Aesernia Ultras: Grafica che coniuga passato e presente del supporto per il club molisano.

Aesernia era infatti il nome con cui dal 1965 all’’87 (anno del primo fallimento del club biancoceleste) si chiamò la compagine calcistica di Isernia. Questa nomenclatura (che andrebbe letta “esernia” ma che tutti gli sportivi locali pronunciano così com’è scritta) non è altro che il toponimo latino con cui gli antichi Romani chiamarono la piccola città sannitica che vanta origini remotissime che si perdono nella notte dei tempi.

Accostata a questo nome tanto originale quanto evocativo, la parola “Ultras” che non ha bisogno di presentazioni e vuol essere un compendio di tutti i sostenitori della serpe, vecchi e nuovi, anche se nella squadratura e nelle sottili righe che corrono lungo l’intera “pezza” v’è un inequivocabile rimando al cosiddetto stile casual da sempre appannaggio delle nuove leve (che poi tanto nuove non sono: hanno festeggiato a gennaio i 9 anni di attività) che s’identificano nel gruppo No one can stop this generation!

A “sorreggere” idealmente il drappo è una scimmia (spesso utilizzata, in varie forme, proprio dal gruppo di cui è questione sopra) con tanto di spinello in bocca. Nella parlata locale, la “scigna” – oltre a rappresentare il simpatico primate antenato dell’Uomo – ha anche il significato di pesante ciucca o colossale sbronza che dir si voglia.

Inoltre, vantando la città, nel proprio agro, uno dei più importanti siti archeologici del mondo, cui si fa risalire la comparsa della specie umana in Europa, questa scimmia è anche un richiamo al celebre Homo Aeserniensis, progenitore dell’Uomo attuale e risalente al paleolitico. È notorio infatti che i primi Uomini preistorici che abitarono la Terra avessero l’aspetto non troppo dissimile da quello delle scimmie.

In definitiva si può dire che quest’animale sia diventato, simbolicamente, il perfetto rappresentante – a livello squisitamente easy e giocoso – della tifoseria calcistica di Isernia.

Isernia by night: Restiamo a Isernia con questo simpatico e patinato logo a metà strada tra un adesivo da stadio e l’insegna al neon d’un lounge bar/night club.

Isernia by night è una delle pezze (in puro casual style) che gli ultras molisani, da qualche anno, portano in giro con onore. Questa frase rappresenta un evidente omaggio alla cosiddetta “vita notturna” e alla movida in una città che, a dispetto delle modeste dimensioni, oltre a essere molto legata al gioco del Calcio lo è anche all’uso e abuso di alcool!

Superfluo dire quanto il mito del “bere” sia da sempre uno degli elementi salienti e caratteristici del tifo da stadio per una gioventù, italiana e non solo, che non ha mai fatto mistero del suo profondo amore per Bacco.

Al di là di ciò, il mio disegno vuol essere anche un omaggio a tutt’un modo d’intendere la vita – molto scanzonato e fatalista – e confesso che nell’ideazione e successiva realizzazione di questa grafica mi sono fatto ispirare e suggestionare dalle atmosfere, poetiche e sonore, delle canzoni del grande cantautore Sergio Caputo che adoro e di cui posseggo la maggior parte dei dischi.

Uno spudorato omaggio alla “vita dromedaria” (come canta il buon Sergio) e al mito e alla fascinazione del “night” (inteso come locale), tra cocktail e champagne, musica jazz di sottofondo, colossali bevute, conturbanti ladies, perenni sigarette accese a un angolo della bocca (negli Anni ’80/’90 si poteva fumare anche al chiuso) e irrisolvibili quanto inutili riflessioni sullo sfuggente senso della vita.

Wonderful world Napoli: Facciano, come nella miglior tradizione partenopea, i dovuti scongiuri i tifosi azzurri, ma quest’anno sembra proprio quello giusto per il Napoli; da diversi campionati il club ci prova, senza riuscirvi, ad arrivare primo al traguardo e in questo strambo torneo di massima serie che ha conosciuto una lunga pausa invernale causa il Mondiale in Qatar, l’undici campano sembra avere una marcia in più rispetto agli avversari che, onestamente, almeno sinora, non sembrano in grado di fermarlo.

