realtà a pochi chilometri da Taranto che non è una semplice realtà di provincia, bensì una città in cui molti ragazzi sentono forte il proprio orgoglio di appartenenza alla propria terra. Basti pensare quanto sarebbe più semplice seguire la squadra che rappresenta il capoluogo di provincia, in una categoria magari differente e con un bacino di utenza più ampio, piuttosto che una squadra di provincia, appunto, nel campionato di Eccellenza pugliese. Proprio quest’ultima categoria però, che a differenza della passata stagione, quest’anno viene riproposta nella formula del girone unico, è sempre stata nel corso degli anni una vera e propria fucina di tifoserie da seguire, tra realtà emergenti e nobili decadute del panorama calcistico locale.

Queste considerazioni mi portano allo stadio Italia di Massafra, dove per la nona giornata di andata va in scena l’incontro tra i padroni di casa e il Bitonto. Da una parte i Bitontini retrocessi la passata stagione dal campionato di serie D girone H, dall’altra i Massafresi, in fase sicuramente di ascesa e che hanno saputo pian piano accrescere gli interessi di chi ne aveva solo sentito parlare. Lontano dalle strategie di marketing e pay tv, tifare una provinciale è una scelta di campo ben precisa: è decidere di stare sulla barricata a difendere una certa visione del mondo, un modo diverso di vivere il pallone fatto di aneddoti popolari, bagarre per non retrocedere, stadi troppo spesso lontani dalla modernità e ai limiti dell’agibilità, ma molte volte decisamente più caldi e sinceri; sentirsi parte di un qualcosa che li identifichi con il territorio e con la cultura del luogo, come hanno voluto spiegare i ragazzi del Gruppo Frastornati, realtà ultras ben radicata del tifo massafrese. Il Gruppo Frastornati infatti nasce addirittura nel luglio ’97, prima dell’inizio di un campionato di Eccellenza, grazie alla caparbietà di un manipolo di giovani ragazzi animati da una passione sfrenata per i colori giallorossi e vogliosi di intraprendere un percorso duraturo che portasse alla crescita di un ideale ultras nella “Tebaide d’Italia”, nonostante le evidenti difficoltà che si possono toccare con mano in un calcio sempre più asservito alle “grandi squadre” e da tutto ciò che vi è attorno.

Nel corso degli anni, seppur tra alti e bassi causati da continue stagioni avare di soddisfazioni, fallimenti e titoli sportivi migrati in altre città, il loro spirito aggregativo non si è mai affievolito, anche grazie all’apporto delle nuove leve che hanno consentito un discreto ricambio generazionale e dato linfa vitale al gruppo. La gara di oggi infatti ne è la testimonianza.

In uno stadio agibile per metà a causa dei lavori di ristrutturazione del settore di Tribuna, le anime del tifo di casa sono momentaneamente sistemate in quella che dovrebbe essere la gradinata ospite. Occupando per intero una zona laterale dello stesso, la parte ultras si dispone in un bel quadrato particolarmente attivo. Mani alzate e bandiere sempre in movimento per un tifo continuo e originale con il tamburo ritmato in maniera davvero impeccabile.

Durante il corso della gara, con uno striscione, verrà commemorata la prematura scomparsa di Massimo Battista, punto di riferimento della comunità, attivista nella lotta ambientale contro il siderurgico di Taranto e grande tifoso della squadra rossoblù del capoluogo.

Dall’altra parte i bitontini prendono posto in quello che è il momentaneo settore ospiti e che, in attesa dell’agibilità dell’intero stadio e del riassegnamento degli spazi, è rappresentato dalla zona retrostante una delle porte di gioco, priva di gradinate. Fanno ingresso nell’impianto poco prima del fischio di inizio e dopo aver ricordato con uno striscione Lalla, esponente dei Bulldog Bari recentemente scomparso, saranno artefici di un tifo basato su cori secchi supportato dal continuo sventolio di bandiere.

Nonostante le tante vicissitudini sportive, ultima delle quali la recente retrocessione, un plauso particolare va senz’altro a chi ancora continua a portare avanti il movimento ultras bitontino. Un bel gruppo variegato anagraficamente, che in barba alle poche soddisfazioni riesce a trovare motivazioni valide per protrarre nel tempo il loro modo di vivere lo stadio.

Sul terreno di gioco la partita è combattuta e ricca di emozioni, esempio di come in questa categoria contino poco gli schemi e i tatticismi. In un finale agonisticamente animato i padroni di casa ci mettono il cuore e riescono prima a pareggiare e successivamente, nei minuti di recupero, addirittura a ribaltare l’iniziale svantaggio di 0-2, tra il tripudio dei tifosi giallorossi.

Prima di rientrare negli spogliatoi la squadra viene richiamata a gran voce sotto il settore ancora in delirio per l’entusiasmante prestazione. Il finale di quest’oggi è l’esempio più concreto di come alla fine la provincia sappia regalare ancora storie che inorgogliscono i suoi tifosi. Possiamo anche snobbarlo, criticarlo, sottovalutarlo ma queste emozioni sono un’altra cosa rispetto al calcio di plastica della massima serie perché dietro c’è vera appartenenza. Ed è per questo che vive ancora. Nonostante tutto.

Testo e foto di C.O.