Gara interna per la Pielle Livorno e come da prassi, palazzetto dello sport che ribolle di tifo e passione. Le presenze sono ormai una costante per la Livorno della palla a spicchi, nonostante in questa stagione la squadra viaggi con un ritmo un po’ ridotto rispetto alle aspettative. Il pubblico non si abbatte e rilancia, la Curva Sud comincia ad animarsi ben prima del via delle ostilità, i gruppi sono al proprio posto e già all’ingresso in campo della squadra, i decibel cominciano ad alzarsi.

Solita atmosfera da palazzetto, il prepartita scorre via fin troppo tranquillo, le prime birre consumate, i soliti discorsi tra chi ne capisce di basket ma il tema che tiene irrimediabilmente banco tra i più attivi, è la trasferta di Lucca chiusa al pubblico livornese. Se nel calcio è cosa sgradita quanto abituale vedersi chiudere una trasferta anche quarantotto ore prima della stessa, nel basket, come in altri sport, la cosa è ben più rara ma come si evince da questo episodio, che ben inteso non è neanche il primo, neanche così unica o assurda. Assurdo è vietare per non prendersi le responsabilità, assurdo è vietare un incontro con qualche centinaio di persone, assurdo è pensare che sia tollerabile continuare a vietare per evitare qualsiasi problema.

Ad inizio partita il settore ospite vede la presenza di qualche decina di tifosi provenienti da Roma che espongono il classico striscione “Daje Virtus”, qualche ragazzino sventola qualche bandiera ma nulla che rimandi ad una presenza ultras. Verso il decimo minuto però, si nota del movimento tra le forze dell’ordine ed in effetti fanno il loro ingresso gli ultras provenienti dalla Capitale. La loro discesa dai gradoni non passa inosservata visto che la gestualità non ammette nessuna indecisione o incomprensione. Nonostante le due tifoserie non si trovino di fronte ormai da decenni, gli ospiti non mancano di esporre tutta la loro poco simpatia verso i padroni di casa che rispondono per le rime.

Una volta chiariti i rapporti e assodato che non scorre buon sangue tra le due fazioni, ci si concentra anche sull’incitamento alle squadre. Gli ospiti si sistemano nella parte alta del settore, fanno gruppo ed armati di un tamburo e di un paio di bandiere provano a farsi sentire. Spesso riescono a far echeggiare i cori, alcune volte, dato il numero, vengono ovviamente sovrastati ma a loro merito va riconosciuto che tirano la carretta fino al termine dell’incontro ed anche oltre.

Curva Sud di casa, invece, che parte come di consueto in quarta. Il tifo può poggiare su un gran bel numero di persone, anche l’organizzazione è ormai consolidata ed il pubblico sembra ben reagire alle direttive provenienti dalla balaustra. Sicuramente questa non è la miglior partita della squadra che man mano che passano i minuti, sembra non reagire ad uno strapotere della Virtus che infatti allunga fino a rendersi imprendibile. Si alza qualche mugugno, poi subentra la rabbia, cominciano a sentirsi alcuni cori di contestazione ma quando la squadra crolla completamente di fronte ad un avversario che non molla di un centimetro, scatta la dura contestazione di tutto il palazzetto, con gli striscioni che vengono ritirati e con i cori che colpiscono un po’ tutti, dalla dirigenza alla squadra passando per un mister che sembra il più colpevole di tutti. Sicuramente il pubblico piellino è compatto nel chiedere qualcosa in più alla squadra, i cori ed i gesti provengono dalla curva così come dagli altri settori, una contestazione che in passato non avevo mai visto e che questa sera tocca l’apice anche al termine dell’incontro, quando fuori dell’impianto stazionano tifosi ed ultras, ai quali proprio non va giù una sconfitta che assume le sembianze di una disfatta.

La sirena di fine gara vede la felicità degli ospiti, sia sulle gradinate sia in campo, dove la squadra della Capitale viene salutata dal pubblico livornese con un lungo applauso, per altro ricambiato, mentre per i padroni di casa quella sirena vuol dire la fine di un incubo: le percentuali al tiro sono roba da minibasket e la rabbia per una simile prestazione è comune un po’ a tutti i presenti. Una serata storta per la squadra labronica, la speranza è di cambiare marcia e non dilapidare un pubblico che anche in serate come questa, ha dimostrato di poter dire la propria.

Valerio Poli