Per motivi esclusivamente geografici, mai ho potuto vedere all’opera gli ultras di Campobasso. Di loro ho un ricordo decisamente ingiallito in uno di quei tanti raduni che all’epoca sembravano condurre ad un porto sicuro. A distanza di anni posso affermare che il confronto, le discussioni, le diverse idee ed opinioni sul mondo ultras, hanno contribuito a migliorarsi, completarsi e progredire intellettualmente in un campo dove c’è chi si erge a paladino di valori indiscussi e quanto mai nobili, fin quando non scivola sulla classica buccia di banana e si vende per trenta denari.

Il breve tragitto che mi separa da Pontedera è avvolto dalla curiosità, una tifoseria catalogabile per numeri tra quelle “minori”, una piazza poco avvezza alla serie C, una trasferta non certo agevole per i chilometri che separano i due centri non stimolano il seguito in trasferta, ma è altrettanto vero che si gioca di domenica pomeriggio, giorno ideale per dedicarsi alle passioni personali perciò è lecito attendersi qualcosa di buono.

I primi tifosi ospiti arrivano con un discreto anticipo rispetto all’inizio dell’incontro, mentre gli ultras fanno il loro ingresso nel settore una ventina di minuti prima del via. Fin dalle prime battute si evince come a livello numerico i molisani portino in Toscana una discreta quantità di persone e a ben vedere, dalle prime bandiere che vengono sventolate, anche dal punto di vista del colore non c’è da restare insoddisfatti.

La Gradinata Nord di casa comincia ad animarsi, ultras e tifosi si sistemano a centro settore, anche se deve passare qualche minuto dopo il fischio d’inizio per far sì che anche gli ultimi irriducibili ritardatari facciano il loro ingresso sui gradoni del Mannucci.

Il settore ospiti parte con una prova maiuscola, passione e colore si fondono in maniera perfetta, voce e bandiere sono un misto di primissimo piano per una tifoseria che accompagna un tifo caldo e passionale a una costanza e una continuità che non si vedono spesso in giro. I molisani optano per un mix di cori che si fanno sicuramente apprezzare, si va dai classici rivisitati a qualcuno in dialetto passando per alcuni veramente originali. Dal punto di vista vocale davvero poco da eccepire ed anche sull’aspetto estetico si può solo applaudire una tifoseria che opta massicciamente per il colore, una soluzione che non tradisce mai, perciò bandieroni sempre al vento, una sciarpata che chissà per quale arcano motivo sembra essere finita in soffitta nel mondo ultras attuale e addirittura una torcia che in prima serata offre il meglio di sé. Come divertirsi, aggregare, coinvolgere e offrire un reale apporto alla squadra.

Ultras granata saliti alla ribalta per qualche scritta contro un dirigente che nei giorni antecedenti l’incontro aveva ornato i dintorni dello stadio, la questione sembra non incidere sul sostegno alla squadra che non viene meno, anche se a tratti si nota un certo scollamento tra ultras e semplici tifosi. Il risultato sul terreno di gioco non aiuta i padroni di casa: il Campobasso quasi sul finire dell’incontro piazza il gol che vale i tre punti, l’amarezza nel settore locale è pari alla gioia degli ospiti che festeggiano la vittoria con la squadra.

Valerio Poli