One Step Beyond #76: Napoli, Verona, Fiorentina, Sciacca, Cavese

Mastiffs Napoli e Curva “A” Napoli: Coppia di grafiche dedicate al tifo per il club azzurro. La famigerata Curva A del San Paolo/Maradona, partendo dai primi Anni ’90 e a tutt’oggi, è divenuta punto di riferimento per il tifo italiano – con ampie ripercussioni anche sul tifo cosiddetto “minore”, delle categorie inferiori, soprattutto in Campania – sganciandosi da un cliché di tipo folkloristico e approdando verso lidi decisamente più intransigenti e oltranzisti.

Come già visto in passato, quella che era considerata la “seconda Curva” partenopea – oggi sicuramente più piena di gruppi e sigle, pur raccolte dietro il grande striscione compendio di esse, rispetto alla “tradizionale” dirimpettaia Curva B – prese le distanze dall’allora CUCB di Palummella (al secolo: Gennaro Montuori) facendo dell’ortodossia Ultras il suo tratto saliente. Zero rapporti con la SSC Napoli, zero compromessi, zero finanziamenti, un nuovo modo di tifare di matrice più moderna e al passo coi tempi unito a un’impostazione indomita e collerica, d’una side per indole sempre pronta allo scontro con le fazioni rivali, portando in alto il nome Ultras della capitale del nostro Mezzogiorno.

Proprio la Curva A di Fuorigrotta è la culla d’uno dei più importanti gruppi del tifo azzurro, i leggendari Mastiffs che dal lontano 1991 menano le danze come una delle nomenclature dietro cui si raccoglie il maggior numero di Ultras. Gruppo che incarna in sé, sorta di summa, tutti gli stilemi di cui è questione nel paragrafo precedente.

Hellas Verona Fans: Grafica ispirata dalla mitica Curva Sud del Bentegodi, declinata in due versioni: con un tricolore bianco-giallo-blu e col più classico della tradizione italica.

Centrale è la figura d’un incappucciato che impersona in sé il sempiterno modello dell’ultras “moderno” (nell’accezione più positiva del termine; vedi presentazione precedente) che segue la partita dietro i propri vessilli, pronto a difenderli a costo dell’incolumità fisica e della libertà, portando sempre avanti e in alto nome e onore della propria città.

ACF Fiorentina: Scostandomi dal classico simbolo universale di Firenze, il giglio, ho realizzato una grafica che avesse come protagonista, abbinato al classico e romantico pallone a spicchi, il leone, un altro dei simboli della città medicea.

Pare che in epoca pre-cristiana, prima che Firenze si convertisse, la città fosse devota al dio Marte di cui era una statua in centro città. Quando il patrono divenne San Giovanni, la stessa venne tolta ma – essendo i fiorentini molto superstiziosi – non del tutto abbandonata, posta infatti ai piedi di Ponte Vecchio.

Qualche tempo dopo, una piena dell’Arno la portò via; allora gli abitanti, rimasti in parte ancora legati a simbolismi retaggio dell’era pagana, la sostituirono con un leone, il cosiddetto Marzocco (da Martocus, cioè “piccolo Marte”).

A dimostrazione dell’attaccamento che nel corso dei secoli i fiorentini tributarono al Marzocco è il fatto che molteplici quanto varie effigi dell’animale siano sparse per i quattro angoli della città. La più famosa è sicuramente quella attribuita al genio di Donatello – custodita all’interno del Museo del Bargello – recante tra le zampe anteriori lo scudo con all’interno il giglio stilizzato simbolo del capoluogo toscano. È possibile vedere una copia della celebre scultura in Piazza Signoria.

Sciacca Calcio 1925: Dell piazza saccense e del suo straordinario seguito abbiamo già avuto modo di vedere in passato (One Step Beyond #46, #49 e #65) relativamente a vecchie grafiche.

Resta da dire che, nel corso degli ultimi anni – se mai ce ne fosse stato bisogno, infatti anche negli Anni ’80/90 la tifoseria neroverde diede ampia prova del suo potenziale – Sciacca è balzata prepotentemente agli onori della cronaca sportiva nazionale (prima che il Covid congelasse tutto) con numeri, prestazioni e coreografie da lasciare allibiti anche i più navigati “tifologi”. Una città che, seppur espressione della Provincia italiana più profonda e tradizionale, si conferma una delle “grandi” di Sicilia e dell’intero panorama delle serie minori.

Cavese Calcio: Della suggestiva bellezza del simbolo di Cava calcistica – l’aquilotto stilizzato recante al suo interno un pallone (talvolta retrò, talaltra a spicchi) – abbiamo già avuto modo di parlare in innumerevoli precedenti puntate di questa rubrica.

Questa nuova grafica dedicata al tifo per i blu foncé metelliani, tutta giocata in chiave minimal, è un ibrido tra una cover e una card. Poche linee essenziali, due colori; il resto lo fa il logo stesso, già spettacolo di per sé.

Luca “Baffo” Gigli.

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