Per la quattordicesima giornata di Serie C girone C, al Viviani di Potenza si incontrano la compagine rossoblù locale e la corazzata Avellino che, pur partita con qualche incertezza, sta cercando di ripianare il gap che la divide dalla testa della classifica. Calcio d’inizio alle ore 12:30, un orario insolito, poiché la maggior parte della regione è colpita da un’emergenza idrica per cui la Lega ha deciso di far disputare il match a quest’ora, visto che dalle 18:00 l’acqua non viene più erogata fino al giorno successivo. Nonostante ciò, l’affluenza di pubblico è numerosa. Sugli spalti ci sono oltre 3.600 spettatori, di cui 800 tifosi irpini, che oltre ad acquistare i biglietti del settore ospite hanno preso anche quelli di tribuna laterale (con buona pace dei malati di sicurezza che poi causano più rischi di quelli che vorrebbero prevenire).

La Curva Ovest, all’inizio della partita, sventola i consueti bandieroni dei gruppi principali e, a differenza delle altre partite casalinghe, presenta già anzitempo un notevole colpo d’occhio. Applausi e cori di scherno contro la tifoseria avellinese che risultano forti e rimbombano in tutto lo stadio. Al fianco dei “Leoni” ci sono gli amici e gemellati di Altamura, il cui vessillo è visibile sullo striscione della Potenza Ultras. Ottima invece la presenza degli avellinesi, sia in termini numerici sia, soprattutto, per il sostegno alla squadra. Loro ci hanno sempre creduto e ci credono a maggior ragione a seguito della sconfitta subita dalla capolista Benevento il giorno precedente, sempre in terra lucana, ad opera del Picerno. Purtroppo per loro, però, la squadra in campo non risponde alle attese dei propri ultras e termina la gara con un pareggio e tanti rimpianti per questo punticino rosicchiato che potevano essere tre e potevano portare gli irpini al secondo posto in classifica.

Si registrano attimi di tensione prima, durante e dopo la partita tra le due tifoserie. Per cui sabato 16 il Potenza farà visita al Giugliano e l’Avellino andrà a render visita alla capolista Benevento, ma su entrambe le sfide pende la spada di Damocle dei soliti divieti e delle loro logiche sempre punitive e mai davvero preventive.

Testo e foto di Pier Paolo Sacco