Data l’età, ricordo ancora bene cosa successe a cavallo tra la seconda metà degli Anni ’80 e l’inizio dei ’90 allorquando Napoli calcistica conquistò due scudetti; erano i tempi magici del Calcio italiano e ancor più indimenticabili in riva al golfo in quanto, con la maglia numero 10, giocava un certo Maradona. Dunque, al di là d’una squadra e una città che da sempre dividono, tra chi l’ama svisceratamente e chi la odia, rivedere un tricolore a Napoli sarebbe, da un punto di vista puramente antropologico, un evento incredibile. Nell’era di smartphone e iPhone, di internet, social e microcamere ovunque e in funzione notte e giorno, potete ben immaginare cosa succederebbe nella capitale del nostro Mezzogiorno se, per la terza volta, il club azzurro tornasse a vincere il campionato… credo che la festa scudetto si protrarrebbe per mesi, assurgendo un po’ a evento del decennio!

Rifacendomi proprio a quegli anni di cui sopra e servendomi delle sempiterne Figurine Panini, ho creato questa grafica che vi propongo nella doppia versione, coi soli colori del club e con lo sfondo tricolore. Concettualmente, accostandoli, sembra quasi che il “ciuccio”, soccerball al “piede”, fuoriesca dalla sua comfort zone squisitamente scugnizza e tradizionale per entrare in una dimensione più nazionalpopolare, facendo impazzire di gioia tutti i suoi tifosi.

Gli Anni ’80, come spesso ripetuto su questa rubrica, sono stati i più forieri di genialità e spensieratezza, anche nella creazione di loghi calcistici e non solo. A differenza di tanti club italiani che s’avvalsero di disegnatori e grafici di grido per reinventare i rispettivi loghi (Pietro Gratton docet), il Napoli, ufficialmente, negli ultimi decenni, non s’è mai avvalso di animali stilizzati sulle proprie casacche (eccezion fatta, anni orsono, per un orecchio d’asino fuoriuscente dalla “solita” lettera “enne” che rappresenta il club). Invece i tifosi, caso quasi unico (mi sovviene, a memoria, anche il lupo dell’Avellino che “posa” dietro un pallone a spicchi), hanno eletto la famosa mascotte del Napoli (ideata dalla Panini di cui sopra) a propria icona e ancor oggi – a distanza di quasi 40 anni – il ciuccio con maglia azzurra e scalciante un pallone continua a godere d’una discreta popolarità. In effetti è molto simpatico, fresco e spensierato, oltre che sorridente, rimandando inesorabilmente a un football d’antan quando tutto pareva più genuino e i sogni più fanciulleschi parevano prendere vita.

Ho fatto anche una ricerca per scoprire chi fosse l’autore materiale di questo splendido logo, ma non sono riuscito a venirne a capo. La Panini, oggi come ieri, s’avvale d’un suo staff interno, che fa lavoro di squadra, per la creazione delle simpatiche icone che puntualmente stampa sulle famose figurine che tutti, chi prima chi poi, abbiamo amato e che hanno fatto gioire e sognare intere generazioni di piccoli e grandi tifosi.

Torres Sassari: La Sardegna calcistica è universalmente associabile al Cagliari, l’unico club provinciale e insulare italiano a essersi cucito uno scudetto sulla maglia nei mitici e indimenticabili anni del “bomberissimo” Gigi Riva.

Ma tutti i calciofili degni di questo nome, nonché gli appassionati e cultori di mondo ultras e tifologico in generale, sanno che un’altra importante anima della bella isola sarda – e concettualmente, oltre che materialmente, contrapposta al sopraccitato Cagliari – è la Torres, espressione della seconda città più popolosa della terra di Sardegna: Sassari.

A dispetto d’un club che non ha mai potuto assaporare l’ebrezza della massima serie o della cadetteria – la Torres annovera infatti oltre 40 partecipazioni a tornei di terza serie (tra vecchia e nuova Serie C, C1, C2 e Lega Pro Prima e Seconda Divisione) – il suo pubblico è molto legato alla squadra ch’è forte e radicata espressione d’identità sociale e territoriale. Di tutto questo ha parlato più approfonditamente e con la maestria che tutti gli riconoscono, una delle nostre “penne” più talentuose, Simone Meloni, che qualche mese fa (a sue spese) s’è mosso alla volta della Sardegna per assistere sia a un incontro casalingo di Calcio della Torres, sia a uno di basket della locale Dinamo, blasonata incarnazione dell’altra metà della mela sportiva sassarese; senza dimenticare che qualche anno orsono, il quintetto cestistico sardo, ha avuto con pieno merito l’onore di cucirsi il tricolore sulle canotte. Dunque: Cagliari ha conquistato la vetta della Serie A all’inizio degli Anni ’70 e Sassari quella della pallacanestro italiana negli Anni Duemiladieci… e il cerchio si chiude.

