La corsa verso la serie A continua, in questi play off si gioca praticamente tre volte a settimana. I momenti di riposo sono perciò assai rari ed anche per chi vuol seguire la propria squadra, tempo e denaro devono essere nelle proprie piene disponibilità. Oltre ovviamente alla solita riserva sconfinata di passione, che sarebbe pure superfluo sottolineare ma diventa doveroso laddove troppo spesso si associa l’ultras solo agli aspetti più negativi, come se l’universo stadio sia l’unico territorio barbaro in mano alla criminalità. Ovviamente a certe latitudini, almeno in via parallela, esistono i cosiddetti giri strani, ma se ci guardiamo intorno, nella vita di tutti i giorni, in ambito sociale, non meno condizionamenti oscuri gravano quotidianamente su attività politiche e imprenditoriali. Sembrava che Tangentopoli avesse messo un freno, ad esempio, ad un modus operandi che definire malavitoso è semplicistico, eppure è notizia proprio di questi giorni lo scandalo ligure che vede coinvolti, tra gli altri, il governatore regionale Toti e l’ex presidente del Livorno Calcio Aldo Spinelli. Nulla di nuovo sotto il sole, dichiarazioni di circostanza, il caso magari finirà relegato in qualche giornale locale, la notizi si sgonfierà con qualche testa che salta per placare la pancia giustizialista del popolo ed in definitiva manco più ci si ricorderà dell’ennesimo intrallazzo tra politica e mondo degli affari.
Tornando all’attualità, la Livorno della palla a spicchi risponde per l’ennesima volta presente: anche in questa serata il tutto esaurito viene raggiunto senza troppi problemi e come sempre, il palazzetto si anima ben prima dell’inizio delle ostilità. I primi cori si alzano durante l’ingresso in campo delle squadre, le ugole si scaldano ed in un ambiente chiuso, creare un bel caos è obiettivo non troppo difficile da raggiungere.
Da Avellino giungono una ventina di tifosi, vengono confinati nel settore ospite delimitato dal nastro bianco e rosso, niente di così definito ed invalicabile, del resto la loro presenza è silente, mai un coro, mai un accenno di animosità, si guardano la partita in santa pace limitandosi a qualche applauso di circostanza.
Senza un avversario degno di questo nome sugli spalti, sono i padroni di casa ad essere i soli ed unici protagonisti della serata e visto che la loro squadra prende subito il largo, il tifo trae vantaggio pure dal risultato che si concretizza. Strada spianata per la Curva Sud che poggia su numeri più che interessanti: se lanci uno spillo non cade a terra, le persone sono ammassate in un settore che accoglie ben più della capienza massima ma del resto è anche il settore che più partecipa al sostegno alla squadra, perciò chi vuol offrire il proprio apporto deve necessariamente rivolgersi alla curva. Pubblico sempre molto variegato al palazzetto, donne, bambini, ragazzi, tutti accumunati dalla fede per la Pielle, tutti a spingere la squadra fino alla fine. Non c’è la classica invasione di fine gara ma l’entusiasmo non manca, in attesa di gara 2 il primo mattoncino è stato messo al proprio posto. La corsa continua.
Gara 2:
Lunedì sera ed ancora una volta la Livorno di fede piellina è pronta a spingere la squadra nella seconda gara dei play off contro Avellino. La serata si apre con uno striscione per ricordare la morte di Franchino, il famoso dj delle notti toscane, personaggio eccentrico partito veramente dal basso e capace di imprimere il proprio marchio nel mondo della disco con le sue frasi iconiche pronunciate con voce rauca e profonda, motti che hanno allietato buona parte di una generazione che in Toscana si riversava nei locali di tendenza che all’epoca spopolavano. L’esposizione dello striscione è accompagnata dai cori di rito, poi si può riflettere sull’eccessiva spettacolarizzazione che ultimamente il mondo del tifo sta offrendo sia a chi ci lascia, sia ai nuovi nascituri: ormai non c’è partita dove non ci sia un pensiero in tal senso con gli immancabili cori a corredo. Terreno minato questo, perché se da un lato c’è il rischio di sovraesposizione in certe vicende, tante volte non esporsi sarebbe una mancanza di sensibilità sociale e di partigianeria che al mondo del tifo non ha mai fatto difetto, ha sempre fatto parte del suo sentire e agire.
Se il tifo dei padroni di casa in gara 1 è stato positivo, in questa serata c’è decisamente il salto di qualità. Per costanza e partecipazione posso affermare che il sostegno è stato decisamente migliore. Forse il merito è di chi ha saputo coinvolgere il pubblico, dettare i cori e caricare l’ambiente, il risultato comunque è una serata di alto livello, compresa quella sciarpata che ha abbracciato tutti i settori di un palazzetto che si è basato sui soliti numeri importanti. A favorire la tifoseria di casa è stata anche l’assenza degli ospiti: questa serata nel settore si potevano contare quattro persone che ovviamente non sono andate più in là di qualche timido applauso durante le azioni della partita.
Sul parquet la Pielle fa la voce grossa ed ha la meglio sugli avversari, ora c’è da giocare almeno una partita in trasferta, l’aspetto ambientale potrebbe incidere sul risultato.
Valerio Poli
Gara 2: