Serata tipicamente autunnale in quel del “Silvio Piola” di Novara, per questo turno serale infrasettimanale di fine ottobre. Non sono ancora arrivati i rigori dell’inverno prossimo venturo, ma il caldo da tifo a torso nudo è già un ricordo. Da Vicenza giunge un buon numero di sostenitori biancorossi, 290 secondo i dati ufficiali, che offrono un bel impatto visivo coi propri bandieroni e due aste, ma che si sentono solo a partire dal decimo minuto: difficile capire se per scelta o più probabilmente perché lo zoccolo duro giunge a gara praticamente iniziata.
Per quanto riguarda i padroni di casa, oltre ad annotare i 2.073 spettatori complessivi presenti, gli ultras si compattano come al solito a centro curva, offrendo un discreto colpo d’occhio, soprattutto quando vengono sventolati contemporaneamente i quattro bandieroni di Nuares, Zoo, Senza Padroni e quello raffigurante la bandiera azzurra per eccellenza, Nini Udovicich.
Nel corso del primo tempo, i novaresi si fanno notare anche per l’accensione di un fumogeno blu e delle torce rosse. Insomma, in una serata che poteva preannunciare la prima nebbia stagionale, le uniche nubi che ho visto alzarsi sono state quelle dei fumogeni dei locali.
I vicentini invece, complice il notevole numero dei presenti, quando vogliono si fanno sentire in maniera netta e perentoria, ma risultano meno continui dei padroni di casa che non smettono un secondo di sostenere la propria squadra.
La gara sul terreno di gioco offre poche emozioni, se si eccettua un palo colpito dagli ospiti alla mezzora della ripresa. I tifosi biancorossi, nella speranza di spezzare il sortilegio, incitano i propri giocatori con un dialettale: “Volemo el gol” che però non sortirà l’effetto sperato. Al triplice fischio dell’arbitro, la contesa termina con uno scialbo 0-0 che accontenta più il pubblico locale.
Da segnalare, infine, lo striscione novarese: “13/10/2024 LA MORTE NON È UGUALE PER TUTTI”; messaggio che sta facendo il giro degli stadi italiani per protestare contro la mancata concessione del minuto di silenzio per i tre giovani ultras foggiani morti a Potenza e che non è entrato poiché non autorizzato. La solidarietà, secondo questi grigi burocrati, dovrebbe viaggiare sempre in carta bollata.
Testo e foto di Alan Cacciatore