Venendo al disegno – in cui mi sono preso, come poche volte, totale libertà creativa – ho immaginato un logo della Torres completamente sui generis. A farla da padrone, all’interno d’un triangolo con la punta rivolta verso l’alto, ho posto il noto logo della birra ceca Kozel: il caprone Olda armato del suo enorme boccale di “bionda”. Perché quest’accostamento? Al di là del perenne connubio ultras/alcool (di cui abbiamo accennato anche nella presentazione alla grafica precedente, Isernia by night), mi piaceva molto poter identificare la tifoseria rossoblu con un simbolo che sa molto di selvatico e libero, oltre che forte. È un caprone ostinato e fiero, assai solenne nella sua ruvidezza e m’è venuto naturale accostarlo al nome di Sassari e alla sua side, caparbia, orgogliosa e leale, ma pericolosamente ostile e scorbutica se le si pestano i piedi o per chi si rechi nella città del settentrione sardo da nemico.

Personalmente considero, da sempre (ma non sono il solo), gli Sconvolts Cagliari come il “miglior” gruppo ultras d’Italia, per il coraggio, l’intransigenza, la purezza d’intenti e l’atteggiamento. Allo stesso modo considero la Curva sassarese e i gruppi che la popolano – contestualizzandone bacino d’utenza, storia, tradizione e palmarès – come una delle migliori tifoserie italiane per tutta una serie di ragioni, alcune non tanto dissimili da quelle di cui poc’anzi a proposito degli Sconvolts. E, non a caso, una delle rivalità più sentite dalle rispettive tifoserie è proprio quella che le vede contrapposte. Curiosamente i due club hanno i medesimi colori e, a mio avviso, anche gli stessi “valori”. Cagliari e Sassari restano due splendide realtà del movimento ultras e, nella mia personale scala di gradimento delle tifoserie italiane, pur con tutte le differenze di categoria e vissuto calcistico, abitano al medesimo piano.

SS Lazio Ultras: È abbastanza raro veder rappresentata una donna sul materiale ultras, per un mondo, inutile nasconderlo, prettamente maschile e “machista” che fa della “forza” – anche da un punto di vista puramente immaginifico oltre che pratico – uno dei suoi tratti peculiari.

In questa grafica dedicata al tifo per la Lazio ho voluto percorrere una strada insolita ma, spero, non meno affascinante. Per farlo mi sono avvalso del mondo del Cinema e in particolare d’uno dei film più iconici e importanti degli ultimi trent’anni: Pulp Fiction del maestro Quentin Tarantino.

Confesso essere di parte, quindi le mie parole vanno inquadrate nell’ottica di chi parteggia apertamente, ma considero, e comunque credo d’essere in ottima compagnia, il regista di origini italiane (come tradisce il cognome) uno dei più grandi e innovativi cineasti della storia del grande schermo. Conosco a menadito tutti i suoi film, visti e rivisti decine e decine di volte e credo che questo talentuoso director abbia realmente rappresentato un punto di svolta nella storia del Cinema mondiale, facendo da apripista a tutta una generazione di registi che – senza questo “precursore” – avrebbero avuto vita grama e probabilmente non sarebbero riusciti a “sfondare”; fermo restando che, quando si tratta del buon Quentin, non parliamo d’un Cinema impegnato e intellettuale, latore di chissà quale “epifania”, ma di prodotti, pur nell’intrinseca genialità, squisitamente pop.

Obiettivamente devo dire che gli ultimi suoi due lavori – The Hateful Eight e C’era una volta a… Hollywood – pur meritando molteplici visioni, non hanno raggiunto l’intensità dei film precedenti; ma del resto va da sé che masterpiece quali Le Iene, Kill Bill, A prova di morte, Inglorious Basterds e Django Unchained (oltre ovviamente al succitato Pulp Fiction, universale “manifesto” del regista) siano oggettivamente irreplicabili. Un mio caro amico sostiene che, pero ogni artista, sia esso un cantautore, un regista o uno scrittore, tutto ciò che ha davvero d’importante da dire lo fa nei primi 2/3 lavori… il resto non è altro che un ripetersi. Non so se quest’assioma sia del tutto plausibile, però a ben pensarci, nasconde un fondo di verità.

