Turno infrasettimanale di Coppa Italia dilettanti, torno allo stadio “San Ciro” di Portici per assistere a Portici-Battipagliese, ritrovando entrambe le tifoserie a distanza di pochi giorni. Le partite precedenti, Victoria Marra-Battipagliese e Portici-Virtus Afragola, mi avevano introdotto piacevolmente a queste realtà, sebbene in contesti senza una vera controparte. Ora, le ritrovo rivali in questo incontro, ma l’antagonismo è in realtà poco sentito, considerata l’amicizia che intercorre tra le due tifoserie, unite da inimicizie comuni.

Lo stadio, una struttura inaugurata sul finire degli anni ‘80, porta il nome del Santo Patrono della città, un omaggio che riflette l’identità locale. Nel 2020, in un gesto di affetto e rispetto, è stato aggiunto il nome “Luca Alvieri” in memoria dell’addetto stampa della SSD Portici, prematuramente scomparso; un tributo che sottolinea l’importanza delle persone che hanno contribuito a portare onore alla storia del club, così come non mancano i ricordi spiacevoli della vecchia dirigenza, sia nei cori intonati durante la partita che nei murales all’esterno dello stadio.

Nel corso degli anni, l’impianto ha subito diverse ristrutturazioni, che hanno portato a una riduzione della capienza dagli originari posti per adeguarsi alle normative di sicurezza vigenti. Nonostante questi interventi di modernizzazione, gli spalti conservano una configurazione tradizionale, con gradoni di cemento privi di sediolini, evocando un’atmosfera autentica e nostalgica, anche se la Curva Mare e la Curva Vesuvio restano ancore chiuse, e sono accessibili solo le due tribune laterali.

E proprio sui gradoni è il caso del “pochi ma buoni”, dove i numeri non contano, ma la presenza fa la differenza. Se i tifosi del Portici si fanno sentire, quelli della Battipagliese non sono da meno, mostrando entrambe un’ottima prestazione di tifo vecchio stile, fatto di battimani e voce alta. E i cori risuonano da una parte all’altra in un’eco continua, alimentata dall’architettura dello stadio. Tra i tanti, i porticesi ricordano Silvio Adinolfi, ultras della Nocerina, recentemente scomparso, mentre i battipagliesi non mancano di indirizzare cori contro i rivali ebolitani.

In campo si assiste a una bella battaglia che termina in pareggio, un risultato che riflette l’equilibrio tra le due formazioni. In questo contesto, il tifo si trasforma in un inno alla resilienza, un richiamo a non arrendersi e a continuare a lottare per i colori che si amano.

Testo e foto di Imma Borrelli