Si gioca di lunedì alle 18. Giorno infausto, orario ancor peggio. Soprattutto se a fare i conti con tale evento debbono essere i poveri lavoratori intenti a tornare a casa e i tifosi stessi, che – andrebbe sempre ricordato – sono innanzitutto cittadini e come tali in determinate fasce orarie “teoricamente” lavorano. L’avverbio è d’obbligo, considerando che al netto di qualche defezione, la cornice di pubblico dell’Olimpico sarà comunque importante, attestandosi sulle sessantamila unità. Quella col Toro è una sfida dal sapore antico, che per molte generazioni richiama alla mente dolci ricordi, datati 8 maggio 1983: la Roma matematicamente scudettata, il giro di campo con il tricolore e lo striscione del Commando nuovamente al suo posto dopo quattro anno di “oscurantismo” dovuto al triste derby di Paparelli. Per altri invece è inevitabilmente il sogno infranto, la finale di Coppa Italia del 19 giugno 1993, quando solo un palo stoppò la rimonta romanista sul 5-2 (dopo il 3-0 granata dell’andata), consegnando al Torino quello che a oggi resta l’ultimo trofeo della sua storia. Per altri ancora poi ci sono singole partite, finali di Coppa Italia anni ottanta e lo scontro tra veri e propri mostri sacri del nostro calcio. Roma-Torino, peraltro, ci riporta anche agli albori del nostro movimento ultras, con una delle rivalità all’epoca più sentite e vissute, di cui restano indelebili le immagini del 1 marzo 1981: Roberto Rulli accasciato a terra al vecchio Comunale dopo aver ricevuto una coltellata, mentre assieme ad altri romanisti affrontava i granata. In una delle tante domeniche “tipiche” di quei tempi.

In realtà di questa “mitologia” oggi rimane ben poco. Con la Roma che si è mantenuta su livelli medio/alti e il Torino che – da inizio anni novanta – ci ha abituato a campionati anonimi e retrocessioni, sempre più distrutto da dirigenze e personaggi che con tutta probabilità hanno rappresentato e rappresentano l’antitesi dello spirito granata. Anche la rivalità tra tifoserie – pur rimanendo viva – ha fatto registrare rarissime turbolenze, rientrando più nell’alveolo di un’acredine sentita ma tutto sommato “normale”. A tal proposito da segnalare il goliardico stendardo esposto in Curva Sud rappresentante una persona con il binocolo in mano e la scritta Orecchio Spione. Michele Orecchio è un assistente di mister Juric, che in settimana si era arrampicato su una collinetta adiacente i campi d’allenamento di Trigoria nel tentativo di spiare gli allenamenti per preparare al meglio la partita. Siparietto simpatico, che ci restituisce un’immagine retrò di calcio, pedissequa all’indimenticabile buchetta scavata sul dischetto del rigore da Maspero nel derby contro la Juve, causando l’errore di Salas dagli undici metri nel famoso derby del 3-3.

Il manipolo di granata giunti nella Capitale – e coadiuvati dalle varie sezioni, tra cui quella storica di Viterbo – si sistema nella parte bassa del settore ospiti, incitando il proprio undici per tutta la partita e scambiando con discreta regolarità gestacci e insulti con i dirimpettai della Nord. Mentre sempre “interessante” l’esultanza – del momentaneo pareggio – verso la Monte Mario, con i cosiddetti tifosi “normali” della tribuna romanista che non si fanno pregare in quanto a improperi e volgarità. Ordinaria amministrazione, per quanto riguarda il sostegno canoro, su fronte romanista. Dopo la sempre bella e compatta sciarpata sulle note di Roma, Roma, Roma, la Sud dà vita a una performance magari non spumeggiante ma caratterizzata da diversi picchi, soprattutto dopo i gol e nel finale, quando la vittoria si concretizza. Diversi striscioni per i ragazzi in difficoltà e per quelli che non ci sono più. Sempre notevole la dedizione con cui il gruppo della Nord si spende per fomentare il settore, riuscendo ormai a trascinare la maggior parte delle persone e facendo ampio sfoggio del materiale curato e ben realizzato. Nota di merito anche per tutti quei drappelli ultras che popolano la Tevere, continuando la tradizione di una tribuna che da sempre si contraddistingue per calore e attaccamento popolare. In campo una tripletta di Dybala fissa il risultato sul 3-2, consegnando a De Rossi altri tre punti che rilanciano i giallorossi in zona Champions.

Simone Meloni