Tornando alla grafica in oggetto ho preso, in una versione adattabile all’economia del mio disegno, una delle immagini più rappresentative e inflazionate del famoso lungometraggio tarantiniano: Mia Wallace/Uma Thurman nel momento in cui collassa e va in overdose, dando il la a una delle più strambe, esilaranti e grottesche scene della storia del Cinema in cui l’altro personaggio Vincent Vega/John Travolta dà il meglio di sé per cercare di salvare – oltre al proprio “sedere” dall’eventuali rappresaglie del suo capo Marsellus, fidanzato della ragazza – la vita della giovane drogata.

Mi sembrava un’immagine potente ed evocativa da associare al tifo da stadio… essere drogati dall’amore incondizionato verso il proprio club tanto da ridursi in fin di vita. Una figurazione per certi versi anche “forte” (nel senso di estrema) che potrebbe far storcere il naso a qualche benpensante e moralista che si annida, oltre che nella cosiddetta società civile, anche nelle nostre Curve; allora mi sono detto: quale, tra le grandi side italiane, può essere considerata tra le antesignane del politicamente scorretto e dello schierarsi contro la retorica e il gusto comune più di quella laziale?

Football Club Matera: Grafica celebrativa, strutturata come una figurina, e dedicata al tifo e al Calcio materano.

Nella stagione 1978/’79, al termine del torneo della vecchia Serie C1 girone B, l’FC Matera – dopo un testa a testa col Catania e una promozione strappata all’ultima giornata – approdò per la prima e (finora) unica volta in Serie B, facendo letteralmente esplodere d’entusiasmo la bella Città dei Sassi, oltre alla carovana di migliaia di sostenitori partiti al seguito dell’undici biancazzurro per l’ultima e lontana vittoriosa trasferta di Lucca.

“Presidentissimo” di quel Matera era il compianto patron Franco Salerno (alla cui memoria è co-intitolato lo stadio cittadino XXI Settembre) e sulla panca della formazione lucana sedeva Francesco Di Benedetto che, dopo la promozione, fu confermato alla guida della squadra che venne, almeno sulla carta, potenziata.

Il club murgiano partì discretamente, alternando vittorie e sconfitte, oltre a pareggi ovviamente, e al cosiddetto “giro di boa” che segnava la fine del girone d’andata, si piazzò al quattordicesimo posto lasciando presagire una salvezza possibile.

Purtroppo però, nel girone di ritorno, l’FC Matera non seppe confermare quanto di buono fatto nella prima parte di torneo e pagando dazio all’inesperienza, a una preparazione atletica forse sbagliata e all’eccesiva pochezza d’alcuni dei suoi centravanti, oltre a qualche svarione difensivo di troppo, pian piano scivolò sempre più in classifica, chiudendo infine il campionato da fanalino di coda e dicendo addio al sogno chiamato permanenza.

Dopo d’allora, per il club biancazzurro sono cominciate mille tribolazioni e, ruzzolando dalla B addirittura in C2 con un doppio salto all’indietro, avrebbe – come ahimè sovente accaduto a tante realtà dell’italica provincia – conosciuto anche l’inferno del Calcio dilettantistico e delle mancate iscrizioni ai campionati di spettanza causa inadempienze finanziarie, dovendo ripartire anche dalle categorie regionali.

Oggi il club lucano è tornato, muovendo dal basso, in Serie D ma non bisogna dimenticare che meno di dieci anni fa, in Serie C, si classificò terzo per due volte accedendo ai play-off e nel 2014-15 sfiorò il clamoroso ritorno in Serie B arrendendosi in doppia semifinale contro il più blasonato Como; l’undici murgiano è stato anche finalista nell’edizione 2016-17 della Coppa Italia di Serie C, persa in doppia sfida contro il VeneziaMestre.

Comunque quell’unico torneo cadetto di oltre 40 anni fa continua a rivivere in qualche angolo della città e nei ricordi dei tifosi più attempati, incapaci di dimenticare quel clima di festa e Grande Calcio che si respirava in quella fine Anni ’70-inizio ’80. Di quel glorioso campionato restano nella memoria le prestigiose vittorie a Marassi contro la Samp e a Bergamo casa dell’Atalanta, i 15.000 spettatori per la prima assoluta casalinga in Serie B contro il Taranto, oltre ovviamente a tante altre gare in cui, nonostante l’esito finale della classifica, il Matera seppe ugualmente farsi rispettare creando entusiasmo e aggregazione come mai prima.

