Tradizionalmente la trasferta dei tifosi rosanero in Toscana è sempre stata contraddistinta da numeri importanti, del resto Pisa presenta un aeroporto dalle dimensioni e dal traffico non trascurabili e questo aspetto è prioritario per chi deve spostarsi dalla Sicilia per raggiungere il resto dello Stivale. Trasferta dunque logisticamente agevolata, al netto delle difficoltà, anche per quelle tifoserie, e non sono poche, che rappresentano città siciliane o sarde; l’impegno temporale, l’aspetto economico e la maggior complessità dei trasporti sono lì a testimoniare quanta passione risieda in quei tifosi che restano fuori casa almeno un paio di giorni per seguire una partita di calcio.

In questa serata il settore ospiti vede la presenza di tanti tifosi palermitani residenti un po’ in tutte le regioni del centro Italia, che arrivano con mezzi propri e prendono posto sui gradoni in maniera disorganizzata, aspettando il contingente degli ultras. Quando questo si presenta, l’ingresso è molto scenico: tante bandiere a due aste in bella mostra e poi la voce testimoniano una partecipazione numerica che va sicuramente apprezzata. Gli ultras rosanero non sono una presenza marginale e prendono la saggia decisione di coinvolgere anche il resto dei tifosi nel sostegno alla squadra. Anche per la tifoseria siciliana la divisione interna è parecchio visibile e marcata: da una parte i rappresentanti della Curva Sud, che pongono in maniera ancora dialetticamente centrale la loro ritrosia alla Tessera del Tifoso; nella parte centrale, a coordinare il tifo, c’è invece la curva opposta. Per dare una lucida ed oggettiva idea della presenza palermitana in quel di Pisa, basti pensare che per questa partita, e per il loro settore, il sold out è stato raggiunto nell’arco di brevissimo tempo e i biglietti a disposizione degli ospiti sono letteralmente andati a ruba. A tal proposito si potrebbe aprire una parentesi infinita sulla capienza degli stadi italiani: siamo passati da anni in cui si andava ampiamente oltre il consentito, ai giorni nostri in cui in certi casi resta un’impresa accaparrarsi il sospirato ticket anche se poi tanti spazi restano vuoti per causa di forza maggiore. Ammodernamenti e conseguenti pseudo miglioramenti della sicurezza dello spettatore non hanno in realtà portato ad un mantenimento del numero di posti, specialmente nei settori più popolari; la divisione delle curve pensata per l’Olimpico di Roma è, per esempio, emblematica dell’incompetenza di certi organi in materia stadio. Ovviamente ciò viene fatto sventolando la bandiera della pubblica incolumità, cosa che poi permette, senza troppi giri di parole, di fare tutto e il contrario di tutto, anche sbagliare e continuare a sbagliare.

Se il settore ospite segna il tutto esaurito, il resto dello stadio non è da meno; il colpo d’occhio non è affatto male, anche se resta la convinzione che qualche biglietto in più si potrebbe tranquillamente vendere, visto che in passato l’“Arena” ha fatto segnare più di ventimila spettatori. Altri anni, altre epoche.

Curva Nord che apre le danze con il primo messaggio della serata, che esprime vicinanza alla questione palestinese, una tematica non nuova per una tifoseria che sull’argomento ha sempre mostrato sensibilità e idee chiare, persino condivisibili. Il lungo striscione esposto a centro curva non è certo una novità e immancabili sono le torce che si vanno ad accendere dietro lo stesso.

Tifosi rosanero che ormai sono una garanzia: sostengono la squadra e lo fanno davvero bene, i cori sono continui e qualcuno viene prolungato per diversi minuti; a livello di colore i bandieroni fanno tutta la loro figura. Non tutti hanno la volontà di partecipare al sostegno, ma molti dei tifosi non arrivati direttamente da Palermo, non perdono l’occasione di mettere il proprio mattoncino nell’incitamento della squadra. Il risultato è senza dubbio positivo, sia per quanto riguarda i decibel, sia, soprattutto, per l’aspetto aggregativo, che è molto importante per chi solo in determinate occasioni riesce a seguire la squadra.

Curva Nord di casa, invece, che anche questa sera sfoggia una prestazione encomiabile: sostegno e colore viaggiano su binari paralleli e si può ben affermare che il risultato perseguito è poi ampiamente raggiunto. Tanti cori, torce e bandieroni e in generale un profondo coinvolgimento di tutta la curva che ce la mette tutta per spingere la squadra alla vittoria. In almeno un paio di occasioni è anche la gradinata a spalleggiare il settore più caldo dello stadio, mentre l’esposizione dello striscione che ricorda il gesto tanto nobile quanto tragico di Marco Verdigi, morto per salvare due bambini che stavano annegando a Marina di Pisa, trova l’applauso di tutto lo stadio. A tal proposito è lodevole sottolineare la memoria storica degli ultras, che ricordano un episodio di ormai venti anni fa, che fece scalpore e che non viene evidentemente chiuso nel cassetto dei ricordi.

Serata che si conclude con la vittoria dei padroni di casa, che centrano la prima vittoria stagionale. Risultato a parte, c’è da rimarcare l’ottima prova delle due tifoserie. Se solo certi regolamenti cervellotici non reprimessero ogni possibilità di azione all’interno degli stadi, lo spettacolo che potrebbero offrire le tifoserie italiane sarebbe di gran lunga migliore di quello attuale. I soliti esperti in materia, però, si emozionano quando vedono il muro giallo di Dortmund: come creare un mito e renderlo eterno. Anche se poi nella pratica fanno di tutto per invalidare tutto quello che in Italia è stato principio ispiratore per le fascinazioni esotiche.

Valerio Poli