Nutrivo da molto tempo il desiderio di vedere il Moreno Gubbiotti di Narni, che considero uno degli impianti architettonicamente più suggestivi del mondo dilettantistico. La prima occasione per visitarlo è per me l’interessante derby tra la squadra del posto, la Narnese, e il Bastia. Le due compagini si affrontano domenica 27 ottobre 2024, alle 14:30, per l’ottava giornata del campionato di Eccellenza umbro. Le tifoserie al seguito hanno una buona tradizione e sono contrapposte da una reciproca antipatia.
Arrivato a destinazione, dedico qualche ora alla visita del centro storico. Narni, posizionata su un panoramico colle, è uno dei luoghi più noti del cuore verde dell’Italia, grazie alla sua lunghissima storia e ai pregevoli monumenti che offre ai visitatori. Centro di medie dimensioni, di 18.000 abitanti circa, è ai margini della Conca ternana. Il suo territorio è attraversato dal Nera (l’antico Nar), che crea nel fondovalle delle gole spettacolari.
Le origini di Narni risalgono al popolo degli Umbri. I Romani la chiamavano Narnia e ne fecero, nel 229 a.C., una colonia. Il destino di Narni è sempre stato legato alla via Flaminia, la consolare che collega Roma con Rimini. In età imperiale Narni era un’importante statio, ed era destinata a conservare la sua rilevanza anche nel Medioevo e nell’Età moderna, quando il corridoio umbro fu dapprima un ponte tra le bizantine Ravenna e Roma, poi tra i domini tirrenici e adriatici dello Stato della Chiesa. L’importanza di Narni nelle comunicazioni tra i due mari fu poi accentuata, tra l’Ottocento e il Novecento, dalla realizzazione dello scalo ferroviario sulla Roma-Ancona. La comparsa, infine, della nuova area industriale in pianura la trasformò in uno dei poli produttivi più estesi della regione, grazie all’abbondanza di energia idrica.
Mentre cammino nei suoi vicoli osservo tanti turisti con macchinetta al collo, che si mescolano ai residenti che chiacchierano davanti ai bar del viale principale. Ammiro il Duomo, il palazzo dei Priori, le porte e gli affreschi medievali, poi salgo all’imponente Rocca Albornoz, fatta costruire nel XIV secolo dal cardinale Egidio Albornoz, vicario generale dei domini della Chiesa sotto Innocenzo VI.
Dopo aver ammirato l’eccezionale panorama appenninico dalla fortezza, posso finalmente raggiungere lo stadio. Il Gubbiotti è raggiungibile a piedi dal centro e ha delle capienti gradinate su tutti i lati. Per la categoria è un gioiello e ben figurerebbe anche in campionati superiori. È intitolato a Moreno Gubbiotti, già presidente del club rossoblù. Prima di entrare nel terreno di gioco riesco a fotografare l’intera struttura dal settore ospiti, visto che i bastioli non sono ancora arrivati, passando successivamente davanti a un botteghino con l’effigie del grifo, simbolo del club locale.
A circa mezz’ora dall’inizio delle ostilità mi trovo finalmente in campo e gli ultras del posto sono già intenti a sistemare pezze e striscioni. La partita è molto sentita e per l’occasione i narnesi sfoggiano il materiale che ha accompagnato la storia del loro movimento. Noto davvero tanti stendardi, tutti di ottima fattura, a dimostrazione di come a Narni il tifo abbia sempre avuto un buon radicamento, nonostante pochissimi chilometri la dividano da Terni e la Capitale sia raggiungibile velocemente in auto o in treno. La Narnese, d’altronde, ha una storia di un certo rilievo, avendo disputato nel secondo dopoguerra solo tornei di Eccellenza e D, con 16 apparizioni nel quarto livello del calcio italiano e il professionismo sfiorato nel 1993-94. Anche l’avversaria odierna ha un grande blasone: Bastia Umbra è, come Narni, una piazza importante del panorama regionale, e vanta una buona cultura del tifo nonostante la vicinanza a Perugia e i soli 20.000 abitanti.
Quando sopraggiunge il calcio d’inizio, i narnesi onorano il derby realizzando una coreografia, che consiste in un telone contornato dai bandieroni e accompagnato da uno striscione. Intanto arrivano anche i biancorossi a bordo di due pullman e auto, e in corteo si posizionano nel loro settore. Gli spalti sono al completo e inizia il confronto canoro, con una cornice di pubblico degna di questa sfida tra nomi importanti del calcio dilettantistico regionale. Entrambe le tifoserie usano il tamburo e accompagnano con cori e manate le azioni di gioco. I biancorossi nel corso della partita effettuano anche due sciarpate e sventolano le bandierine in altrettante occasioni, mentre da un settore all’altro volano spesso cori offensivi.
Se sugli spalti il confronto è divertente, anche la partita in campo è rocambolesca e la Narnese ottiene in rimonta una vittoria importante non tanto per la classifica, ma soprattutto perché ottenuta ai danni dei rivali storici. Al triplice fischio esplode l’esultanza dei locali, mentre gli atleti ospiti salutano i propri sostenitori nonostante la sconfitta.
Prima di lasciare lo stadio gli ultras si lanciano le ultime invettive. Osservo le sfumature dorate del tramonto riflesse sulle case in pietra del centro storico, poi prendo la strada del ritorno. Lo faccio con molta lentezza, lasciandomi avvolgere dall’incantevole paesaggio di Narni, fonte di ispirazione a Clive S. Lewis per Le cronache di Narnia.
Testo e foto di Andrea Calabrese