Ho percorso tantissime volte l’autostrada A14 Taranto-Bologna, conosciuta come l’Adriatica. E tante volte, quando vedevo l’uscita Atri-Pineto, notavo dall’alto uno stadio piccolo e colorato, con due bande orizzontali di colore bianco e celeste. Molto spesso mi domandavo, chissà mai se un giorno assisterò a un incontro di calcio lì. Quel giorno è arrivato il 27 ottobre 2024 quando, per l’undicesima giornata di Serie C girone B, si è giocato l’incontro tra i padroni di casa del Pineto e l’Ascoli.

Partito da Potenza alle 10:00, sono arrivato a Pineto alle 13:45, con largo anticipo rispetto al calcio d”inizio previsto per le 17:30. Così, parcheggiata l’auto, mi sono buttato alla scoperta di questa piccola realtà abruzzese. Pineto è una piccola cittadina di 14.000 abitanti in provincia di Teramo. Lo stadio, situato nel quartiere di Borgo Santa Maria Immacolata, ha una capienza di 1.500 spettatori ed è stato inaugurato nel 1973. È intitolato a Alessandro Mariani e Mimmo Pavone, due giovani calciatori pinetesi scomparsi prematuramente ad un anno di distanza l’uno dall’altro, negli anni 1995 e 1996, che hanno lasciato un vuoto enorme nella città non solo dal punto di vista sportivo e per questo la città ha voluto così rendere immortale il loro ricordo.

Il tempo corre velocemente e mi dirigo all’ingresso per ritirare l’accredito. Dentro lo stadio, il settore dei tifosi giunti dalla vicina Ascoli è già pieno (alla fine saranno 512 secondo i dati ufficiali del botteghino). Posizionato lo striscione che da qualche tempo li rappresenta, “Meglio una coerente solitudine che un vile compromesso”, alzano forte il grido “Ascoli, Ascoli”. All’entrata in campo delle squadre, viene esposto un altro striscione usa e getta: “Sul carro dei vincitori un bel gruppo di traditori”. La squadra viene comunque incoraggiata fino al vantaggio della squadra abruzzese e solo a posteriori arriva la contestazione del popolo piceno che inveisce, ancora una volta, contro l’attuale dirigenza, invitandola a cedere la società e ad andarsene da Ascoli.

Un momento di tregua si registra all’inizio del secondo tempo, quando un nuovo messaggio viene consegnato ed espresso tramite uno striscione di carta: “Emilia Romagna resta in piedi”, pensiero rivolto a questa terra nuovamente colpita da una terribile alluvione. La partita in campo si avvia a conclusione e per l’Ascoli è la quinta sconfitta consecutiva, che fa precipitare la squadra al penultimo posto della classifica generale. Al termine del match, la squadra rientra negli spogliatoi mentre la contestazione continua sia in campo che successivamente al rientro della squadra in città.

Testo e foto di Pier Paolo Sacco