Una precisazione inerente la grafica: la corretta nomenclatura, com’era in quegli anni e com’è tornata a esserlo oggi, sarebbe “Football Club Matera”; nel mio disegno, invece, il nome di squadra/città – per l’unico motivo d’un migliore amalgama nell’economia della grafica – precede la parte in inglese. Ciò, dai più puristi, potrebbe esser visto come un errore, ma a conti fatti non lo è: anche sulle mitiche Figurine Panini spesso il nome del club era messo in evidenza, sopravanzando ragioni sociali e acronimi… tipo “ROMA – Associazione Sportiva 1927” che, nella realtà più corretta, andrebbe scritto “AS Roma 1927”.

Luca “Baffo” Gigli.

LE PUNTATE PRECEDENTI
One Step Beyond #1: Terni, Caserta, Samb, Lamezia, Milan, Parma, Lazio, Udine;
One Step Beyond #2: Palermo, Udine, Catania, Fiorentina, Pescara;
One Step Beyond #3: Verona, Roma, Milan, Inter;
One Step Beyond #4: Brescia, Napoli, Lazio, Palermo;
One Step Beyond #5: Livorno, Lazio, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #6: Lazio, Savona, Cavese, Manfredonia;
One Step Beyond #7: Crotone, Pescara, Catania, Napoli.
One Step Beyond #8: Roma, Lazio, Palermo, Milan;
One Step Beyond #9: Spezia, Arezzo, Virtus Roma, Nocera, Cavese;
One Step Beyond #10: Lazio, Genoa, Napoli, Roma, Palermo.
One Step Beyond #11: Viterbo, Torino, Savona, Napoli;
One Step Beyond #12: Torino, Castel di Sangro, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #13: Hertha BSC, Ancona, Napoli, Roma, Samp;
One Step Beyond #14: Inter, Alessandria, Samb, Roma.
One Step Beyond #15: Lecce, Bari, Cavese, Genoa;
One Step Beyond #16: Campobasso, Napoli, Lazio, Carpi;
One Step Beyond #17: Juve Stabia, Palermo, Perugia, Livorno, Cagliari;
One Step Beyond #18: Taranto, Avellino, Lucca, Cavese;
One Step Beyond #19: Cosenza, Catanzaro, Atalanta, Samp;
One Step Beyond #20: Salerno, Ideale Bari, Campobasso, Napoli;
One Step Beyond #21: Civitanova, Frosinone, Padova, Roma, Lazio;
One Step Beyond #22: Isernia, Padova, Genoa, Como;
One Step Beyond #23: Lazio, VeneziaMestre, Napoli, Gallipoli, Manfredonia;
One Step Beyond #24: Napoli, Vicenza, Milan, Inter, Fiorentina;
One Step Beyond #25: Isernia, Venezia Mestre, Inter, Manchester City;
One Step Beyond #26: Palermo, Paganese, Cavese, Novara, Nocerina, Newcastle;
One Step Beyond #27: Ideale Bari, Isernia, Matera, Manfredonia;
One Step Beyond #28: Lazio, Livorno, Ascoli, Pescara;
One Step Beyond #29: Verona, Lucchese, Napoli, Cavese, Lazio;
One Step Beyond #30: Crotone, Foggia, Genoa, Salernitana, Cagliari;
One Step Beyond #31: Fermana, Roma, Lazio, Terracina, Fiorentina;
One Step Beyond #32: Roma, Modena, Foggia, Campobasso, Inter;
One Step Beyond #33: Nocera, Cavese, Verona, Bari, Lazio;
One Step Beyond #34: Lodigiani, Benevento, Samb, Milan, Napoli;
One Step Beyond #35: Roma, Vicenza, Cosenza, Castel di Sangro, Cremonese;
One Step Beyond #36: Isernia, Lazio, Roma, Torino;
One Step Beyond #37: Cavese, Palermo, Catania, Lazio, Atalanta, Arezzo;
One Step Beyond #38: Verona, Piacenza, Genoa, Sampdoria, Campobasso, Nocerina, Vis Pesaro;
One Step Beyond #39: Cesena, Verona, Aberdeen FC, Udinese, Pisa, L’Aquila;
One Step Beyond #40: Spezia, Livorno, Chieti, Lazio, Avellino, Inter;
One Step Beyond #41: Teramo, Giulianova, Monza, Roma, Potenza, Napoli;
One Step Beyond #42: Lazio, Taranto, Bologna, Terracina, Monopoli;
