One Step Beyond #101: Cavese, Palermo, Napoli, Roma, Pescara, Verona

Cavese 1919: Dopo l’incredibile finale di stagione dello scorso torneo di Serie D – quando gli aquilotti blufoncé si fecero raggiungere sulla linea del traguardo dal Brindisi e infine da quest’ultimo battere nello spareggio di Vibo Valentia – la Cavese sta conducendo un campionato di testa con un discreto margine di sicurezza sulle inseguitrici che, onestamente, non sembrano in grado di tenere il passo dei campani. Facciano i dovuti scongiuri i tifosi metelliani: ma credo che questa possa essere la volta buona per il ritorno in terza serie.

Serie C che rappresenta il minimo sindacale per una piazza paradigmatica di calore e attaccamento delle tifoserie provinciali del Suditalia. Dagli Anni ’70 a oggi, Cava de’ Tirreni – in particolare la Curva Sud del Simonetta Lamberti – è in grado di esprimere, contestualizzando categoria e bacino d’utenza, uno dei supporti più appassionati e travolgenti dello Stivale.

Ho immaginato, in questa puntata 101 di One Step Beyond fatta di sole “casacche”, una maglia del club particolare e non convenzionale, con una banda trasversale bianca a spezzare il classico blufoncé. In più, sul petto, ho apposto in grande nome del sodalizio e anno di fondazione. Per dare un maggior tocco di verosimiglianza: anche lo sponsor tecnico, Givova, marchio d’abbigliamento e accessoristica sportiva nato nel 2008 e facente capo all’azienda Gianto srl con sede a Scafati, comune della provincia di Salerno.

Palermo FC: Tornato in Serie B due anni fa, attualmente il sodalizio rosanero naviga col vento in poppa e s’è prepotentemente inserito nel novero delle pretendenti al salto di categoria. Sarà dura perché la concorrenza è agguerrita e la prima della classe, il Parma, sembra imprendibile; dunque resta un solo posto per la promozione diretta e un altro tramite play-off. Palermo ha dalla sua il pubblico: numeroso, caloroso e colorato; poche piazze in Italia possono vantare un potenziale come quello del capoluogo siculo che con l’intera città metropolitana conta oltre un milione d’abitanti.

Nella grafica proposta per omaggiare le aquile rosanero, ho immaginato una classica maglia modello “polo”, che fa molto british, in cui ho disposto in verticale la ragione sociale del club. Il risultato mi sembra un qualcosa a metà tra una casacca di gioco e un prodotto da merchandising.

SSC Napoli: Dopo l’orgia d’entusiasmo dello scorso campionato in cui il club azzurro s’è laureto, dopo oltre trent’anni, Campione d’Italia, quest’anno i tifosi partenopei, almeno sinora, han dovuto masticare amaro con una squadra lontana parente di quella di Spalletti.

Purtroppo il Napoli 2023-24 ha fortemente deluso il suo vasto pubblico e al momento in cui scrivo è da tempo fuori dalla lotta scudetto e dalle fasi finali di Coppa Italia, mentre mantiene viva la speranza per un posto dante accesso a una delle Coppe europee del prossimo anno. Invece nella prestigiosa Champions le chance campane di far bene sono ancora intatte e gli azzurri – dopo un ottimo girone – sono agli ottavi di finale contro il temibile e quasi proibitivo Barcellona.

Come per il disegno Cavese 1919: anche qui ho declinato la casacca sociale in una variante più sbarazzina con una diagonale bianca a intervallare il classico azzurro; sul petto, oltre a tricolore e sponsor tecnico, il vecchio logo primi Anni ’80, la “enne-asinello”, che non ha perso un’oncia del proprio fascino.

AS Roma: Come il Napoli, anche la Roma ha sinora deluso i propri tifosi: fuori dalla lotta scudetto e dalla Coppa Italia, attualmente il club giallorosso mantiene viva la speranza di arrivare sempre più in fondo nell’Europa League (al momento in cui scrivo: i capitolini, dopo aver piegato ai rigori gli olandesi del Feyenoord, sono agli ottavi in cui hanno pescato il Brighton di De Zerbi), competizione di cui la compagine romana fu finalista nella passata edizione, rimasta famosa per i clamorosi torti arbitrali patiti per mano del direttore di gara inglese Taylor.

