La stagione 2024-25 muove i suoi primi passi anche nel girone meridionale della Serie C. Un campionato che si preannuncia scoppiettante, con molte società di piazze blasonate a contendersi il salto di categoria, dopo aver allestito vere e proprie corazzate. Benevento, Crotone, Catania e Trapani sono tra le principali candidate alla vittoria finale. Poi ci sono tante outsider con organici di valore, che sognano di mettere in difficoltà le cosiddette big del girone. Tra queste vorrei menzionare l’Altamura, il Cerignola, il Foggia e, perché no, anche il Potenza e il Picerno, le due squadre che rappresentano la mia regione, la Basilicata.

Proprio in casa di quest’ultima, il Picerno, comincia anche la mia stagione e contestualmente quella dell’Avellino, un’altra di quelle corazzate del girone, non menzionata in precedenza ma non per questo meno accreditata. Per questa partita di cartello c’è già il primo sold out stagionale, con i biglietti andati esauriti ormai da diversi giorni, compresi quelli per il settore ospiti polverizzati in pochissimo tempo. Le due società hanno raccomandato ai tifosi sprovvisti di tagliando di non mettersi in viaggio alla volta del centro lucano, ma l’appello è stato vano: oltre ai sostenitori irpini che sono riusciti ad acquistare i 650 tagliandi loro destinati, ne arrivano tantissimi altri la cui unica sistemazione possibile è sulle collinette adiacenti allo stadio. Fortunatamente senza problema alcuno per l’ordine pubblico nonostante nel recente passato c’era stato sempre un po’ d’attrito con le forze dell’ordine che, in quest’occasione e saggiamente, hanno optato per la linea accomodante vista la criticità biglietti.

Bella e generosa la prestazione avellinese, per quanto il settore diviso in due spezzoni non favorisca l’amalgama. Ad onor del vero, i due settori hanno già di loro seguito una diversa propensione, con la parte più calda ed organizzata del tifo biancoverde che si raccoglie a sinistra, dietro lo striscione “1912” e i “semplici tifosi” invece defilati nella tribunetta angolare.

Non altrettanto positiva la prova dell’Avellino in campo, strapazzato dai lucani con un perentorio 4 a 1. Il risultato, come il resto della gara tutt’altro che esaltante, era stato un altro degli elementi di divergenza fra le due anime del tifo irpino, con la Sud formato trasferta che non smette mai di sostenere la squadra, a differenza dei classici occasionali richiamati dalle grandi ambizioni di questa compagine, che hanno cominciato a mugugnare quasi dai primi passaggi e a fine gara hanno sbottato con una veemenza più da ultima spiaggia che da prima stagionale. Di ben altro approccio la parte ultras che, dopo novanta minuti in cui non ha lesinato sforzi e pur con un fisiologico calo a risultato compromesso non ha fatto venir meno la continuità, ha infine alzato cori sì chiaramente volti a ribadire le proprie aspettative, senza però scadere ad una selvaggia quanto deleteria contestazione già al primo passo falso. 

Ribaltando la prospettiva, esordio da favola per il nuovo Picerno del tecnico Tomei, che strapazza i ben più quotati avversari grazie a una partita giocata in modo perfetto, soprattutto nei secondi 45 minuti. Sugli spalti sempre presente e propositivo il tifo dei picernesi, fra battimani, bandieroni e soprattutto cori secchi e ripetuti con i quali riescono a ritagliarsi il proprio spazio. Chiaramente non si possono fare paragoni con tifoserie di lungo corso come quella ospite, ma nel loro piccolo, favoriti dal buon percorso in questi anni della propria squadra, continuano a muovere piccoli passi in avanti e a crescere, con umiltà e rispetto per gli avversari, senza inventarsi rivalità inesistente o offendere qualsiasi dirimpettaio. Non può ascriversi in questo solco i fischi ad un ex fra le file avellinesi che sempre la parte non ultras degli ospiti recepisce come irriverente e si scalda un po’, chiaramente nell’indifferenza dei concittadini ultras.

Prossimi appuntamenti che, in un modo o nell’altro, serviranno a dare importanti risposte sia al Picerno, atteso in trasferta da un’altra squadra ambiziosa come il Trapani, importanti risposte sono attese anche dall’Avellino chiamato alla prova Giugliano, fra le mura amiche. Tutto questo mentre io mi rimetto in moto già il giorno seguente per l’interessante sfida tra Foggia e Trapani. Nemmeno il tempo di ricominciare che la voglia di tifo ha già preso il sopravvento…

Pier Paolo Sacco