Per la dodicesima giornata di campionato del girone C di Serie C, al San Filippo di Messina l’avversaria dei padroni di casa è la Cavese. Lo stadio siciliano presenta il solito desolante colpo d’occhio: i tifosi di casa, per questa stagione, hanno deciso di disertare tutti i match casalinghi dei giallorossi. Se il valore e la qualità di una protesta sportiva non possono passare solo dall’adesione, più o meno totale, della tifoseria, è altrettanto vero che il suo successo dipende da quanti la sposano: a Messina tutto il popolo giallorosso è stanco della gestione Sciotto e lo dimostra lasciando gli spalti quasi totalmente vuoti. La tifoseria messinese, dai gruppi organizzati ai semplici simpatizzanti, ha deciso di non rendersi complice di una dirigenza giudicata incapace di riportare il glorioso club siciliano ai suoi vecchi fasti, nel calcio che conta. Il Messina, infatti, dopo l’epopea della serie A, è passato prima dal fallimento e poi da una lenta risalita che però si è fermata in Serie C, categoria tra l’altro che a causa dei risultati deficitari rischiano di perdere.
La componente più calda, i gruppi organizzati della curva, a fronte dell’assenza nelle partite disputate al San Filippo, continua però a presenziare in trasferta, tra l’altro con numeri importanti se rapportati ai campionati che la loro squadra sta regalando loro nell’ultimo periodo.
La partita odierna è uno scontro salvezza, infatti anche la Cavese, neopromossa, ha come obiettivo quello di mantenere la categoria, preferibilmente evitando i play out. Secondo i dati ufficiali sono presenti poco più di 600 spettatori: 320 abbonati, 288 paganti, di cui 220 gli ospiti. I campani offrono il loro solito repertorio: bandiere, bandieroni, torce e soprattutto tanta voce. La prestazione dei cavesi, seppur di livello, non stupisce nessuno: in questa particolare fase storica del movimento ultras, dove il colore non è più il tratto caratteristico principale, loro, fedeli alle origini, continuano a regalare spettacoli coreografici degni di nota. Con fumogeni, con striscioni, con battimani e tutto sottolineato da una prova canora importante. La vittoria finale è il giusto premio per il sostegno offerto.
I padroni di casa, come già detto, restano all’esterno dello stadio, preferendo restare comunque vigili nei paraggi del loro impianto, anche se questa volta gli avversari non sono dei nemici giurati, anzi con i Cavese esiste un rapporto di reciproco rispetto, figlio del gemellaggio che in passato legava le due curve e l’occasione permette di rinnovare la stima. La sconfitta invece, l’ennesima, non fa altro che confermare la bontà della loro scelta che, partita dalla curva, si è ormai estesa a macchia d’olio a tutta la tifoseria messinese, la quale più che sperare nella salvezza si augura un cambio societario, necessario per tornare almeno a sperare in un futuro migliore.
Foto di Paolo Furrer