Dopo essere stato a Siena per il derby contro il Livorno, eccomi tornare a viaggiare alla vecchia maniera, passando due notti su un pullman. Poco male, perché la voglia di andare lontano mi spinge a seguire un big match del girone B della serie D, Ospitaletto – Sant’Angelo. I bresciani sono primi in classifica con 23 punti dopo dieci giornate, mentre il Sant’Angelo si trova al secondo posto staccato di tre punti, in coabitazione con il Varesina. Scelgo questo incontro anche per vedere i ragazzi di Sant’Angelo, che mi avevano fatto una bella impressione a Bagnolo in Piano contro la Bagnolese e al contempo vedere uno stadio storico come quello di Ospitaletto.

Parto alle 23:35 in direzione Brescia, dove arrivo di buon mattino. Colazione rigenerante, visita veloce alla stazione, quindi un altro treno direzione Bergamo, che mi condurrà alla fermata di Ospitaletto-Travagliato. Quando mi trovo in questi piccoli scali l’emozione ha il sopravvento, così mi fermo qualche minuto e dopo aver fagocitato nei miei scatti questo piccolo immobile, non mi resta che andare allo stadio, passando per il piccolo centro storico di questa città di circa quindicimila abitanti in cui osservo le tracce del suo passato, ammirando il contrasto tra quelle vecchie cascine dove un tempo si svolgeva la vita contadina e l’ala di fabbriche ormai dismesse.

Senza nemmeno accorgermene arrivo in zona stadio, un impianto che farebbe invidia a tante città molto più grandi. Un grande parcheggio mi introduce poi alla tribuna coperta sormontata dala grossa scritta “Stadio Comunale Gino Corioni”. Prima di diventare presidente del Bologna e del Brescia, infatti, Corioni era stato presidente proprio dell’Ospitaletto, che portò dai dilettanti fino alla serie C1, massimo traguardo mai raggiunto dalla società arancioblu. Più recentemente la società bresciana mancava dai dilettanti da ben venticinque anni dove, sta attualmente recitando il ruolo di massima protagonista in classifica addirittura da neopromossa.

La casa dell’Ospitaletto può attualmente ospitare solo quattromila spettatori sui novemila originari, ha una tribuna coperta (l’unico settore aperto quest’oggi), una scoperta e una curva bassa ma lunga dove prendono posto i sostenitori ospiti. Questo impianto ospita le gesta dei locali dal 1923, un altro campo da calcio attiguo riservato alle squadre giovanili dedicato a Federico Gozio, altro storico dirigente di quella cavalcata trionfale, poi campi da tennis e altro ancora. Prima di mettere finalmente piede in campo, mi concedo anche un giro al poco distante palazzetto dello sport.

La tribuna dei padroni di casa si presenta bella piena al via, con molti striscioni attaccati alla balconata, mentre all’angolo della tribuna, vicino alla curva ospite, prende posto un discreto numero di ultras locali, tutti molto giovani, dietro il grande striscione CURVA NORD OSPITALETTO. Nel frattempo, entrano gli ultras ospiti che dapprima si posizionano nei pressi del cancello d’entrata, poi si spostano a centro curva, dietro la porta.

Nel primo tempo i padroni di casa si prodigano molto, con un tifo fatto di continui battimani ad accompagnare i cori e il sostenuto sventolio del bandierone del gruppo. Nei venticinque minuti non conoscono pause e esprimono un’intensità corale davvero invidiabile, poi calano nella restante parte della prima frazione. Gli ospiti, dall’altro lato, dopo pochi minuti dall’inizio del primo tempo alzano lo striscione “13-10-2024 LA MORTE NON È UGUALE PER TUTTI”, per esprimere, come le altre tifoserie italiane, il proprio sdegno per il veto dei vertici del calcio al minuto di silenzio per i tre ultras foggiani deceduti tornando dalla trasferta di Potenza. Nel resto della prima parte di gara, gli ultras rossoneri tifano in maniera compatta dietro lo striscione BARASINI OVUNQUE e quello dedicato ai DIFFIDATI. La loro intensità corale è lineare e costante e con il passare dei minuti, il loro tifo cresce progressivamente, raggiungendo anche picchi elevati. Dal punto di vista visivo, effettuano discreti battimani eseguiti al ritmo del tamburo, accendono una torcia e sventolano continuamente il bandierone.

Nel secondo tempo, trascorsi appena due minuti, l’Ospitaletto passa in vantaggio con Peli, che fa esplodere spettatori comuni e ultras, i quali rivolgono cori ironici agli ospiti. I padroni di casa riprendono a tifare sulle ali dell’entusiasmo, effettuando decisi battimani e sventolando il bandierone; poi, però, come nella prima frazione, il tifo cala d’intensità, Gli ultras ospiti, nonostante il gol subito a inizio ripresa, cercano di cantare e sostenere la squadra, colorando ulteriormente il settore con delle bandierine rossonere, che affiancano il bandierone. Realizzano tanti battimani, ma in questa seconda parte di gara vengono riscontrate pure delle pause nei momenti meno avvincenti della partita.

Al triplice fischio finale l’Ospitaletto esce vittorioso dal campo con il risultato di 1-0, rimanendo così al vertice della classifica. I tifosi locali, ovviamente, esultano mentre sul fronte ospiti, nonostante la sconfitta, si applaudono lo stesso accogliendo la squadra sotto il settore.

Finisce qui la partita ma non la giornata, e dopo aver ringraziato e salutato i dirigenti locali, mi dirigo verso la piccola stazione di Ospitaletto per tornare nuovamente a Brescia, dove mi concedo una visita allo stadio delle rondinelle, all’esterno del quale ammiro qualche murales dei gruppi ultras e la targa in ricordo di Andrea Toninelli, prima di salire sull’autobus che mi riporta finalmente a casa.

Testo e foto di Marco Gasparri