One Step Beyond #43: Bari, Roma, Ascoli, Reggina, Trani;
One Step Beyond #44: Arezzo, Milan, Manfredonia, Campobasso;
One Step Beyond #45: Latina, Casarano, Frosinone, Isernia, Spal;
One Step Beyond #46: Sciacca, Ideale Bari, Torre del Greco, Brescia, Inter;
One Step Beyond #47: Lecce, Messina, Cosenza, Casertana, Napoli, Genoa;
One Step Beyond #48: Taranto, Lazio, Bari, Isernia, Pescara, Roma;
One Step Beyond #49: Milan, Sciacca, Napoli, Triestina, Livorno, Lazio;
One Step Beyond #50: Napoli, Fiorentina, Pescara, Salernitana, Torino, VeneziaMestre;
One Step Beyond #51: Crotone, Trapani, Vicenza, Catania, Palermo, Inter;
One Step Beyond #52: Lazio, Roma, Alessandria, Cavese, Verona;
One Step Beyond #53: Salernitana, Lazio, Genoa, Spezia, Napoli, Empoli;
One Step Beyond #54: Atalanta, Roma, Taranto, Torino, Nocerina, Trani;
One Step Beyond #55: Andria, Paganese, Barletta, Avezzano, Catanzaro, Marsiglia;
One Step Beyond #56: Juve Stabia, Napoli, Avellino, Roma, Catania, Lazio;
One Step Beyond #57: Verona, Milan, Matera, Fiorentina, Siracusa, Isernia;
One Step Beyond #58: Ternana, Fiorentina, Pistoiese, Bari, Taranto;
One Step Beyond #59: Cavese, Pescara, Palermo, Arezzo, Campobasso;
One Step Beyond #60: Torino, Modena, Napoli, Atalanta. Brescia;
One Step Beyond #61: Genoa, Sampdoria, Crotone, Fiorentina, Cosenza;
One Step Beyond #62: Como, Ragusa, VeneziaMestre, Lucchese, Isernia, Varese;
One Step Beyond #63: Taranto, Terracina, Verona, Manfredonia, Roma, Matera;
One Step Beyond #64: Bari, Foggia, Spezia, Atalanta, Castel di Sangro, Perugia;
One Step Beyond #65: Sciacca, Isernia, Triestina, Brindisi, Campobasso, Akragas;
One Step Beyond #66: Cavese, Verona, Roma, Lazio, Treviso;
One Step Beyond #67: Nocera, Napoli, Genoa, Inter, Livorno, Torino;
One Step Beyond #68: Reggiana, Arezzo, Ascoli, Fiorentina, Roma, Lazio;
One Step Beyond #69: Salernitana, Cagliari, Frosinone, Verona, Catania;
One Step Beyond #70: Sulmona, Ancona, Palermo, Isernia, Napoli, Casertana;
One Step Beyond #71: Casarano, Isernia, Napoli, Potenza;
One Step Beyond #72: Torino, Francavilla, Isernia, Giulianova, Teramo, Cavese;
One Step Beyond #73: Monza, Cavese, Lazio, Roma, Licata, Sulmona;
One Step Beyond #74: Roma, Manfredonia, Isernia, Lazio, Pescara, Benevento;
One Step Beyond #75: puntata speciale cover e immagini plasticate;
One Step Beyond #76: Napoli, Verona, Fiorentina, Sciacca, Cavese;
One Step Beyond #77: Lazio, Sciacca, Isernia, Verona, Milan, Chieti;
One Step Beyond #78: Roma, Isernia, Lazio, Triestina;
One Step Beyond #79: Udinese, Perugia, Lazio, Inter, Isernia;
One Step Beyond #80: Cavese, Catania, Roma, Terracina, Isernia, Lazio;
One Step Beyond #81: Manfredonia, Salernitana, Inter, Catanzaro, Lodigiani, Livorno;
One Step Beyond #82: Paganese, Alessandria, Sora, Sciacca, Verona;
One Step Beyond #83: Sampdoria, Empoli, Isernia, Catania, Fiorentina, Treviso;
One Step Beyond #84: Campobasso, Palermo, Napoli, Pescara, Matera, Giugliano;
One Step Beyond #85: Casarano, Roma, Lazio, Taranto, Savoia;
One Step Beyond #86: Roma, Trani, Perugia, VeneziaMestre, Isernia, Napoli;
One Step Beyond #87: Verona, Catania, Isernia, Livorno, Vicenza;
One Step Beyond #88: Palermo, Modena, Milan, Roma, Napoli, Isernia;
One Step Beyond #89: Fiorentina, Torino, Lazio, Roma, Cavese;
One Step Beyond #90: Manfredonia, Genoa, Angri, Salernitana, Verona, Frosinone;