“Sento innanzitutto il dovere di ringraziare tutti coloro che mi hanno manifestato affetto e vicinanza, sostenendo me e, soprattutto, l’Acr Messina in questo non facile momento. Nella mia totale onestà e sincerità, sono orgoglioso di ricordare che io sono innanzitutto un tifoso del Messina calcio, da sempre, dalla mia nascita; e mai farò nulla che volontariamente possa causare un danno a questo mio grande amore, che adoro come una mia creatura”.
Con queste parole, spese ad agosto prima di del match contro il Potenza, il presidente Sciotto si accingeva per l’ennesima stagione a guidare il Messina calcio. Parole che però non hanno mosso a compassione la tifoseria siciliana, che invece ha deciso di continuare a disertare le tribune del proprio stadio. L’amore spesso può portare a intraprendere percorsi che poi si possono rivelare controproducenti: da una parte l’azionista di maggioranza con una gestione alquanto dubbia sta svalutando il Messina Calcio in tutte le sue forme, patrimoniale e di partecipazione popolare, dall’altro gli ultras giallorossi stanno invece facendo violenza su se stessi, considerando che il loro posto naturale è sulle gradinate ad incitare i propri colori, pur di rompere questo giogo che li opprime.
Ad oggi, tuttavia, le due componenti della compagine calcistica siciliana restano in stallo, fermi sulle proprie posizioni: Sciotto non molla la presa, mentre gli ultras continuano a presenziare solo fuori casa.
Nel deserto del San Filippo, come al solito sono le tifoserie ospiti a farla da padrone. Circa 50 tifosi giunti a bordo di alcuni Transit da Giugliano, sono gli unici attori protagonisti di questo monologo forzato. Tra campani e siciliani regna reciproco rispetto e quindi non si registrano ovviamente momenti di tensione all’esterno dello stadio, dove comunque i gruppi portano avanti le proprie attività e la propria aggregazione nell’attesa di far prima o poi ritorno a casa.
Al centro del settore ospiti, i gialloblù posizionano lo striscione “Giugliano” con font che richiama la Lonsdale, marca molto in voga, soprattutto in passato, tra i ragazzi che frequentano le curve. Tifo costante e continuo per tutti i novanta minuti che però non verrà ripagato con una buona prestazione dei propri calciatori: infatti a spuntarla, alla fine, sono i padroni di casa che conquistano un’importante vittoria davanti ai circa 500 spettatori complessivi.
Testo di Michele D’Urso
Foto di Paolo Furrer