Malgrado sia passato un po’ in secondo piano e non se ne parli più con una costanza giornaliera, l’Osservatorio per le manifestazioni sportive continua ad aleggiare sugli spostamenti dei tifosi in maniera razionale o più spesso irrazionale, decidendo a proprio piacimento se una tifoseria può affrontare la trasferta oppure no. Anche sulla tempistica di tali provvedimenti ci sarebbe da aprire una finestra, visto che certe decisioni cervellotiche arrivano spesso a ridosso della partita, mettendo in difficoltà sia chi si era organizzato, sia chi si vede costretto a decidere in poche ore come affrontare viaggio e partita.

Personalmente resto dell’idea che vietare una trasferta ad una tifoseria sia una grande sconfitta per lo Stato che ammette implicitamente di non saper gestire l’ordine pubblico. Sia ben chiaro, si sta parlando di una gara di calcio dove spesso le persone chiamate in causa sono poche migliaia, eppure c’è la percezione abbastanza concreta che di fronte alla difficoltà non rimanga che alzare bandiera bianca. Se non si riesce ad organizzare un servizio d’ordine per una partita di calcio, mi chiedo come poter affrontare situazioni decisamente più importanti e pericolose, al netto di continui investimenti per la sicurezza e con i mezzi e la tecnologia a disposizione, diventa dura capire quali criticità incontrino lor signori in ambito sportivo.

Nonostante la Curva Mare dirami un comunicato dove non può far altro che confermare la propria assenza in quel di Pisa, l’organizzazione della sicurezza nei dintorni dell’Arena Garibaldi resta capillare, le forze dell’ordine sono disposte ad ogni incrocio e ad ogni rotonda: una presenza massiccia e corposa, molto visibile, che tende decisamente a scoraggiare qualsiasi colpo di testa.

Alla prova pratica, il settore destinato agli ospiti vede qualche centinaio di persone, tutte ascrivibili a semplici tifosi o appartenenti a club, sportivi che pensano a godersi la partita senza troppo partecipare al tifo. Una tranquillità piuttosto apatica, viene interrotta verso il quindicesimo minuto del primo tempo, quando fanno il loro ingresso nel settore una quindicina di persone che provano a coinvolgere il restante pubblico, vengono intonati alcuni cori, tutti di natura offensiva verso i rivali, per poi tornare più o meno ad essere spettatori passivi. Non so se questo manipolo di persone sia riconducibili al gruppo che si ritrova tra le mura amiche nel settore dei distinti (alla stessa maniera di questi ultimi, non ha sigle che possano aiutare nell’identificazione), resta il fatto che il pubblico non prettamente ultras lo coinvolgi maggiormente se lasci partire qualche coro offensivo: questo è un fenomeno che ho potuto constatare in diverse occasioni ed in diversi stadi, l’aspetto è quantomeno particolare in quanto non ti aspetteresti che gente tutto sommato tranquilla, inserita in un contesto stadio, possa lasciarsi andare a offese che generalmente non trovano nemmeno la risposta della controparte. Come del resto in questo caso, in cui l’Arena Garibaldi non raccoglie la provocazione.

Pomeriggio che vede sugli scudi la Curva Nord che apre le danze con la classica sbandierata, bandieroni che vengono tenuti alti per buoni tratti della partita creando quel colore che è il marchio di qualità degli ultras pisani. Non manca la voce, chi detta le parole punta giustamente a coinvolgere tutti i presenti e la risposta è nel complesso molto buona visto che anche la gradinata, in talune occasioni, spalleggia come di consueto la curva. Da menzionare i due striscioni esposti durante la partita, il primo: “Trasferte libere”, viene poi appeso alla vetrata ed è un pensiero che non da oggi accompagna la Nord e viene ribadito in occasione di questo nuovo divieto agli ospiti; il secondo prende in considerazione il DDL 1660, un decreto sulla sicurezza che sta passando sotto il silenzio generale ma che in realtà è uno dei disegni più meschini che possa essere ricordato negli ultimi anni, un innalzamento delle pene per reati minori, l’immancabile accanimento verso quelle categorie che per volere o per necessità non vogliono allinearsi al pensiero comune.

Sul terreno verde il Pisa mette la partita subito sui binari giusti e con un triplo vantaggio, la curva non può far altro che soffiare sul fuoco ed alzare i decibel: il tifo è un autentico rullo compressore, non c’è nemmeno la necessità di coinvolgere, sull’onda dell’entusiasmo è l’intera curva a partecipare ai cori e il gol della bandiera del Cesena verso il finale dell’incontro serve solo per aggiornare il tabellino.

Testo e foto di Valerio Poli