In più quest’anno, il vasto popolo sportivo della lupa ha dovuto mandar giù l’esonero dello special one José Mourinho, che l’intera tifoseria aveva “adottato” per l’amore viscerale che l’allenatore portoghese ha sempre mostrato nei confronti di colori e piazza. Situazione potenzialmente esplosiva e che, non senza furbizia, la proprietà del club è riuscita a disinnescare sedendo sulla panchina uno dei “figli” più amati e iconici di casa Roma: Daniele De Rossi.

Nella grafica proposta – nelle varianti: prima e seconda maglia – ho voluto mantenere un tono classico e la mia “casacca” riprende cliché tradizionali del sodalizio romanista. Immancabile il mitico lupetto stilizzato, una delle sommità “loghistiche” degli Anni ’80, disegnato dal compianto e geniale Pietro Gratton.

Pescara Calcio: Il club espressione del popoloso centro adriatico sta attraversando un periodo delicato, in cui sembra aver smarrito la strada che nel girone d’andata l’aveva portato a una manciata di punti dalla vetta del girone B di Serie C. Prestazioni altalenanti con vittorie e sonore sconfitte a suon di goal, caratteristica da sempre appannaggio delle squadre allenate da Zeman, hanno mandato in confusione una tifoseria che senza tema e al di là d’ogni retorica, merita – per storia, tradizione e blasone – altre categorie.

Prendendomi totale libertà artistica: ho immaginato – ispirandomi alla famosa “maglia-bandiera” della Lazio, una delle più belle di sempre del Calcio italiano – una casacca di gioco che si discosta completamente da quella classica a strisce verticali biancazzurre.

Al centro e a spezzare i colori del club fondato nel 1936 ho posto il delfino disegnato da Pietro Gratton (grafico di grido negli Anni ’80, divenuto molto famoso in ambito calcistico per aver ideato, oltre a tanti altri, i noti stemmi di Roma e Bari: lupetto stilizzato e galletto). Completano il quadro il bel logo della Lega Pro e lo sponsor tecnico: Erreà, azienda d’abbigliamento sportivo con sede in Emilia e fondata nel 1988.

Hellas Verona: Grafica dedicata al tifo per l’Hellas, club storico del Calcio italiano, capace – caso unico assieme al Cagliari di Riva – di vincere da provinciale uno scudetto in epoca moderna. Anche se, a mio avviso, Verona calcistica a livello di seguito non ha nulla di provinciale, potendo costantemente contare su un pubblico stratosferico e perfettamente in grado di rivaleggiare con le side metropolitane.

Senza dimenticare che il Bentegodi, oltre l’enorme capienza, è uno degli stadi più belli del nostro Paese, forte d’un’acustica perfetta per il tifo; e che la città di Giulietta e Romeo, a livello ultras, è da sempre universalmente considerata e rispettata quale pionieristica precorritrice di stili e tendenze.

La “maglia” che ho disegnato per l’occasione è un evidente omaggio a quella compagine scaligera degli Anni ’80 che scrisse la storia e impose il Calcio e il supporto gialloblu all’attenzione generale. Il famoso “gessato” delle casacche veronesi fece epoca e le divise sociali del periodo restano a tutt’oggi tra i pezzi più ambiti dai collezionisti.

Anche il vecchio stemma coi mastini simmetrici e la scala – voluto dal presidente Chiampan assieme al suo team pubblicitario della Canon Italia, che ai tempi rimase folgorato dai loghi stile Gratton-Benincasa – tornato in auge in anni recenti è davvero stupendo e restituisce bene quella sensazione prettamente eighty che sfida i decenni e s’impone quale evergreen.

Per dare un tocco di verosimiglianza e attualità ho apposto su petto e interno colletto lo sponsor tecnico: Joma, azienda spagnola leader d’abbigliamento sportivo nel proprio Paese, che vanta decine di filiali in tutto il mondo.

Luca “Baffo” Gigli

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